LaMarcus Aldridge fissa il suo nuovo massimo in carriera a quota 45 punti, rispondendo così a un Donovan Mitchell da 35 e regalando agli Spurs il sesto successo consecutivi. Una vittoria da soliti vecchi Spurs, una di quelle dal sapore di playoff
Non hai Sky? Guarda lo Sport che ami subito e senza contratto su NOW TV! Clicca qui
San Antonio Spurs-Utah Jazz 124-120 OT
Leonard o non Leonard, ci pensano i giocatori abili e arruolabili a disposizione di Gregg Popovich a vincere una partita fondamentale per i destini playoff dei nero-argento. Con il numero 2 rimasto ancora una volta a bordocampo a guardare [non è servito neanche il confronto in spogliatoio con il resto del roster a convincerlo, ndr], LaMarcus Aldridge si è preso il palcoscenico, giocando una delle migliori partite da quando è arrivato a San Antonio. Di certo la più positiva a livello di punti segnati: alla sirena infatti sono 45 (il suo nuovo massimo in carriera), realizzati tirando 16/28 dal campo, raccogliendo nove rimbalzi e piazzando tre stoppate. Ben 28 punti sono arrivati in un primo tempo perfetto (il migliore a livello realizzativo in casa Spurs degli ultimi dieci anni, l’ultimo era stato Ginobili a farne sempre 28 contro Cleveland nel 2008), a coronamento di un periodo in cui ad Aldridge riesce davvero tutto: il numero 12 sta viaggiando infatti a 32.3 punti e nove rimbalzi di media durante questa striscia di vittorie che ha rilanciato le ambizioni di San Antonio. Una prestazione necessaria contro un avversario ostico come i Jazz, bravi ad acciuffare il pareggio a meno di quattro secondi dalla sirena con una tripla di Donovan Mitchell; la terza realizzata dal rookie negli ultimi due minuti di partita e a coronamento di un quarto periodo da 14 punti e di una gara chiusa a quota 35. Canestri che servono a Utah per conquistare l’overtime, il primo in tutta la stagione per gli Spurs, che da vecchi volponi non si sono lasciati sfuggire l’occasione e si sono portati a casa il sesto successo consecutivo. Dal momento di massima difficoltà infatti, coinciso con il trittico di sconfitte contro Warriors, Thunder e Rockets di meno di tre settimane fa, i texani sono riusciti a risalire la china dal decimo posto, prendendosi momentaneamente il sesto in classifica e puntando adesso con decisione al terzo occupato dai Blazers e distante soltanto una vittoria e mezzo. Tutti li davano per spacciati e spaccati, ma con o senza la i la verità resta un’altra: a San Antonio non hanno intenzione di abdicare.
Aldridge-Ginobili, il nuovo asse in casa Spurs
Tutti felici in casa Spurs, anche se il profilo resta come al solito molto basso. Anche di fronte a un massimo in carriera: “LaMarcus è stato incredibile anche nelle due partite precedenti, non soltanto oggi – commenta Ginobili, autore di 18 pesantissimi punti in uscita dalla panchina -. Ci sta trascinando, ci ha semplicemente detto ‘Ragazzi, seguitemi: ci penso io. Tutto andrà per il meglio’”. La point guard argentina aveva avuto anche il pallone della possibile vittoria al termine dei regolamentari, scivolata di mano a Ginobili anche a causa di un passaggio leggermente troppo lungo di Aldridge. A ricevere invece un bel po’ di elogi è Mitchell, apprezzato dagli avversari e in particolare da Gregg Popovich: “È davvero dura giocare contro un talento del genere: le ultime due triple che ha realizzato per andarsi a prendere l’overtime sono pazzesche. Merito del suo coraggio, supportato dal fatto che è un giocatore che quei canestri può segnarli e che crede nel fatto di riuscirci”. Una delle chiavi decisive dei Jazz in questa striscia di 12 successi lontano da Salt Lake City interrotta a San Antonio: “È la voglia di non perdere a spingere, di trovare una strada per vincere. Parte tutto da lì, dal segnare tiri, attirare il raddoppio e scaricare per Gobert o rubare un pallone in difesa. L’obiettivo è evitare la sconfitta”. Proprio come fanno gli Spurs.