I 27 punti di James Harden guidano Houston al successo su New Orleans: la squadra di D'Antoni stabilisce il record di franchigia per la stagione regolare più vincente di sempre. I Lakers tornano alla vittoria a Memphis, successi anche per Charlotte, Orlando e Detroit
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Houston Rockets-New Orleans Pelicans 114-91
Tutto semplice per Houston contro New Orleans: il miglior primo tempo difensivo stagionale degli uomini di Mike D’Antoni, con solo 37 punti concessi all’intervallo ai Pelicans, lancia i Rockets sul +27 e nonostante un parziale degli ospiti di 11-2 per iniziare il secondo tempo, i texani riprendono facilmente il controllo della gara e per l’inizio dell’ultimo quarto le loro stelle – a partire da James Harden, 27 punti in soli tre quarti di gioco – sono già in panchina a riposare. Un crollo anche comprensibile quello di New Orleans, alla quinta partita in sei giorni per via del recupero della gara contro Indiana, rimandata per le infiltrazioni dal soffitto dello Smoothie King Center. Harden aggiunge 8 assist e 6 rimbalzi alla sua gara da 27 (ma sono sue anche 9 delle 19 palle perse di squadra), mentre in assenza di Chris Paul – ancora a riposo ma pronto a tornare per la gara di domenica, dice coach D’Antoni – Clint Capela si regala una serata da 18 punti, 16 rimbalzi, 3 recuperi e ben 6 stoppate, suo massimo in carriera. Houston ha 39 punti combinati da tre giocatori della panchina: ci sono i 16 di Ryan Anderson, i 14 di Gerald Green e i 9 di Joe Johnson, mentre altri 19 li aggiunge Eric Gordon con 4/9 da tre punti (18/47 il totale di squadra dall’arco, sopra il 38%). Per Houston l’ottava vittoria in fila è la n°59 stagionale: mai nella loro storia i Rockets avevano avuto una stagione regolare così vincente, superando anche il totale di 58 successi ottenuti dalla squadra di Hakeem Olajuwon nel 1993-94, l’anno del primo titolo NBA: “Ho appena comunicato il record ai ragazzi – ha detto D’Antoni nel post-partita – ma non hanno fatto una piega: non gli interessa. Pensavo fosse una cosa carina, io sono tutto sommato contento ma a loro assolutamente non interessava…”. Anthony Davis è il migliore dei Pelicans con 25 punti (anche per lui in soli tre quarti) mentre in assenza di Rajon Rondo si fa notare Cheick Diallo, che sfiora la doppia doppia con 15 punti e 9 rimbalzi.
Memphis Grizzlies-Los Angeles Lakers 93-100
Memphis viene dalla sconfitta di 61 punti contro Charlotte e scende in campo concentrata e determinata a fare ammenda per la brutta figura: il vantaggio alla fine del primo quarto è già di 17 punti e 18 dei 28 punti dei padroni di casa arrivano sotto canestro, dove i lunghi dei Lakers sembrano far fatica ad arginare i pariruolo avversari. All’intervallo i padroni di casa sono ancora in vantaggio, ma di soli 5 punti, prima di subire un parziale di 48-36 nella seconda frazione di gioco: è in particolare un break di 11-2 nel quarto quarto segnato da 7 punti consecutivi di Kyle Kuzma a decidere la gara in favore dei californiani. Il rookie da Utah segna 15 dei suoi 25 negli ultimi dodici minuti e condanna i Grizzlies alla 23^ sconfitta delle ultime 24 gare disputate, la quarta in fila. Kuzma aggiunge 10 rimbalzi ai suoi 25 punti ma non è l’unico giocatore dei Lakers in doppia doppia: ci sono anche i 20 punti con 11 rimbalzi di Julius Randle e i 12 con 10 assist e 8 rimbalzi di un Lonzo Ball vicino alla tripla doppia. Coach Walton – senza Isaiah Thomas (fuori per due gare) e Brandon Ingram – usa solo tre giocatori dalla panchina (17 punti tra Travis Wear e Tyler Ennis) ma ha 18 punti anche da Kentavious Caldwell-Pope, per tornare alla vittoria dopo 4 sconfitte in fila. Il migliore di Memphis è Andrew Harrison con 20 punti e 9 assist, 18 li aggiunge Marc Gasol e 17 JaMychal Green che colleziona anche 16 rimbalzi, pareggiando il suo massimo stagionale.
Detroit Pistons-Chicago Bulls 117-95
All’intervallo Detroit ha già 19 punti di vantaggio su Chicago e la spiegazione è tutta nella mano caldissima dei tiratori di coach Van Gundy: i Pistons mandano a bersaglio 13 delle 27 triple tentate nel primo tempo (ma ne segnano solo 3 nel secondo, fermandosi a una dal record di franchigia, a quota 17) sfruttando la serata ispiratissima di Anthony Tolliver dalla panchina (massimo stagionale a quota 25 per lui con 6 centri dall’arco) e di Reggie Bullock (14 con 4 triple). Sedicesima partita stagionale con almeno 20 rimbalzi per Andre Drummond (la 50^ in carriera), che chiude con una doppia doppia da 15 punti e 20 rimbalzi. Sono 15 anche i punti di Reggie Jackson, alla terza gara dal suo rientro. Detroit chiude con 33 assist su 43 caenstri realizzati e manda 8 giocatori in doppia cifra: sono 7 quelli di Chicago, guidati dai 18 di Denzel Valentine ma le assenze perduranti di Lauri Markkanen, Zach LaVine e Kris Dunn condannano la squadra di coach Hoiberg alla quinta sconfitta in fila. Sono invece tre le vittorie nelle ultime 4 per i Pistons, che con nove partite ancora da giocare provano a sperare ancora in un rush finale per l’ottavo posto a Est, oggi di Milwaukee che gode di un vantaggio di 5 gare e mezza.
Dallas Mavericks-Charlotte Hornets 98-102
Dwight Howard torna più forte di prima dalla squalifica per una partita, confermando quanto di buono fatto vedere con la gara da 30+ punti e 30+ rimbalzi contro Brooklyn tre giorni fa. L’ex centro dei Magic chiude con 18 punti e 23 rimbalzi, decisivo ancora una volta sotto canestro nel regalare la terza vittoria consecutiva a Charlotte. Gli Hornets però si sono svegliati troppo tardi, il treno playoff è passato già da un pezzo. “Sto cercando soltanto di raccogliere più rimbalzi possibile, di farmi sentire in area e aiutare i miei compagni”, racconta il numero 12 dopo aver raccolto la 45esima doppia doppia della sua stagione; il primo tra i giocatori in attività con le sue 711. A Dallas possono compiacersi per il ritorno di Dennis Smith Jr., rientrato dopo il piccolo problema alla caviglia in una partita chiusa come miglior realizzatore dei suoi con 21 punti, cinque rimbalzi e sei assist. Dall’altra parte Kemba Walker ha in parte raffreddato la mano dopo l’esplosione contro Memphis (46 punti in 28 minuti), autore di 24 punti comunque decisivi nel successo in volata strappato da Charlotte.
Orlando Magic-Phoenix Suns 105-99
I Magic bissano il successo dell’andata e almeno contro i Suns portano a casa una vittoria convincente. Alle volte basta poco per essere soddisfatti, soprattutto sul finire di una regular season priva di senso, di soddisfazione e di stimoli come quella di Orlando. L’uomo del giorno è Elfrid Payton che ha lasciato la Florida il mese scorso, scaricato dai Magic e partito alla volta di Phoenix per rilanciare la sua carriera. A fine gara per lui sono 14 punti, otto assist e tre recuperi; uno dei migliori in casa Suns, incapace però di evitare a Phoenix l’undicesima sconfitta in fila, la 26esima nelle ultime 28 gare. Aaron Gordon gioca una delle partite più convincenti della sua carriera, chiudendo con 29 punti, 11 rimbalzi e otto assist (massimo in carriera), sfiorando dunque per la prima volta la tripla doppia. Alle sue giocate si aggiungono quelle di D.J. Augustin, autore di 15 punti, dieci assist e nove rimbalzi, anche lui a un passo dal numero tondo. Loro due, assieme ai 24 punti e 11 rimbalzi di Nikola Vucevic, sono decisivi nel successo Magic, che allontanano così le chance alla lottery di sorteggiare una delle prime scelte. Sì, Orlando è così: perde anche quando vince. Un successone.