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NBA, Damian Lillard festeggia il figlio in arrivo con 41 punti: Pelicans ko

NBA

La stella dei Portland Trail Blazers prima ha segnato 20 dei suoi 41 punti nel solo ultimo quarto, quindi è corso in aeroporto per tornare a casa dove la sua fidanzata è entrata in travaglio per la nascita del primogenito. Ai Pelicans non servono i 36 di Anthony Davis e la tripla doppia di Jrue Holiday per evitare la sconfitta.

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New Orleans Pelicans-Portland Trail Blazers 103-107

IL TABELLINO

Se si potesse dare un volto alla definizione di “stato di grazia”, probabilmente andrebbe messo quello di Damian Lillard. Nella notte l’All-Star dei Portland Trail Blazers ha aggiunto altre due perle alla sua clamorosa stagione: prima ha ribaltato la gara sul campo dei New Orleans Pelicans segnando 20 dei suoi 41 punti nel solo ultimo quarto, realizzando i primi sei tiri tentati nella frazione (8/14 alla fine per un eccellente 18/31 dal campo alla fine) e dando ai suoi il primo vantaggio dopo essere stati sotto per i due quarti centrali della sfida, scivolando anche a -11. La seconda perla è arrivata al ritorno negli spogliatoi, quando finalmente sul suo cellulare ha trovato il messaggio che aspettava da tempo: “Torna a casa”. Già, perché se Lillard si è reso famoso con il tempismo dei suoi “Dame Time”, il suo primogenito era in ritardo di otto giorni sulla data prevista per il parto, facendo penare più del solito il suo babbo. “Aspettavo da parecchio” ha detto sorridendo ai giornalisti nel breve post-partita, attendendo di sbrigare gli obblighi con la stampa con un bagaglio già pronto ai piedi per poter salutare tutti e correre in aeroporto, dove lo attendeva un aereo privato per tornare a Portland dalla fidanzata. “È meglio che mi sbrighi, e anche che dorma un po’ sul volo: mi sa che non avrò più tante occasioni di riposare da qui in poi” ha detto ridendo, soddisfatto per l’ennesima vittoria di prestigio dei suoi Blazers dopo quella sul campo degli Oklahoma City Thunder. Lillard ha però goduto anche del contributo dei suoi lunghi, che hanno fatto la voce grossa a rimbalzo: pur perdendo la battaglia sotto i tabelloni 54-47, il front-court dei Blazers ha catturato ben 17 rimbalzi offensivi che sono risultati in 27 punti da seconda opportunità, con alcuni canestri cruciali nel finale di Jusuf Nurkic (21 punti e 10 rimbalzi con 10/14 dal campo) e Al-Farouq Aminu (10+10, di cui 7 in attacco). Secondi possessi necessari per sopperire all’assenza di Maurice Harkless (che si è sottoposto a una operazione in artroscopia per ripulire il ginocchio sinistro) e a una brutta serata al tiro di squadra (sotto il 42% dal campo, sotto il 32% da tre). Fuori ritmo in particolare C.J. McCollum, che ha chiuso con 3/19 dal campo per soli 7 punti.

Davis e Holiday non bastano

Nonostante l’esplosione offensiva di Lillard, i Pelicans hanno avuto due volte la possibilità di pareggiare o sorpassare gli avversari negli ultimi 20 secondi, ma le due triple capitate nelle mani di E’Twaun Moore (5/12 dal campo per 11 punti) non sono andate a segno, permettendo alla stella degli avversari di chiudere la gara dalla lunetta. Di sicuro però i due migliori giocatori di New Orleans hanno fatto tutto il possibile per evitare la sconfitta: Anthony Davis ha chiuso con 36 punti, 14 rimbalzi e 6 stoppate segnandone 22 dopo essersi brevemente infortunato alla caviglia, subendo una storta a metà terzo quarto; Jrue Holiday, invece, ha realizzato la sua terza tripla doppia in carriera con 21 punti, 11 rimbalzi, altrettanti assist e due super stoppate, di cui l’ultima andando a fermare Pat Connaughton lanciato in contropiede per dare ai suoi l’ultima possibilità di pareggiare. Non abbastanza però per sopperire all’assenza di Rajon Rondo e alle 16 palle perse di squadra, lasciandosi sfuggire dalle mani una partita a lungo condotta nel punteggio. “Avevamo un’opportunità d’oro in casa e l’abbiamo lasciata andare” ha dichiarato amaramente coach Alvin Gentry, che ha pagato un pessimo 4/24 da tre punti con il quale non si può pensare di battere una squadra come i Blazers. Con sole sette partite da giocare per chiudere la stagione, i Pelicans hanno ancora un vantaggio rassicurante di due gare e mezzo sul nono posto occupato dai Clippers, ma devono sperare che la caviglia di Davis (sottoposta a trattamenti dopo la partita) regga a livelli tali da poter dire la loro in post-season. Per come si era messa la stagione dopo l’infortunio di DeMarcus Cousins, però, essere tra le prime otto è già un risultato straordinario.