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NBA, Darius Bazley apre la via: niente NCAA, giocherà in G-League

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Uno dei prospetti liceali più interessanti d'America ha deciso di rinunciare al suo impegno con Syracuse per passare un anno in G-League. Una novità assoluta, visto che nessun futuro top-10 al Draft aveva mai pensato di passare per la lega di sviluppo invece di andare all'estero. Verrà seguito anche da altri?

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A inizio mese vi avevamo raccontato di come l’NBA stesse pensando seriamente di riaprire le sue porte ai liceali, che dal 2005 non possono più entrare nella lega di Adam Silver prima del 19esimo compleanno o a un anno di distanza dall’addio alle high school. Qualcosa però sta cambiando: complice la crisi che sta investendo la NCAA, la possibilità di passare un anno in G-League invece che in un college sta diventando sempre più attraente per i giovani prospetti destinati alla NBA. È notizia di ieri che uno dei liceali più seguiti d’America, Darius Bazley, ha deciso di rinunciare alla sua “promessa” di andare a Syracuse per passare direttamente in G-League non appena compirà 18 anni. La notizia riportata da Yahoo Sports è stata così spiegata dal diretto interessato: “La G-League ha più cose da offrirmi, considerando che è la lega di sviluppo della NBA. Imparerei di più lì piuttosto che andare oltreoceano, visto che è la lega più vicina al piano di sopra. Vedo molti ragazzi che passano molto tempo in G-League anche dopo il college e il Draft, perciò voglio avere la possibilità di accelerare il processo. Molti hanno avuto successo nella loro crescita lì: io voglio essere uno di loro”. Bazley è un’ala di 208 centimetri in grado di gestire il pallone grazie alle doti di playmaking molto intriganti ed è attualmente proiettato come una scelta in top-10 al Draft 2019, seguendo un percorso che in questi anni nessuno aveva ancora scelto di prendere. In passato era successo che giocatori come Brandon Jennings (a Roma) ed Emmanuel Mudiay (in Cina) decidessero di saltare il college per passare un anno fuori dagli Stati Uniti, anche se le motivazioni erano più che altro di stampo economico o scolastico (mancanza di voti per andare al college). Bazley invece sembra avere in testa solo il suo sviluppo tecnico, visto che gli stipendi in G-League vanno dai 19.500 dollari ai 26.000. “Potrò vedere partite NBA, concentrarmi sul mio corpo e dedicarmi al mio sviluppo in ogni momento della giornata” ha spiegato. “Senza dovermi preoccupare di nient’altro, solo della pallacanestro. Ed è quello che voglio”. Dopo aver chiuso il McDonald’s All-American con 11 punti, 7 rimbalzi e due assist, Bazley è atteso al Jordan Brand Classic e al Nike Hoops Summit per mostrare a tutti di cosa è capace. E chissà quale squadra della G-League – e soprattutto quale affiliata della NBA – riuscirà ad accaparrarselo per poterlo avere in gestione per un anno, conoscendolo più in profondità rispetto a quanto possano fare le altre 29 squadre, testandolo in campo non contro coetanei ma con giocatori a caccia di un contratto e di una possibilità in NBA. Di sicuro, una novità da seguire attentamente.