Il rookie dei Sixers è certo di ricevere il premio a fine stagione, nonostante la spietata concorrenza di Donovan Mitchell. Simmons guarda solo agli All-Star e sogna già in grande: "Voglio essere come James e Durant, non mi preoccupo dei rookie"
Simmons o Mitchell, Mitchell o Simmons. Raramente la lotta per il premio di rookie dell’anno era stata così avvincente, lasciando da parte giocatori come Jayson Tatum che in altre annate sarebbero stati certamente i favoriti. Quest’anno invece è un discorso a due, tranne che per la point guard dei Sixers, che non ha alcun dubbio: “Chi sceglierei? Me, al 100%”, è stato lo schietto commento durante un intervista con ESPN. “Ho giocato un basket molto solido per tutto l’anno. Se si guarda ai numeri, tutti possono facilmente rendersene conto. Tutti quelli che conosco il gioco lo sanno”. La cerimonia di premiazione è già fissata per il prossimo 25 giugno, ma il grosso sul parquet ormai è fatto. Simmons ha già messo a referto 12 triple doppie (3° nella classifica all-time tra gli international, alle spalle di Nikola Jokic e Hakeem Olajuwon), secondo come rookie soltanto a Oscar Roberson (le sue furono 26); davanti anche a una leggenda come Magic Johnson che si fermò a otto. Per lui non è una corsa a due, anzi, quando si parla di guardare al lavoro di altri colleghi la sua attenzione si rivolge verso i più grandi: “Non studio nessun rookie. Il mio obiettivo è quello di essere un gigante di questo sport. Per questo guardo Durant, James, Curry e Westbrook. Giocatori del genere, quello è il livello a cui aspiro”. Mitchell però dall’altro canto ha fatto di tutto per non passare in secondo piano. Protagonista con i suoi Jazz guidati al quarto (forse terzo) posto a Ovest, il rookie di Louisville viaggia a 20.5 punti di media e ha battuto il record di 150 triple realizzate già al primo anno che apparteneva a Damian Lillard. La point guard dei Blazers detiene quello totale (185) e a Mitchell ne servono sette nelle prossime due gare per pareggiare. Un avversario di tutto rispetto, ma non per Simmons che evita ogni tipo di paragone: “Onestamente non voglio sentire questo tipo di confronti. Si possono paragonare tutti i giocatori, certo, ma ognuno ha il suo modo di esprimersi". E sulle sterili polemiche riguardo la mancata legittimità del suo premio, Simmons risponde piccato: "Ci sono delle regole chiare: questo è il mio primo anno nella lega. Ci sono giocatori che sono considerati rookie anche a 30 anni, se prima hanno giocato da un'altra parte. Un piede rotto e un'intera stagione saltata non è un pretesto: sono io il rookie dell'anno".