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NBA, la felpa di Donovan Mitchell contro Ben Simmons accende la polemica sul Rookie dell’Anno

NBA
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La matricola dei Jazz si è presentata alla gara con Golden State indossando una felpa con una scritta sibillina nei confronti del rivale dei Sixers, insinuando che non sia davvero un rookie avendo già una stagione di NBA vissuta in borghese alle spalle. “Se quello è il loro argomento principale, allora sono in ottime condizioni” il commento dell’australiano, ma la polemica non si spegne

Se vi è capitato di visitare social network, forum o Reddit a tema NBA negli ultimi mesi, molto probabilmente vi sarete imbattuti in un’accesissima discussione su chi meriti il premio di Rookie dell’Anno tra Ben Simmons e Donovan Mitchell. Le matricole di Philadelphia e Utah sembrano destinate a un testa a testa che si risolverà solamente a fine giugno, quando i voti ufficiali sui premi della stagione verranno resi noti nella cerimonia di conclusione della stagione, ma nonostante la risoluzione del caso sia così lontana nel tempo, le fazioni delle “tifoserie” dei sue hanno cominciato la guerra già da un bel po’. Quello che ancora mancava era l’interessamento dei due diretti concorrenti, ma proprio vicini al gong della regular season è arrivato anche quello: dopo le parole di Ben Simmons sul fatto di essere “sicuro al 100% di essere il rookie dell’anno” e che nessun altra matricola aveva attirato le sue attenzioni, il numero 45 dei Jazz ha pensato bene di presentarsi alla gara interna contro i Golden State Warriors con una felpa molto particolare. Sul fronte infatti si legge la definizione di “rookie” come se fosse presa da un dizionario, descrivendolo come “un atleta che gioca la sua prima stagione come membro di una squadra sportiva professionistica”. Una scritta che può essere interpretata come una frecciatina nei confronti di Ben Simmons, dato che il principale argomento contro la candidatura dell’australiano è il fatto che lui sia al suo secondo anno di NBA, avendo saltato il primo per via di un infortunio al piede ma vivendolo di fatto come membro dei Sixers. Come detto dallo stesso Mitchell a Chris Haynes di ESPN: “Diciamo che avete un esame e avete un intero anno per prepararvi: prenderete un buon voto, no? Ad aucune persone non viene dato tutto quel tempo per prepararsi. Questo è il modo in cui la vedo io, ma alla fine non mi interessa più di tanto”. L’argomento in verità appare piuttosto scarso, oltre che espresso male nella scritta che non attacca Simmons, sempre che quello fosse l’intento, ma in realtà lo difende. L’australiano infatti non è mai sceso in campo nella scorsa stagione e le regole della NBA definiscono chiaramente che un giocatore diventa “rookie” solo quando gioca sul parquet di una partita di regular season, confermando quindi la parola “playing” sulla felpa di Mitchell. “Se il loro argomento più forte contro di me è che non sono un rookie, vuol dire che sono in ottime condizioni” la risposta di Simmons alla frecciata del suo rivale, aggiungendo però con una battuta che “di sicuro domani non mi metterò una felpa”.

Mitchell: “Volevo solo divertirmi, davvero non mi interessa”

Dal canto suo, il rookie degli Utah Jazz ha provato a gettare acqua sul fuoco su tutta la vicenda, dicendo che è stato il suo sponsor tecnico (rivale rispetto a quello di Simmons) a proporgli la felpa: “Volevo solo divertirmi un po’, non c’è molto altro da dire. Davvero non mi interessa: la cosa più importante per me è che siamo quarti e ci giochiamo il terzo posto, ho in squadra il Difensore dell’Anno [Rudy Gobert, ndr] e l’Allenatore dell’Anno [Quin Snyder, ndr], perciò sono felice” ha dichiarato a ESPN dopo l’ampio successo ai danni degli Warriors in cui ha segnato 22 punti, superando il record di triple da rookie di Damian Lillard a quota 186. “Se mi interessassi dei premi individuali, farei un danno ai miei compagni e a quello che stiamo cercando di costruire qui. Chiaramente non ci sto perdendo il sonno su questa storia, davvero non mi interessa”. Mitchell ha anche provato a rispondere alle dichiarazioni di ieri del suo rivale: “All’inizio mi ero preoccupato, pensavo avesse detto qualcosa di serio. Poi quando ho sentito quello che ha detto ho pensato solo ‘Vabbè’. Non è una cosa che mi interessa”. A questo punto, il sospetto che si tratti di una questione montata ad arte giusto per cavalcare quanto succede da mesi su Internet è più che legittimo, e lo diventa ancora di più quando si leggono le dichiarazioni di Simmons sulla felpa del suo rivale: “Con quella felpa in realtà sta dicendo che sono un rookie, perché è la prima stagione in cui gioco. Ma va tutto bene, è divertente. Lui è un grande giocatore, se non fossi stato rookie avrebbe sicuramente vinto lui. Ma sono un rookie, perciò…”. Le posizioni rimangono quelle, ora la guerra sui social può continuare ancora per qualche mese.