La stella dei Thunder aveva bisogno di 16 rimbalzi per diventare l'unico giocatore della storia con due stagioni in tripla doppia di media. Ha finito per prenderne 20, aggiungendoci anche 19 assist pur con soli 6 punti. "Non do niente per scontato, sono orgoglioso di quello che faccio"
Come ha detto Russell Westbrook prima della partita: “Se fosse facile prendere 20 rimbalzi, lo farebbero tutti”. Allora non è del tutto un caso che siano stati proprio 20 i rimbalzi catturati dalla stella degli Oklahoma City Thunder, che già nel terzo quarto della gara interna contro Memphis aveva raggiunto i 16 necessari per raggiungere un risultato leggendario: la seconda stagione consecutiva chiusa in tripla doppia di media. Come sempre succede con il numero 0 di OKC, le cose non potevano andare in maniera normale: a fine primo tempo Westbrook aveva 1 punti, 11 rimbalzi e 12 assist, chiudendo poi la sua regular season con una doppia doppia da 20 rimbalzi (massimo in carriera) e 19 assist limitandosi a soli 6 punti con 2/9 al tiro, solo la seconda volta nella sua carriera che non realizza una tripla doppia per aver mancato la doppia cifra nei punti. Con queste ultime cifre, Westbrook ha chiuso la sua stagione con 25.4 punti, 10 rimbalzi e 10.3 assist di media, diventando l’unico nella storia della NBA ad avere due stagioni di questo tipo, superando il leggendario Oscar Robertson a cui così tante volte nella scorsa stagione era stato accostato. La contemporanea sconfitta di Utah a Portland ha significato il sorpasso al quarto posto nella Western Conference, potendo avere anche il fattore campo a favore nella serie di primo turno proprio contro i Jazz. “Sono molto, molto grato e fortunato a poter andare in campo e giocarmela” ha detto Westbrook dopo la gara vinta facilmente contro i Grizzlies. “Come ho detto altre volte, non do per scontato quello che mi dà questo gioco e la possibilità di competere al più alto livello. Dio ha dei piani per me e nessuno può fermarli: continuerò sempre a seguire il suo credo e a fare quello che faccio”.
Lo stupore dei compagni e di coach Donovan: "Facciamo fatica ad abituarci"
Che sia la prima stagione in cui si gioca insieme a lui oppure la decima, tutti i suoi compagni di squadra non hanno potuto fare a meno che rimanere increduli davanti all’ennesima pagina di storia scritta dall’MVP in carica. “Lo vediamo allenarsi e giocare ogni singola sera, e comunque deve passarla a qualcuno per registrare quegli assist, perciò un po’ ci sentiamo parte dei suoi record. Ma in ogni caso non possiamo prendercene il merito: tutto quello che fa deriva dalla mentalità con cui scende in campo e dà tutto quello che ha per questo gioco. E si vede” ha dichiarato Paul George, che grazie ai passaggi di Westbrook ha chiuso a quota 20 punti. “Trovo straordinario che l’anno scorso tutti lo tenevano d’occhio mentre quest’anno non lo abbia fatto nessuno” ha detto invece coach Billy Donovan. “Ci dice molto della sua grandezza come giocatore e di come riesca ad avere impatto sul gioco in tantissimi modi diversi. Riuscire a fare una stagione in tripla doppia di media per due volte di fila è incredibile: anche solo andarci vicino sarebbe stato pazzesco”. L’incredulità è anche il concetto espresso da Nick Collison, che pur giocandoci assieme da dieci anni ancora non si capacità di ciò che riesce a fare Westbrook. “Faccio sempre fatica ad abituarmi, quello che fa è incredibile. L’ho visto giocare tantissime volte, ma voglio davvero apprezzare quello che ha fatto negli ultimi due anni. Non sono un tipo da statistiche, ma il modo in cui si è caricato sulle spalle questa intera organizzazione in un periodo difficile [dopo l’addio di Kevin Durant, ndr] è stato straordinario. Il modo in cui si presenta ogni sera per produrre e guidare la squadra è stato davvero divertente da vedere”.
Westbrook attacca gli haters: "Rubo i rimbalzi? Stron...e"
Evidentemente sicuro di raggiungere il suo obiettivo, Westbrook ha anche trovato il tempo prima della gara di rispedire al mittente un po’ di accuse che nel corso di questi anni gli sono piovute addosso riguardo l’accumulo di statistiche vuote, specialmente dei rimbalzi che gli vengono lasciati dai compagni. “Un sacco di gente fa battute sul mio ‘accumulo di statistiche’ o sul fatto che vado a rimbalzo” ha risposto a una domanda che però riguardava tutt’altro, come se volesse togliersi dei sassolini dalle scarpe. “Se tutti potessero prendere 15 o 20 rimbalzi ogni sera, lo farebbero. La gente che parla di quello che vuole parlare, dovrebbe provare a farlo e vedere quanto è difficile riuscirci. Sono stanco di sentire tutte le storie sui rimbalzi e sul fatto che li rubo: tutte stron…e. Sono orgoglioso di quello che faccio, di come vado in campo per giocare, e di come riesco a raggiungere i palloni vaganti più velocemente rispetto a tutti gli altri. Alla fine, si riduce tutto a questo: se loro non vogliono prenderseli, li prendo io. È semplice”. Westbrook ha poi voluto sottolineare come la sua presenza a rimbalzo sia in realtà di beneficio per i compagni nella metà campo offensiva, come confermano anche le statistiche. “È il gioco a determinare quello che bisogna fare: andare sui palloni vaganti, recuperare i rimbalzi e andare in contropiede è molto, molto utile alla nostra squadra. E, secondo me, è una cosa che non si può fermare, perché non si può scoutizzare il modo in cui io spingo in contropiede e vado in velocità in campo aperto. Ed è una cosa decisamente utile alla nostra squadra”. Visti i risultati, non gliene si può neanche dare torto: ora sotto con i playoff per fare più strada possibile.