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Playoff NBA 2018, Philadelphia-Miami 103-113: Dwyane Wade porta a scuola tutti i Sixers, è 1-1

NBA

Una prestazione “vintage” da 28 punti del numero 3 degli Heat pareggia la serie con i Philadelphia 76ers, traditi dal tiro da tre nonostante i 16 punti di Marco Belinelli. Giovedì notte Gara-3: ci sarà anche uno scalpitante Joel Embiid?

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Philadelphia 76ers-Miami Heat 103-113

Pat Riley sostiene, probabilmente a ragione, che una serie di playoff non inizia davvero fino a quando una delle due squadre vince in trasferta. Chissà cosa deve aver pensato questa notte il presidente dei Miami Heat vedendo il suo figliol prodigo Dwyane Wade riportare indietro le lancette dell’orologio e regalare ai suoi una performance “vintage” da 28 punti, 7 rimbalzi e 3 assist con 11/16 dal campo. Una prestazione più che necessaria per vincere sul campo dei Philadelphia 76ers e pareggiare nella serie, interrompendo una striscia di vittorie che andava avanti da 17 partite per i padroni di casa, che non conoscevano sconfitta dal 13 marzo scorso. Wade ha fatto la differenza soprattutto nel secondo quarto, durante il quale ha segnato 15 punti battendo da solo gli interi Sixers che ne hanno segnati 13, venendo superati di ben 21 lunghezze (34-13). Il massimo vantaggio degli ospiti ha poi raggiunto il +16 nel corso del terzo quarto, forte anche dei 20 punti di Goran Dragic, dei 18 con 7 rimbalzi e 5 assist di James Johnson (7/7 dal campo) e altri tre giocatori in doppia cifra, facendo pesare sia la fisicità che l’esperienza sui giovani Sixers. Ciò nonostante, i padroni di casa non sono andati poi lontani a completare una rimonta clamorosa che li ha riportati fino al -2 grazie anche a un positivo Marco Belinelli (16 punti con 5/13 dal campo in poco meno di 30 minuti chiusi con un plus-minus di +2, dietro solo al +6 di Amir Johnson) e a una ritrovata fluidità offensiva propiziata soprattutto da Ben Simmons (15 dei suoi 24 punti sono arrivati nel secondo tempo). Una volta tornati a contatto, però, Dwyane Wade ha riacceso il motore del bus e ha portato a scuola tutta Philadelphia, segnando un paio di canestri “da Wade” (un recupero difensivo con schiacciata e un tiro dalla media in faccia a Simmons) e regalando un canestro facile a James Johnson per ricacciare indietro la rimonta degli avversari, travolti dalla super serata del tre volte campione NBA.

La scomparsa del tiro da tre e la mancanza di Embiid

A inizio partita Brett Brown aveva provato a replicare quanto fatto nel secondo tempo di Gara-1 schierando Ersan Ilyasova titolare per “tirare fuori” Hassan Whiteside, ottenendo l’effetto sperato nonostante il centro di Miami fosse stato inizialmente dirottato su Dario Saric. Erik Spoelstra però non si è fatto trovare impreparato e non si è fatto troppi problemi a mettere in panchina il suo centro, rimasto in campo solamente 15 minuti (nei quali è riuscito a commettere 4 falli con 3 palle perse). Con il terzetto formato da Johnson, Josh Richardson e Kelly Olynyk gli Heat sono riusciti a giocare ai loro ritmi congeniali, anche sfruttando una pessima serata al tiro dei Sixers: nonostante i 24 punti segnati da Ben Simmons con 9 rimbalzi e 8 assist e i 23+9 di Dario Saric, infatti, i padroni di casa hanno pagato carissimo un terrificante 7/36 dalla lunga distanza, del tutto inaspettato dopo le 18 triple realizzate in gara-1. Tra un Saric da 3/10 e un Belinelli da 2/8 si inseriscono l’1/9 di Robert Covington (7 punti) e l’1/7 di J.J. Redick (11 punti), che sommati fanno capire dove siano mancati i punti necessari per tenere il passo con gli Heat. Soprattutto, per la prima volta dopo dieci partite è semplicemente mancato Joel Embiid: non era normale che una squadra potesse fare a meno così facilmente di un All-Star, e il centro camerunense sarebbe tornato sicuramente utile sui due lati del campo in una partita giocata a ritmi così lenti. Dopo il terribile secondo quarto, coach Brown ha provato a invertire la tendenza reinserendo Amir Johnson da titolare per cominciare la ripresa, ottenendo l’effetto di alzare un po’ l’intensità dei suoi, ma nulla può davvero sostituire la presenza di uno come Embiid in attacco e in difesa. Chissà che le cose non possano cambiare a partire già da giovedì, quando le due squadre si incontreranno per Gara-3: in una Instagram Story il centro ha scritto di essere “stanco e stufo di essere trattato come un bambino”. Un riferimento al trattamento conservativo dello staff medico dei Sixers (con cui già in passato aveva avuto degli scontri) o a quello di Wade in campo (celebrato su Twitter da Gabrielle Union)? La risposta arriverà di sicuro nei prossimi giorni di una serie che improvvisamente si è fatta interessantissima.