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NBA, Eric Bledsoe non sa chi è Terry Rozier. O così dice: "Non ho idea di chi c***o sia"

NBA

Nelle prime due partite della serie con Milwaukee, Rozier ha realizzato 46 punti complessivi, 11 assist e zero palle perse, con tanto di canestro allo scadere decisivo in gara-1 segnato in faccia a Bledsoe. La point guard dei Bucks però nel post partita ha deciso di provocarlo lo stesso

Da quando è iniziata la serie tra Boston e Milwaukee, Eric Bledsoe non riesce a combinarne una giusta. L’ultima trovata tutt’altro che geniale della point guard dei Bucks lo ha visto attaccare al termine di gara-2 Terry Rozier, il suo avversario diretto sul parquet che sta dominando contro l’ex giocatore dei Suns. Alla domanda del giornalista su come stiano andando le cose nel testa a testa con Rozier, il n° 6 dei Bucks ha risposto piccato: “Chi?”. “Terry Rozier…”, ha insistito il cronista, ottenendo come unica risposta un sonoro “Non ho la più pallida idea di chi c***o sia”. Per non uscire di metafora, visto quanto sta accadendo sul parquet, è un avversario con cui Bledsoe dovrà prendere confidenza prima che sia troppo tardi. Nello scontro diretto in campo infatti Rozier sta dominando, avendo segnato 23 punti in entrambe le partite, chiuse con 11 assist totali e zero palle perse nei 78 minuti trascorsi sul parquet. Un attacco a cui il giocatore dei Celtics non ha dato seguito (“Non voglio lasciarmi travolgere da queste polemiche”, ha commentato), ma che è stato scatenato in realtà da un suo strafalcione più o meno voluto al termine di gara-1. Rozier, parlando ai microfoni del suo canestro decisivo nel finale della prima sfida della serie in cui aveva disorientato con un finta Bledsoe, lo aveva chiamato “Drew”, come il famoso quarterback della NFL: “Loro sono molto atletici e lunghi, difficili da superare ogni volta che sono schierati in difesa. Giannis [Antetokounmpo] ama spingere il contropiede, mentre Drew Bledsoe ha segnato dei tiri molto complicati. Dobbiamo trovare il modo di limitarli, come fatto per buona della sfida”.  Nei possessi in cui Bledsoe si è preso in consegna Rozier ha visto il pallone finire dentro ben sette volte su 12 tentativi, mentre lui ha tirato 4/13 nelle situazioni speculari. A pesare sulla sfida è stato soprattutto il diverso approccio, con i Celtics molto più aggressivi sin dalla palla a due: “Ci sono saltati addosso, hanno forzato un sacco di palle perse, facendo tutte quelle piccole cose che a noi non sono riuscite”.

I consigli di Irving prima della palla a due

Rozier sta svolgendo al meglio il ruolo di point guard titolare che coach Stevens è stato costretto ad affidargli, vista la lunga lista d’assenza. Marcus Smart è alle prese con una difficile situazione familiare (oltre all’infortunio), mentre Irving ha già fatto sapere che tornerà a disposizione nella prossima stagione. Il n°11 dei Celtics, presente in panchina in gara-1, non poteva essere presente alla seconda sfida del TD Garden, ma ha scritto ai suoi compagni per dare qualche consiglio utile: “Irving ci ha mandato un messaggio prima della partita – racconta Larkin -, dicendoci a cosa saremmo andati incontro. Abbiamo un bel po’ di giocatori nel roster che non hanno mai giocato partite del genere nella loro vita, per questo le sue parole e i suoi consigli sono stati preziosi. Tutti le abbiamo lette, ne abbiamo parlato in spogliatoio, spronando il confronto e aiutandoci non potendo essere al nostro fianco a combattere. È coinvolto in ogni partita, parte del gruppo anche non scendendo sul parquet”. Anche Al Horford, il veterano a cui i tanti giovani dei Celtics si stanno aggrappando, assicura che quelle parole hanno fatto centro: “Aveva anticipato il fatto che la partita avrebbe vissuto di strappi, di momenti che non dovevano condizionare la nostra predisposizione. Quando i Bucks hanno piazzato il parziale, non ci siamo scomposti in alcun modo”. Le parole di Irving hanno un peso specifico enorme sui suoi compagni, come ben ha capito Terry Rozier. “Dobbiamo continuare a lottare, chiedendo a chiunque scende in campo di fare un passo in avanti”.