Ricky Rubio in gara-3 ha giocato una delle migliore partite della sua carriera NBA, mettendo alle corde l’MVP in carica. Westbrook ha fallito soprattutto in difesa contro lo spagnolo, concedendogli tante conclusioni comode. Una situazione che ha promesso non si ripeterà più nelle prossime sfide
È arrivato a Salt Lake City da meno di un anno, ma Ricky Rubio, dopo la gara-3 dominata contro i Thunder, si è già garantito un posto nei cuori nella storia dei Jazz. Lo spagnolo è il terzo giocatore della franchigia dello Utah a mettere a referto una tripla doppia ai playoff (26 punti, 11 rimbalzi, dieci assist). L’ultimo a riuscirci? John Stockton nel 2001: “Vedere il mio nome scritto nella storia di questa squadra di fianco a quello di Stockton fa un certo effetto, non so veramente cos’altro aggiungere in questo momento. È qualcosa di enorme, come il rispetto che porto verso un’icona del basket come lui, soprattutto qui a Salt Lake City con questa maglia addosso”. La svolta in queste ultime due gare della point guard spagnola nasce soprattutto dalla capacità di aver trovato continuità al tiro nel momento più importante della stagione. Spesso la definitiva consacrazione di Rubio è stata rallentata dalla sua mancanza di costanza nelle conclusioni dal palleggio, diventate un’arma che spesso si ritorceva contro di lui. Il 6/7 al tiro dal midrange di questa notte (a cui ha aggiunto anche due triple su nove tentativi) invece ha cambiato le prospettive del suo gioco in gara-3, rendendolo un cliente scomodo e aprendo spazio alle sue visioni dal palleggio. Tutto ciò di cui l’attacco dei Jazz aveva bisogno. La difesa dei Thunder - e in particolare quella di Westbrook - gli ha colpevolmente lasciato campo, tempo e possibilità di mettersi in ritmo. Un’evenienza che il n°0 di OKC non vuole che si ripeta nei prossimi incontri: “Ha segnato alcune conclusioni prese con estrema facilità, ma io sono pronto a fermare quei tiri di m**da dalla prossima gara. Ve lo garantisco”. Parole forti, che hanno scatenato l’immediata reazione sui social da parte di Donovan Mitchell, che ha cinguettato una faccina con la zip sulla bocca. Un messaggio altrettanto chiaro quello del rookie dei Jazz: meglio che impari a stare zitto, soprattutto dopo aver perso.
Rubio in crescendo, mentre Westbrook molla (stranamente) nel finale
In gara-1 le difficoltà al tiro di Rubio (5/18 dal campo) sono state una delle ragioni del successo dei Thunder, che nella seconda sfida della serie lo hanno visto andare a segno per ben cinque volte dall’arco. ‘Dimmi come ha tirato Rubio e ti dirò se i Jazz sono riusciti a vincere’, sembra essere il ritornello della prima settimana del testa a testa: “Nelle prime due gare in realtà non sono stato molto efficace dal midrange, ma è qualcosa su cui ho lavorato tanto e so di poter fare sempre meglio. Ero sicuro dei miei mezzi, ma i risultati non mi davano ragione. Stanotte invece la palla ha iniziato ad andare dentro e quando ho visto di avere tanto spazio ho preso fiducia”. Una tripla doppia quella di Rubio che interrompe il periodo d’astinenza più lungo vissuto da una squadra NBA in tempi recenti, visto che l’ultima realizzata in casa Jazz era a firma Carlos Boozer e risaliva addirittura al 2008. Un traguardo che lo spagnolo sapeva di poter raggiungere sul parquet, consapevole grazie al suo countdown mentale che all’appello mancava un solo assist. Joe Ingles lo sottolinea prendendolo in giro a fine partita, con Rubio che risponde piccato al compagno: “Joe ha sbagliato un appoggio facile a poca distanza dal canestro; era chiaro che non voleva farmi chiudere la gara in tripla doppia. Per fortuna in squadra al mio fianco ho giocatori come Gobert, che mi aiutano a raggiungere anche questi obiettivi”. Si scherza nello spogliatoio di Utah, mentre tutt’altro clima è quello respirato a pochi metri di distanza dai Thunder. A mancare all’appello infatti non è tanto la vittoria, quanto il solito contributo nel finale di Westbrook. Dopo lo 0-4 al tiro nel quarto periodo di gara-2, il n°0 non ha tentato neanche una conclusione nell’ultima frazione di gara-3, lasciando perplessi un po’ tutti, a partire dal suo allenatore: “Non so perché sia successo, a livello fisico mi è sembrato che stesse bene”. A chiosare è il diretto interessato, furioso per come sono andate le cose: “Ho preso quello che la difesa mi ha concesso. Ho iniziato a saltare in aria, cercando alle mie spalle in emergenza di servire Paul [George] e Carmelo [Anthony]. Devo imparare a restare sempre pronto ad attaccare, leggere qual è la prima opzione che ho davanti e sfruttare quella”. Se esiste una quota del tipo “under/over tiri tentati”, puntate forte su Westbrook in gara-4.