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NBA, dalla cella del carcere alla prima fila: finalmente libero Meek Mill festeggia i "suoi" Sixers

NBA

Appena uscito dal carcere, prelevato da un elicottero messo a disposizione dal proprietario dei Sixers, la presenza del rapper di Philadelphia ha dato una carica in più a Embiid e compagni. Non gli unici sportivi che si sono a lungo battuti contro la sua ingiusta carcerazione

La chance di vedere la prima vittoria in una serie di playoff dal 2012 rende la prima fila del Wells Fargo Center più affollata che mai. Ci sono i giocatori di Villanova campioni NCAA a inizio aprile, c’è l’ex grande pugile Bernard Hopkins, c’è l’attore Kevin Hart e il proprietario dei Philadelphia Eagles della NFL Jeffrey Lurie. Ma le luci dei riflettori sono tutte per un altro VIP davvero speciale, il rapper Meek Mill scarcerato solo nel pomeriggio di martedì e prelevato al volo fuori dal carcere da un elicottero messo a disposizione da uno dei proprietari dei Sixers, Michael Rubin – divenuto suo grande amico – per permettere all’artista di Philadelphia di poter essere a bordocampo per gara-5. Arrivato all’arena circa 45 minuti prima della palla a due, Meek Mill ha fatto visita negli spogliatoi ai giocatori dei Sixers, molti dei quali – da Joel Embiid a Ben Simmons fino a Markelle Fultz – lo avevano a loro volta visitato in carcere negli ultimi cinque mesi, periodo trascorso dal rapper dietro le sbarre (per un accusa secondo i suoi legali assolutamente aleatoria). Caricato l’ambiente e i giocatori di coach Brown, Meek Mill – il cui vero nome è Robert Rihmeek Williams – ha anche avuto l’onore di far risuonare la campana della libertà (the Liberty Bell, il simbolo cittadino) appena prima del via, per poi accomodarsi – indossando la sua maglia n°21 in onore di Embiid – in prima fila a gustarsi la partita, al fianco di Kevin Hart e dello stesso Rubin. “Bentornato a casa Meek Mill”, l’urlo dello speaker del Wells Fargo Center che ha incendiato il pubblico, ma anche le parole dei giocatori di coach Brown sono una testimonianza del ruolo ricoperto dall’artista nato e cresciuto a Philadelphia all’interno della comunità cittadina. “Sono felicissimo del fatto che sia potuto venire a vedere dal vivo una partita come questa”, le parole di Embiid. “Straordinario – il commento invece di Ben Simmons – perché per noi lui è come un fratello maggiore che si prende cura di tutti noi ed è bello che abbia potuto condividere proprio con la sua squadra una serata magica come questa”.

Il caso Meek Mill

L’incarcerazione del rapper di Philadelphia è assorta a simbolo dei problemi che la giustizia criminale deve affrontare quotidianamente nelle aule dei tribunali. Condannato a una reclusione da 2 a 4 anni nel novembre 2017 per aver violato i termini di libertà su cauzione (derivanti da una precedente accusa per detenzione e spaccio di armi e droga), c’è il forte sospetto che dietro alla condanna dell’artista ci sia un uso personalistico della giustizia fatto dal giudice Genece Brinkley: esiste infatti la trascrizione di un colloquio tra la stessa Brinkley e gli avvocati del rapper in cui la prima chiede di poter essere citata nella versione cantata da Meek Mill stesso dalla hit “On Bended Knee” incisa originariamente dai Boyz II Men. Di fronte al rifiuto dei legali del cantante, la risposta del giudice è un poco conciliante “Come vi pare”, che lascia intendere l’intenzione di rispondere al rifiuto con l’incarcerazione del rapper. Per questo, da Colin Kaepernick a JAY Z, sono stati tanti i personaggi pubblici che si sono schierati in difesa di Meek Mill, e anche nel mondo NBA tweet di supporto all’artista di Philadelphia sono arrivati in passato da LeBron James e Lonzo Ball: i Philadelphia Eagles hanno festeggiato il loro titolo NFL sulle note del successo del rapper “Dreams and Nightmares” (Sogni e incubi), diventato l’inno non ufficiale della cavalcata vincente della squadra della Pennsylvania. E di incubi ha parlato indirettamente proprio Meek Mill nelle sue prime dichiarazioni pubbliche: “Vorrei ringraziare Dio, la mia famiglia e tutti coloro che hanno sostenuto pubblicamente la mia causa per il supporto e gli incoraggiamenti che mi hanno dato durante questo periodo davvero difficile. Se è vero che gli ultimi cinque mesi sono stati un incubo, le preghiere, le visite in carcere, le telefonate, le lettere e le dimostrazioni di affetto mi hanno aiutato a restare sempre con  un atteggiamento positivo”. E così dall’incubo si è passati al sogno: “Mi aveva parlato spesso di aver sognato di poter uscire dal carcere in elicottero”, ha raccontato il proprietario dei Sixers. Detto, fatto: che poi ci fosse anche una gara-5 (vinta) da celebrare è la classica ciliegina sulla torta.

On the way to the sixers game let’s go!!!! #meekfree

Un post condiviso da Michael Rubin (@michaelgrubin) in data: