Dopo le due sconfitte in trasferta alla Oracle Arena, la squadra di coach Alvin Gentry deve trovare il modo di scongiurare un ko che condannerebbe in maniera definitiva i Pelicans. Dolo la vittoria in gara-3, New Orleans ha bisogno di un successo per pareggiare la serie
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Prima dell’inizio dei playoff, il parere unanime degli analisti NBA dava per scontato il passaggio di turno di Portland contro New Orleans nel primo turno. I fatti invece hanno sbugiardato questa versione, rilanciando le ambizioni dei Pelicans, spinti da un 4-0 che ha ridato linfa alla squadra della Louisiana. Per ritornare con i piedi per terra invece è bastato scendere sul parquet della Oracle Arena in gara-1 contro Golden State: la prima sconfitta in post-season non è tardata ad arrivare, nonostante l’assenza di Steph Curry e la partita in meno giocata che aveva garantito due giorni di riposo extra. Troppo difficile limitare Durant, spezzare il ritmo dall’arco degli Warriors e soprattutto placare un generatore di gioco e difesa come Draymond Green. Golden State ha così rimesso in chiaro quali siano le gerarchie, prima di riabbracciare in gara-2 anche Steph Curry. Un’aggiunta che ha cambiato l’attacco dei campioni NBA, che ha iniziato a produrre letteralmente il doppio dei punti per possesso nei 27 minuti in cui il n°30 ha calcato il parquet. Nel primo episodio furono i 41 punti nel secondo quarto a fare la differenza in un secondo tempo senza storia, mentre nel secondo atto a New Orleans va dato il merito di aver dato fondo a tutte le sue risorse (con un quintetto titolare semi-perfetto nella produzione), restando aggrappata alla sfida fino ai minuti finali. Poi, 11-0 di parziale firmato da KD in post basso (chi può marcarlo spalle a canestro?), di nuovo Durant però dall’arco e infine Curry, con la tripla della staffa a due minuti dalla sirena. Con entrambi sul parquet, Golden State non aveva ancora mai perso una partita a Ovest ai playoff prima del successo in gara-3 firmato dalla doppia doppia da 33+18 di Anthony Davis e dai 21 assist di Rajon Rondo. Coach Gentry nel 2015 è stato uno degli artefici del primo successo Warriors, conosce bene buona parte dei meccanismi che mettono in moto i campioni NBA e proverà in ogni modo a tenerli a freno anche in gara-4 per pareggiare clamorosamente la serie. Una missione semi-impossibile: lo sa lui, lo sanno i suoi ragazzi e il pubblico di New Orleans, ma non per questo non bisogna crederci.