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NBA, Dennis Schröder rimuove le sue foto in maglia Hawks: "Penso solo a me, voglio vincere"

NBA

La point guard di Atlanta è in rotta con la dirigenza, manda segnali cancellando il suo account Instagram e parlando senza filtri in Germania: “È il momento di pensare a me, voglio competere ad alto livello e vincere”. Saluti ormai imminenti, ma manca ancora l’offerta

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Dimmi chi segui su Instagram e ti dirò chi sei. Nel 2018 sembra questo il nuovo metodo attendibile di analisi dei comportamenti e delle intenzioni di atleti e sportivi di tutto il mondo. La comunicazione sui social spesso è determinante nell’indicare stati d’animo, ambizioni o insoddisfazioni dei protagonisti che sul parquet e soprattutto ai microfoni dei cronisti restano abbottonati. Nessuna dichiarazione (il rischio multa, in modo particolare in NBA, è sempre dietro l’angolo), ma un defollow su Instagram. Nessuna conferenza stampa, ma le foto e i post cancellati per chiudere una parentesi della propria vita, prima ancora di firmare un nuovo contratto. Dennis Schröder, leader degli Hawks in questa complessa stagione dedicata al rebuilding, è da qualche settimana al centro di diverse voci di mercato. Il segnale di rottura con la dirigenza di Atlanta è però arrivato forte e chiaro via social: la point guard tedesca nei giorni scorsi ha smesso di seguire il profilo Instagram della franchigia della Georgia, facendo pulizia completa della sua pagina, lasciando un’unica immagine datata settembre 2017. Lui poggiato sul muso di un’auto di lusso. Niente basket, niente NBA e soprattutto niente Hawks. In un momento del genere, molto più di un indizio, come testimoniato dalle decine di commenti di fan che si sono accumulati in coda a quell’unica foto a disposizione: “Vieni ai Pacers”, “Milwaukee ti aspetta”, “Scegli Orlando”; tutto condito dalle offese dei tifosi di Atlanta che già lo trattano come un ex giocatore. Schröder, attualmente impegnato con la federazione tedesca, ha poi sottolineato con le sue parole durante una conferenza stampa con la nazionale quanto sia profonda questa spaccatura: “Voglio competere, essere al vertice. Non voglio accontentarmi di essere in coda alla Eastern Conference”. Un messaggio chiaro, di chi guarda al suo futuro prima che a quello della squadra che lo ha scelto: “In Georgia ho tanti ricordi, ma adesso devo pensare a cosa è meglio per me”. Una porta sbattuta in faccia alla dirigenza degli Hawks, impegnata nei giorni scorsi a scegliere il sostituto di coach Budenholzer, individuato in Lloyd Pierce cha ha già una bella gatta da pelare: “A settembre compirò 25 anni e un giorno voglio vincere un titolo. L’unica certezza che ho è che nel mio momento di massima forma in carriera – a 26, 27, 28 anni – voglio essere competitivo. Questa è la ragione per cui voglio parlare con la dirigenza”.

Indiana e Milwaukee due destinazioni possibili, ma il contratto…

Un incontro che secondo le indiscrezioni dovrebbe esserci nei prossimi giorni, certamente prima del Draft che il prossimo 21 giugno porterà Atlanta a chiamare con la terza scelta assoluta. Una decisione che sarà fortemente influenzata dal destino di Schröder, che sembra avere le idee chiare anche in quanto a mercato: “Ho la mia visione, le mie idee e tanti amici anche nelle altre squadre NBA. Ad esempio, Indiana non sta facendo per nulla male. Stessa cosa si può dire di Milwaukee. Sono due franchigie che si stanno muovendo nella direzione giusta”. Parole da ex, che peseranno non poco sul tavolo delle trattative tanto quanto il suo contratto; aspetto non secondario da valutare. Schröder infatti ha ancora tre anni di contratto a 15.5 milioni di dollari annui. Un bel gruzzolo non facile da inserire all’interno del salary cap dei Bucks, che hanno già 97 milioni di dollari garantiti e la grana Jabari Parker da gestire, visto che in teoria il suo rinnovo rendere impossibile ogni manovra aggiuntiva. I soldi destinati a Schröder sono giusto quei 15 milioni che finiranno la prossima stagione in tasca a Eric Bledsoe. Discorso ben diverso per i Pacers invece, che anche con la player option di Thaddeus Young occupano soltanto 60 milioni del loro spazio salariale, dovendo poi scegliere cosa fare dei contratti non garantiti tutti da 10 milioni l’uno di Bojan Bogdanovic (sì), Al Jefferson (no) e Darren Collison. Lui e Schröder in questo caso sembrano essere alternativi, ma poi a Indiana toccherebbe convincere gli Hawks con una trade. Il mercato non lo fanno mica i giocatori, con buona pace della point guard tedesca.

Questa l'unica foto rimasta sul profilo Instagram di Schröder