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NBA, i Phoenix Suns sono disponibili a scambiare la prima scelta

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La squadra dell’Arizona per la prima volta nella storia della franchigia dispone della prima chiamata al Draft, ma potrebbe passare la mano se arrivasse un’offerta allettante

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E se i dubbi su DeAndre Ayton, Luka Doncic e tutto il resto, dovessero porseli gli altri? Se Phoenix decidesse di passare la mano, di lasciare ad altri la prima scelta, lucrando in cambio un giocatore già fatto e finito (ogni riferimento a Karl-Anthony Towns non è puramente casuale)? Difficile credere che i Suns, dopo aver a lungo inseguito l’opportunità di scegliere prima di chiunque altro, si lascino sfuggire questa chance in un Draft che promette di essere pieno zeppo di talento. “Siamo certamente aperti a un’opzione del genere – racconta il GM McDonough -. La prenderemo in considerazione. Ovviamente tra un mese avremo molte più informazioni per le mani rispetto a oggi, dopo aver analizzato tutti i giocatori durante i workout, i colloqui e le visite mediche. Siamo disposti ad ascoltare le proposte. Se uno si guarda intorno, non sono molti i giocatori per i quali vale la pena scambiare una prima scelta assoluta. Per questo sarà un mese molto pieno di impegni per noi”. Una posizione di vantaggio che i Suns e che anche il dirigente di Phoenix non si era mai ritrovato a vivere: “Lavoro in NBA da 15 o 16 anni – prosegue McDonoug -, e non sono mai stato in una franchigia che può godersi l’opportunità di utilizzare la prima scelta assoluta. È una responsabilità enorme, in particolare in un Draft pieno zeppo di talento come questo. Dal 2003 a oggi, da quando faccio parte del mondo NBA, è la classe con il maggior numero di talenti sotto canestro. Un gruppo di lunghi fenomenale. Per quello impiegheremo tutte le nostre forze per conoscere e osservare quanti più giocatori possibile, senza limitarci ai quattro o cinque volti da copertina”. Da quanto filtrato, Phoenix ha già sentito e contattato 18 giocatori: “Molti sono stati disponibili, ben predisposti e sono già dei talenti di primissimo livello. La profondità di questo Draft e le potenzialità sono enormi”.

"Servono una point guard e un centro". E si ritorna al punto di partenza

Phoenix al primo giro potrà disporre anche della chiamata n°16, consapevole di dover mettere mano a un paio di ruoli cruciali per la crescita definitiva della squadra: “Le nostre principali necessità al momento sono nel ruolo di point guard [nonostante Elfrid Payton abbia saggiamente deciso di tagliarsi il ciuffo che spesso gli ha coperto gli occhi sul parquet, ndr] e sotto canestro. Questo Draft deve servirci per dare una risposta a queste due esigenze. Possiamo pensare anche di agire sul mercato dei free agent, o a quello delle trade. Ma con questo potenziale al Draft la speranza è quella di essere dal prossimo ottobre la squadra più migliorata della lega”. I due ruoli riportano dunque al dilemma Doncic-Ayton, anche se le sorprese potrebbe essere dietro l’angolo: “Utilizzare la prima scelta è una cosa molto delicata e credo che tutti stiano giungendo a conclusioni affrettate, come se ci fossero soltanto un paio di giocatore da prendere in considerazione. C’è molto più lavoro da fare, ci sono un bel po’ di prospetti da valutare”. Una posizione di vantaggio che Phoenix ha ottenuto soltanto dopo anni di delusioni e di sconfitte: “Sono stati tre anni molto difficili per noi, pieni di sacrifici e pessimi risultati in questa finestra di mercato. Avevamo programmato di farlo per tre anni, era la nostra strategia. Abbiamo studiato la lega, guardando anche agli altri sport professionistici riguardo le tecniche utilizzare per il rebuilding, comprendendo che questo era il margine di tempo necessario. Penso che se avessimo provato ad accelerare i tempi, sarebbe stato complesso accumulare il talento necessario per avere risultati sostenibili nel medio-lungo periodo. Se invece decidi di continuare a perdere per più di tre anni, l’effetto diventa nocivo sulla cultura della squadra, pesa quando poi vuoi tornare a vincere”.