La sconfitta in gara-2 non ha soddisfatto gli Warriors, che sono comunque riusciti a strappare il fattore campo e che in casa ai playoff non perdono dalla gara-7 contro Cleveland nel 2016: "Saremo diversi in casa, quando si tratta di vincere a tutti i costi non sbagliamo"
Quando Golden State perde fa sempre notizia. Con un roster stellare, ogni passo falso assume una rilevanza che spesso fa perdere il contatto con il quadro d’insieme. Gli Warriors hanno giocato in trasferta due gare contro la miglior squadra della regular season NBA, vincendone una e riprendendosi il fattore campo che per la prima volta in quattro anni non era dalla loro parte. ‘Missione compiuta’, penserebbero in molti, ma non in casa Golden State dove la parola sconfitta è sempre difficile da digerire. La messa in discussione dei campioni NBA però sembra aver scosso e stimolato l’ambiente, a partire da Draymond Green, che non perde l’occasione per lanciare il suo attacco: “Riusciamo a dare il meglio ogni volta che ci sentiamo spalle al muro. In gara-1 eravamo in difficoltà, per la prima volta senza fattore campo a favore, e per quello siamo scesi sul parquet con senso d’urgenza, facendo il nostro lavoro. Nel secondo episodio della serie invece avevamo la pancia piena, convinti di aver risolto le cose. Un passaggio a vuoto è comprensibile, ma noi ci siamo già giocati il nostro bonus. Adesso non possiamo più permetterci un passo falso”. Stesso concetto espresso da Klay Thompson, il primo a scommettere su un cambio di passo degli Warriors: “Quando siamo in una situazione da dentro o fuori; non che quella in cui ci ritroviamo lo sia, nonostante siamo stati messi in discussione… tiriamo fuori qualcosa in più, siamo più reattivi e combattivi. Quella voglia, unita alle nostre capacità al tiro e al nostro talento, diventa una combinazione perfetta”. Thompson infatti è l’esempio ideale per raccontare questa altalena di rendimento da parte dei campioni NBA - partito con 28 punti in gara-1, per poi eclissarsi e declinare verso soli otto punti a referto nel secondo episodio della serie. “Andrà molto meglio dalla prossima, ve lo garantisco”.
La riscossa passa (anche) da Steph Curry
Steve Kerr invece non vuole farne un dramma, consapevole che un passaggio a vuoto sia tutt’altro che preoccupante. Un passo falso umano, che può capitare a tutti: “Noi avevamo la pancia piena dopo il successo in gara-1, loro invece erano arrabbiati perché non volevano perdere il fattore campo: questa combinazione ha portato a una partita in cui ci hanno preso a calci nel sedere. Semplice. Adesso invece nessuna delle due avrà scuse, né prenderà sottogamba la sfida. Sarà un match favoloso e noi crediamo che riusciremo a giocare a un livello totalmente diverso”. Una riscossa che deve partire da Steph Curry, finito forse con troppa fretta sul banco degli imputati e chiamato a rispondere presente per evitare che il vociare attorno a lui si faccia più intenso: “Non possiamo fare nulla di particolare per aiutare Steph – racconta Green -; è lui che deve trovare da solo il modo di uscire dalle difficoltà delle prime due sfide. Non c’è bisogno di un lavoro particolare per far sì che possa ritagliarsi quella frazione di secondo necessaria a tentare la conclusione. Sappiamo già che farà da sé, lo conosciamo bene”. Houston avvisata, mezza salvata, in vista della gara-3 di questa notte alle 2 in diretta su Sky Sport 2 con il commento live in italiano.