Non c'è storia nel terzo episodio della serie: Cleveland domina dal primo all'ultimo minuto rimanendo sempre in doppia cifra di vantaggio, guidata dai 27 punti con 12 assist di uno strepitoso LeBron James. Irriconoscibili i Celtics, a cui non servono i 18 punti di Jayson Tatum
Non hai Sky? Guarda lo Sport che ami subito e senza contratto su NOW TV! Clicca qui
Cleveland Cavaliers-Boston Celtics 116-86
La storia della serie tra Cleveland Cavaliers e Boston Celtics finora — e dei playoff della Eastern Conference in generale — è che la squadra di casa ha sempre un vantaggio consistente rispetto a quella in trasferta. Anche gara-3 non è stata da meno: per una sera sono stati i Cavs a sembrare i Celtics in termini di energia, concentrazione e impegno, mentre i biancoverdi sono apparsi lontani parenti rispetto a quelli ammirati al TD Garden, perdendo la quinta partita sulle sei disputate lontano da casa in questi playoff. A guidare la vittoria larghissima dei Cavs non poteva che essere LeBron James, autore di 27 punti con 12 assist illuminanti e 8/12 dal campo (3/3 da tre), aggiungendo anche 5 rimbalzi, 2 recuperi e 2 stoppate alla sua prestazione da +31 di plus-minus, quasi annullando del tutto il -41 subito nelle due gare a Boston. La vera notizia, però, è che per una sera i suoi compagni gli hanno dato man forte: tutto il quintetto ha chiuso in doppia cifra, con 13 punti a testa per Kevin Love (autore anche di 14 rimbalzi e 4 assist pur tirando 4/14) e per George Hill (4/11), seguiti dagli 11 di un J.R. Smith finalmente sbloccatosi dalla lunga distanza (3/4 da tre) e i 10 di Tristan Thompson. Oltre a loro coach Tyronn Lue ha trovato anche il contributo di un Kyle Korver chirurgico al tiro (5/5 con 4 triple e 14 punti) e leader di una panchina capace di battere quella degli avversari 42-29, costruendo un vantaggio in doppia cifra già a metà primo quarto senza mai abbandonarlo, veleggiando oltre le 20 lunghezze di vantaggio per tutta la ripresa fino al +30 finale.
Celtics troppo brutti per essere veri: ecco dove mancano Irving e Hayward
Di tutt’altro tenore è stata la prestazione dei Boston Celtics, che sono scesi in campo in maniera piatta e priva di energia oltre che di ordine mentale, commettendo 15 palle perse e tirando sotto il 40% dal campo, oltre che con il 27% da tre punti. Alla fine il solo a salvarsi è Jayson Tatum con 18 punti, seguito dai 13 di Terry Rozier (ma con 12 tiri) e dai 10 di Jaylen Brown (spesso alle prese con problemi di falli), mentre le prestazioni sotto media al tiro non mancano (Marcus Morris 2/8 per 9 punti, Marcus Smart 2/9 con 7 e altrettanti per un Al Horford da 2/4). Ovvio che non si possa sperare di vincere in casa dei Cavs — che sono reduci da sei vittorie in fila alla Quicken Loans Arena — giocando in questa maniera disunita e concedendo il 50% secco (17/34) dalla lunga distanza agli avversari, costringendo James a prendersi solo 12 tiri e facendolo acclimatare come facilitatore e passatore per i compagni. Nei giorni passati si è parlato fin troppo di come questi Celtics stiano andando talmente bene da rendere in dubbio la necessità di avere Kyrie Irving e Gordon Hayward: in verità, partite come gara-3 mostrano perfettamente perché sia necessaria la presenza di due superstar in grado di farsi carico delle responsabilità offensive di una squadra su un campo ostico come quello di Cleveland. In gara-4 ci sarà bisogno che qualcuno si faccia avanti: l’appuntamento è fissato per la notte tra lunedì e martedì alle 2:30 del mattino sempre in diretta con commento in italiano live su Sky Sport.