L’allenatore dei Celtics non nasconde la delusione, nonostante la super stagione di Boston: “Se perdi alla fine torni a casa arrabbiato”. E non nasconde lo stupore davanti alle prodezze del n°23 dei Cavaliers
Non c’è due senza tre. E così il destino playoff dei Boston Celtics guidati da Brad Stevens è andato a infrangersi contro LeBron James, che ha eliminato i bianco-verdi per cinque volte negli ultimi sette anni. Quando Boston supera il primo turno, viene inesorabilmente rimandata a casa da James. L’ennesimo epilogo della Eastern Conference che vede il n°23 dei Cavaliers uscire dal parquet con le braccia al cielo, mentre gli altri sono rimandati a settembre. Anche al termine di una splendida cavalcata: “Tutti i finali di stagione che non coincidono con la vittoria del titolo sono difficili da digerire – racconta coach Stevens -. Immagino che sia così per tutte, a prescindere da quanto sia stata positiva la stagione. Se non vinci l’ultima sfida, torni a casa a testa bassa”. Kyrie Irving, Gordon Hayward e l’infermeria piena zeppa non sono mai state un appiglio, né una scusa da tirare fuori nel momento del bisogno: “Siamo stati in partita e la sfida si è decisa paradossalmente quando eravamo avanti in doppia cifra. L’inerzia era dalla nostra, ma non siamo riusciti a estendere il vantaggio. Errori che hanno condizionato la resa e le percentuali di squadra per tutto il resto della sfida. Gli infortuni non sono una giustificazione, ma aver fatto così tanto senza alcuni giocatori cruciali del roster è un traguardo speciale che porterò con me”. Una partita che tra alti e bassi Boston ha tenuto in pugno a lungo: “Ho chiamato un timeout dopo la tripla di J.R. Smith nel terzo periodo, per il resto non ne ho mai avuto bisogno”, sottolinea Stevens, consapevole che la carenza offensiva delle due squadre ha tenuto a lungo la partita aperta. Almeno fino a quando non sei costretto spalle al muro a fare i conti con James. “È incredibile: arrivare a fine maggio, dopo aver iniziato a fine settembre e riuscire ogni giorno a essere decisivo in quel modo. Ogni momento è completamente immerso nel basket e nella preparazione alla gara; l’unico modo per riuscire a conquistare l’ottava finale in fila. Nonostante la pressione, le difficoltà: è un’impresa senza senso. Siamo stati molto bravi in difesa, le abbiamo provate tutte, tenendoli sotto i 100 punti segnati in tutte le sfide giocate al Garden. Ma nonostante questo sono 35 punti, 15 rimbalzi, nove assist… è uno scherzo”. Purtroppo per Stevens e per i Celtics è realtà.