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NBA, non c'è solo LeBron James a Cleveland: il vero ruolo degli altri Cavs

NBA

Mauro Bevacqua

Dal video andato in onda al Saturday Night Live che derideva il supporting cast di LeBron a Cleveland le accuse sulle riserve di coach Lue non si sono placate un attimo. Ma loro sono in finale NBA, e provano a difendersi

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OAKLAND, CALIFORNIA - All’inizio del mese una divertente parodia video targata Saturday Night Live show aveva fatto il giro d’America meritandosi attenzione per l’ironia con cui trattava il presunto supporting cast di LeBron James in maglia Cavs — giocatori capaci al massimo di dare un cinque o fare un massaggio alla superstar di Akron. Tre settimane dopo, quei Cavs — supporting cast compreso — hanno smentito tutti centrando la quarta finale NBA di fila eppure, alla vigilia di gara-1, di quel video si parla ancora tanto, perché il dubbio che la squadra attorno a LeBron non sia mai stata così scarsa è condiviso da tanti. “Noi sappiamo che non è vero”, taglia corto coach Tyronn Lue, che giura di non aver visto lo sketch satirico e di non aver neppure cercato su YouTube il video incriminato (“Non guardo quella roba”. “Lungo tutti i playoff — argomenta l’allenatore di Cleveland — abbiamo avuto più giocatori capaci di farsi avanti. George Hill in gara-7 contro Indiana [11 punti in 19 minuti, ndr]; J.R. Smith in difesa in gara-2 di quella stessa serie; Kevin Love nella serie contro Toronto, ma anche Hill di nuovo o Kyle Korver; poi ancora J.R. e George Hill contro Boston. Penso che i miei ragazzi abbiano fatto un buon lavoro”. “Sono contento per quelli di Saturday Night Live, che sono riusciti nell’intento di attirare l’attenzione del loro pubico e far parlare — dice Tristan Thompson — ma una cosa è certa: di pallacanestro non capiscono niente”. “Ci hanno sempre messo in dubbio, per tutta la stagione. Tutti avevano aspettative su quello che avremmo dovuto essere o fare — e quando non eravamo all’altezza non aspettavano altro che massacrarci. Ma noi sapevamo di potercela fare — confessa Jeff Green — e ora infatti siamo in finale e sappiamo di poter anche vincere. Ovviamente saremo considerati una volta di più sfavoriti ma io lo sono stato per tutta la mia vita, è la mia seconda natura: sono certo di voler combattere fino in fondo”. “L’idea che sia stato soltanto LeBron a trascinarci in finale c’è — conclude ancora Thompson — ma se si guardano le partite ci si accorge di come ciascuno abbia avuto il suo momento: Kevin [Love] ha giocato alla grande, lo stesso dicasi per Jeff Green in gara-7 contro Boston, io stesso — che sono giunto alla mia quarta finale NBA, ancora non ci credo…”.

LeBron James generoso con tutti i suoi compagni
A fugare il resto dei dubbi sul contributo di riserve e giocatori di ruolo in questi playoff ci ha pensato lo stesso LeBron James, generoso nel ricordare pubblicamente il contributo di tutti. “Giocandoci contro mi sono sempre detto che sarebbe stato fantastico poter aggiungere alla nostra squadra un tiratore come Kyle Korver”, il primo elogio del “Prescelto”. “E George Hill? L’ho sempre amato, il suo avere lunghe braccia, la sua capacità di mettere pressione alle difese avversarie ma anche di impensierire il suo avversario diretto in difesa, sempre grazie alle sue lunghe leve”. “Di poter essere un giorno compagno di Jeff Green non me l’ero mai neppure immaginato — dice LeBron James — ma soprattutto dopo che ha dovuto sopportare un’operazione al cuore questa è diventata una mia sorta di aspirazione, perché la sua storia mi aiuta ogni giorno a non dare mai nulla per scontato”. Un posto speciale, poi, nel cuore di “King” James lo ricopre da sempre il veteranissimo Kendrick Perkins: “Io e Perk è una vita che giochiamo o assieme o uno contro l’altro, fin dai tempi della nostra squadra AAU, gli Oakland Soldiers, o delle nostre sfide liceali. La sua leadership — non è solo orgoglio — e il suo modo di fare da campione ci insegna molto ogni singolo giorno”. Con loro — volente o nolente — LeBron James va in trincea ogni giorno: se basterà a vincere la battaglia contro gli Warriors, non resta che aspettare un paio di settimane per capirlo.