Dopo l’inchiesta condotta da The Ringer riguardo alcuni profili Twitter fake utilizzati per far filtrare informazioni riservate appartenenti a sua moglie, Bryan Colangelo ha rassegnato le sue dimissioni, lasciando con effetto immediato la dirigenza di Philadelphia
A nove giorni di distanza dallo scandalo che ha travolto il GM dei Sixers, accusato di essere in maniera diretta (o implicita) a conoscenza dell’esistenza di cinque profili Twitter anonimi che trattavano notizie sensibili riguardanti la franchigia, Bryan Colangelo ha deciso di rassegnare le sue dimissioni e concludere sin da subito la sua collaborazione con la dirigenza di Philadelphia. Una scelta attesa, dopo che la sua ex squadra aveva deciso di assumere degli investigatori indipendenti per far luce su quanto accaduto. Indiscrezioni dei giorni scorsi avevano messo in luce come dietro quegli account fake potesse esserci sua moglie, Barbara Bottini, che ha poi ammesso di essere la mano nascosta dietro quei cinguettii critici nei confronti di giocatori e allenatori dei Sixers. Una ricostruzione confermata anche da quanto dichiarato dalla relazione dello studio legale Paul, Weiss, Rifkind, Wharton & Garrison LLP, che si è fatto carico delle indagini interne: “Come risulta del nostro lavoro di investigazione, il signor Colangelo non è la persona che ha aperto e gestito i profili Twitter", si legge in alcuni stralci della relazione d’indagine. "Le evidenze dei fatti invece supportano la tesi che la signora Barbara Bottini, moglie del GM dei Sixers, abbia postato su quei profili falsi notizie e informazioni riservate. Messa sotto interrogatorio, la signora Bottini ha confermato di essere la responsabile e tante prove raccolte confermano la sua dichiarazione. Non si può tuttavia concludere che il signor Colangelo fosse a conoscenza dell’esistenza di questi profili prima del 22 maggio [data in cui i giornalisti di The Ringer hanno scritto alla dirigenza dei Sixers, ndr], visto che il diretto interessato nega ogni accredito relativo ai fatti e che nessuna delle prove forensi raccolte danno indicazioni a riguardo. Abbiamo notato che il nostro raggio d’azione nell’indagine è stato fortemente limitato dalle azioni della signora Bottini, come ad esempio quella di cancellare la memoria del suo iPhone e di resettare totalmente il dispositivo, prima di sottoporlo all’esame degli investigatori. Il GM Colangelo era dunque la fonte delle informazioni utilizzate poi da sua moglie e a lui può essere imputata scarsa attenzione nella gestione di dati così sensibili, oltre che aver in maniera avventata condivisi con persone al di fuori dell’organizzazione dei Sixers”.
Brett Brown prende il comando: Draft e free agency momenti chiave
Colangelo ha più volte discusso nei giorni scorsi con la dirigenza il possibile coinvolgimento di sua moglie, proclamando la propria innocenza e la correttezza della sua condotta: “Contraddico e mi oppongo in maniera veemente a chiunque lasci intendere che il mio modo di agire non sia stato corretto – si difende l’ex GM in un comunicato ufficiale – in nessun momento ho condiviso in maniera volontaria o diretta notizie riservate con mia moglie. Le sue azioni sono state un’enorme errore dettato soltanto dall’intenzione di difendermi e supportarmi, e mentre io mi sono subito reso conto di quanto inappropriato fosse il suo comportamento, lei ha agito per molto tempo in maniera indipendente e senza che io ne fossi a conoscenza. I contenuti condivisi infatti erano inaccurati e pieni di affermazioni e contenuti che sono distanti dal mio punto di vista. Mi rendo conto che questi siano stati degli errori, ma siamo una famiglia e ne affronteremo le conseguenze tutti insieme. Sebbene io non sia direttamente responsabile per quelle azioni, chiedo scusa per quanto accaduto e mi rendo conto che questo sia un problema nel mio rapporto con i Sixers. Per questo, d’accordo con la società, ho deciso di dimettermi”. La stessa Philadelphia ha confermato che “dopo lo scandalo era stata inevitabilmente compromessa la possibilità di avere relazioni all’interno del team da parte di Colangelo, oltre che la sua capacità di guidare la franchigia”, comunicando poi che a ricoprire il suo ruolo verrà posto momentaneamente coach Brett Brown. “È una situazione molto complicata per tutta la società”, si sottolinea, consapevoli che nelle prossime settimane ci sarà l’ennesimo snodo cruciale nella crescita e nello sviluppo di una franchigia che dovrà fare le scelte giuste al Draft e puntare forte in una free agency che potrebbe cambiare il volto dei Sixers e dell’intera NBA.