Un documento della lega circolato internamente (ma finito in mano ai media) avverte le squadre NBA di possibili cambi sull'eleggibilità dei giocatori a partire dal Draft 2021 o 2022. Ecco gli scenari possibili
Si avvicina il Draft NBA, in programma nella notte tra il 21 e il 22 giugno, e come spesso accade al momento delle scelte la lega assiste a una serie di trade che, oltre a coinvolgere magari i giocatori appena selezionati, vedono anche lo scambio tra le squadre di diverse prime scelte future. Per questo motivo, la lega ha fatto circolare un documento interno – finito però nelle mani del network ESPN – in cui avverte le squadre che “le regole relative all’eleggibilità per il Draft potrebbero cambiare già a partire dal 2021 (ma non prima)”. Pur senza nominare direttamente la famosa regola del cosiddetto one-and-done – per cui un giocatore deve avere 19 anni per poter entrare nella lega, o aver trascorso almeno una stagione dal suo diploma liceale (regola che sostanzialmente ha portato le principali stelle di high school a frequentare il college per un solo anno, quello necessario a qualificarsi per il salto nella NBA) – il memo redatto dalla NBA ne sancisce sostanzialmente la sua fine, che se non sarà sancita al Draft 2021 arriverà con ogni probabilità l’anno successivo, al Draft 2022. E cosa succederà a partire da queste date? Con ogni probabilità la lega aprirà le porte del professionismo ai giocatori liceali – che fino al 2005 erano già stati liberi di scegliere il salto diretto dall’high school alla NBA – se non accogliendo direttamente i migliori nella NBA almeno attraverso un transito guidato nei roster della G League, che per allora avrà completato la sua struttura a 30 squadre che rispecchia fedelmente quella della sua lega maggiore, con un rapporto uno-a-uno tra ogni franchigia NBA e la sua affiliata. È il piano ideato da Adam Silver (e all’attenzione anche di Michelle Roberts, presidente dall’associazione giocatori NBA) per cercare di trovare una soluzione alla crisi del college basketball, travolto da scandali ed episodi di corruzione sempre più gravi, e fornire un’alternativa valida e vantaggiosa ai migliori talenti giovani provenienti dagli Stati Uniti e non solo. Attualmente il contratto collettivo stipulato tra NBA e NBPA, che scade soltanto nel 2024, prevede la regola dei 19 anni per concedere l’eleggibilità al Draft di un giocatore, ma tanto Silver quanto Roberts si sono detti interessati a cambiare l’attuale norma prima della naturale conclusione del contratto collettivo. Che la comunicazione dei progetti futuri della lega arrivi in questo specifico momento è dovuto al fatto che due squadre NBA (Phoenix e Boston) sono già titolari di due scelte al Draft 2021, ottenute in precedenti trade di mercato, per cui l’eventuale interesse a muovere tali scelte future devono già fin d’ora tener conto del possibile cambio normativo.