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NBA, Enes Kanter, altri guai in Turchia: il padre condannato a 15 anni di detenzione

NBA

Non si ferma la persecuzione da parte del regime turco nei confronti della famiglia del giocatore dei New York Knicks: le autorità hanno condannato Mehmet Kanter, suo padre, accusandolo di far parte di un gruppo terroristico. L’ennesima ritorsione contro il n°00 a causa delle sue parole contro Erdogan

Domenica scorsa è stata celebrata la festa del papà negli Stati Uniti (che come al solito dall’altra parte dell’oceano cade la terza domenica di giugno), ma non tutti hanno avuto la fortuna di poter avere il proprio caro al proprio fianco per festeggiare. Una delle storie più particolari a livello personale dei mesi scorsi infatti è certamente quella di Enes Kanter, balzato agli onori delle cronache dopo aver contestato il regime di Erdogan, inseguito dai servizi segreti turchi in giro per gli aeroporti di mezzo mondo e  alla fine disconosciuto dalla sua stessa famiglia rimasta nella sua nazione natale a combattere l’onta generata dalle sue parole. E le ultime notizie non sembrano essere particolarmente incoraggianti: il regime di Erdogan infatti ha fatto sapere che il padre del giocatore dei Knicks è stato accusato di essere uno dei componenti di un gruppo terroristico; un provvedimento secondo molti che è soltanto l’ennesima ritorsione nei confronti dello stesso Kanter. Mettere alle corde gli affetti per silenziare il dissidente in esilio. La condanna prevede 15 anni di detenzione (lo stesso giocatore dei Knicks dovrebbe scontarne quattro qualora rimettesse piede in Turchia, dopo aver offeso Erdogan più e più volte). Secondo quanto riportato dallo staff del giocatore, il padre non sarebbe in Turchia al momento, ma potrebbe finire subito in manette non appena rimesso piede nella nazione natale. “Non mi importa quello che accadrà, continuerò a combattere per i diritti umani e la libertà di parola; la giustizia e la democrazia prima di tutto – il commento ufficiale di Kanter che ha rilasciato un comunicato -. Continuerò a lottare per portare avanti le battaglie in cui credo, tutto quello che sto provando a fare è essere la voce di tutte queste persone innocenti”. Dopo aver deciso di schierarsi dalla parte del dissidente politico Fethullah Gülen, autore a detta di Erdogan (e del regime turco) del golpe mancato nell’estate 2016, Kanter ha condannato in maniera indiretta la sua famiglia a una persecuzione subdola e strisciante da parte delle autorità, culminata nella lettera e nelle dichiarazioni fatte a mezzo stampa da parte dei suoi cari contro di lui, in cui veniva disconosciuto e additato come traditore da chi lo aveva allevato per anni. Una situazione complicata, pesante da sopportare per un 26enne che ha dimostrato più volte di avere una grande forza morale. L’importante sarà riuscire a sopportare anche questo ennesimo carico.