L’ex giocatore dei Knicks ha deciso di esercitare l’opzione presente nel suo contratto, rimandando di un anno la sua free agency e incassando oltre 27 milioni. Una cifra che pesa sul salary cap di OKC, che vorrebbe trovare un modo di liberarsi di lui
Dopo la stagione difficile e in affanno che si è lasciato alle spalle con i Thunder, in pochi avrebbero pronosticato il contrario. Carmelo Anthony eserciterà la player option da 27.9 milioni di dollari presente nel suo contratto firmato ai Knicks ormai quattro anni fa (quando sognava di conquistare vittorie importanti al Madison Square Garden), diventando poi free agent la prossima estate. Notizia confermata da Marc Stein sul New York Times, secondo cui la scelta del n°7 è quella di lasciar trascorrere i giorni fino a sabato prossimo, termine ultimo della scadenza che gli permetterebbe di rinunciare a quella cifra. Un silenzio assenso, che farà scattare in automatico un contratto che dal 30 giugno i Thunder saranno autorizzati a poter scambiare. L’intenzione è quella, ma il problema è trovare degli acquirenti, vista la cifra e l’incapacità di Anthony di recitare in maniera efficace il ruolo da comprimario, dopo oltre un decennio vissuto da stella sul parquet. Il sogno tutt’altro che nascosto a OKC infatti è quello di rifirmare l’altro arrivo della scorsa estate, Paul George, anche se la sua conferma porterebbe poi la squadra ad avere problemi con la luxury tax (sì, quella che convinse la dirigenza dei Thunder qualche anno fa a scambiare James Harden per evitare di offrire un super contratto anche a lui). Il nuovo salario (eventuale) di George partirebbe da una base per la prima stagione superiore ai 30 milioni di dollari. Per questo motivo, prosegue Stein, non è da escludere che i Thunder lavoreranno con l’agente di Anthony nella speranza di risolvere il contratto anche in caso di conferma dopo il prossimo weekend: “Abbiamo avuto diversi colloqui con i suoi rappresentati, una cosa normale in vicinanza a una scadenza – racconta Sam Presti, il GM di OKC -. Siamo ancora a giugno e la stagione non inizierà prima di ottobre, per questo ci sarà molto tempo per discutere e valutare”. Una scelta a livello controcorrente da parte di Anthony, almeno rispetto a quanto dichiarato dopo la sconfitta al primo turno contro Jazz, in cui aveva sottolineato la necessità di ragionare sul suo ruolo: “È qualcosa che mi lascia perplesso, dovrò rifletterci a lungo, per capire se voglio essere questo tipo di giocatore e se la mia intenzione è quella di chiudere la mia carriera in questo modo. Io so di avere ancora molto da dare a questo Gioco e di poter portare tanto a questo sport”. I Thunder però sperano di non essere loro a dover correre il rischio.