A Philadelphia stanno pensando a come liberare spazio per offrire il massimo salariale al n°23 dei Cavs, anche a costo di rinunciare a tanti giocatori funzionali al progetto Sixers di questa stagione. Uno di questi è Marco Belinelli, che dovrà aspettare (prima) le mosse degli altri e decidere (poi) se puntare a un contratto o a una squadra competitiva
Abbiamo scritto decine di articoli, approfondimenti, news e aggiornamenti, ma LeBron James continua a mantenere il più assoluto riserbo rispetto a quella che sarà la sua scelta tra una settimana o poco più. Mentre lui resta immobile però, tutto il mondo NBA continua ad agitarsi in maniera vorticosa, sgomitando per guadagnare posizioni in una corsa dove l’unica discriminante resta la volontà del n°23 dei Cavaliers. Decide lui, ma tutti vogliono farsi trovare pronti, compresi i Philadelphia 76ers che possono garantire a LeBron un supporting cast giovane, voglioso e pieno zeppo di talento. Una squadra che con l’aggiunta di James diventerebbe letale, una concorrente per il titolo anche solo per la prestanza fisica e dinamicità di un quintetto invidiabile. Le certezze dei Sixers restano il quartetto titolare Simmons-Convington-Saric-Embiid, giocatori enormi (il più basso supera i 205 centimetri), in grado letteralmente di cambiare su qualsiasi avversario e proteggere il ferro come pochissime altre squadre. Ecco, aggiungere LeBron James a questa struttura sarebbe l’ideale per avere opzioni in attacco, garantendogli la possibilità di rifiatare con più frequenza rispetto agli sforzi degli ultimi anni. Philadelphia però dovrà fare un po’ di calcoli per liberare i 35 milioni di dollari necessari per garantire il massimo salariale a James. Al momento i Sixers hanno 30.5 milioni a disposizione, qualora decidesse di rinunciare a tutti i giocatori che arrivano a scadenza il prossimo 30 giugno. Questo quindi vorrebbe dire niente J.J. Redick, Amir Johnson, Ersan Ilyasova e anche Marco Belinelli. Rinunce che verrebbero in parte compensate dagli innesti di Zhaire Smith e Landry Shamet; le due scelte arrivate attraverso il Draft che “costeranno” 4.1 milioni e porteranno attorno ai 26 l’offerta massima a disposizione di Philadelphia. Dieci giocatori sotto contratto, Richaun Holmes che ha la team option da 1.6 milioni e il margine di manovra resta ridotto. L’unico a cui poter rinunciare resta Jerryd Bayless, a libro paga per 8.575 milioni il prossimo anno e pedina di cui i Sixers si libererebbero ben volentieri. Scambiarlo per contratti da poter tagliare sarebbe l’ideale (l’appeal sul mercato non è molto), altrimenti in alternativa Philadelphia potrebbe spalmare la cifra sul doppio degli anni previsti dall’accordo (due), più uno (tre). Non più 8.6, ma 2.8 per tre anni, liberando poco più di 5.7 milioni. Totale circa 32 milioni, con Justin Anderson e poco altro ancora da poter mettere sul piatto. In sostanza a James toccherebbe fare un sacrificio di qualche milione, ma ormai è chiaro che scegliere Philadelphia vorrebbe dire prendere una decisione slegata dalla sola convenienza economica.
E Marco Belinelli? Sarà lui a restare con il cerino in mano?
La domanda che gli osservatori italiani si pongono è quella: in questo progetto Marco Belinelli come si inserisce? In realtà a Philadelphia sanno bene che il tallone d’Achille di un gruppo ben equipaggiato è l’assenza di tiro perimetrale, con Simmons che in tutta la stagione ha tentato 11 triple senza realizzarne neanche una, Covington che ha tirato con il 37% scarso (dimostrando un’incostanza preoccupante in alcune situazione) e con Embiid utile nel gioco lontano da canestro, ma ancora poco efficace (30.8% su oltre tre tentativi di media). I bersagli di J.J. Redick e dello stesso Belinelli sono dunque fondamentali per garantire spaziature necessarie a un attacco che altrimenti diventerebbe congestionato, anche se i 23 milioni di Redick ad esempio restano una cifra improponibile. Belinelli quindi farebbe comodo anche sotto questo aspetto, disposto a incassare meno senza far calare troppo rendimento e resa del gioco dei Sixers. L’azzurro però è davanti a un bivio, all’ultima free agency importante della sua carriera in cui dover scegliere se puntare a una squadra che gli garantisca l’ultimo contratto di rilievo della sua vita o in alternativa gareggiare al vertice, accontentandosi però di un accordo meno redditizio. La speranza era quella di unire entrambi gli aspetti, ma l’eventuale arrivo di James a Philadelphia chiuderebbe questa porta. Belinelli non ha mai nascosto la sua intenzione di ritornare ai Sixers anche il prossimo ottobre, ma per farlo dovrà prima di tutto aspettare la scelta di LeBron. Poi, in base a quella, fare le sue valutazioni e pensare che senso dare ai suoi ultimi anni in NBA.