La prima tessera del domino è caduta: “PG13” ha deciso di rifirmare con Oklahoma City per i prossimi quattro anni a 137 milioni di dollari complessivi, tenendosi un’opzione a suo favore per l’ultima stagione. George ha festeggiato il rinnovo in un party con Russell Westbrook: “Abbiamo un lavoro da finire”
In un video di qualche giorno fa per ESPN, il General Manager degli Oklahoma City Thunder Sam Presti citava una frase degli A Tribe Called Quest che diceva: “Scared money don’t make none”, liberamente traducibile come “chi ha paura di investire non guadagna neanche un dollaro”. Ebbene, il suo azzardo di dodici mesi fa è stato ripagato: Paul George infatti ha deciso di rifirmare con i Thunder e rimarrà in Oklahoma al fianco di Russell Westbrook per almeno le prossime tre stagioni. Contrariamente a quanto immaginato, non solo “PG13” non ha neanche concesso un incontro ai Los Angeles Lakers, che fino allo scorso anno sembravano la sua destinazione unica, ma ha anche accettato un quadriennale al massimo salariale da 137 milioni di dollari con l’ultima stagione con opzione a suo favore, rendendolo di fatto un 3+1. Una decisione per certi versi sorprendente visto che per lui avrebbe potuto avere più senso firmare un 1+1 (per potersi ripresentare sul mercato dei free agent tra un anno nel caso in cui la situazione tecnica non gli piacesse più) o ancora di più un 2+1 (per arrivare sul mercato del 2020 con la possibilità di firmare al 35% del salary cap, accedendo al massimo livello di contratto possibile dopo aver disputato 10 anni di NBA). Il 3+1, invece, assicura a lui più soldi garantiti — bisogna sempre ricordare che quattro anni fa ha subito un grosso infortunio con la rottura di tibia e perone — e più stabilità ai Thunder, che ora possono programmare le prossime tre stagioni sapendo di avere il controllo sul futuro di George e di Westbrook, sotto contratto fino al 2022. Proprio loro due hanno festeggiato il rinnovo di contratto con un party esclusivo a Oklahoma City per il quale il numero 0 ha interrotto la sua vacanza con la famiglia, presentandosi sul palco insieme e parlando apertamente di “avere un conto aperto” e di “portare il titolo in città”. I due, poi, hanno posato per una foto su Instagram con un sigaro in bocca, tradizionale simbolo di chi vince l’anello sin dai tempi di Red Auerbach. La scritta? “Unfinished business”.
Rifirmato anche Jerami Grant: all-in della proprietà dei Thunder
La dirigenza dei Thunder però non si è fermata a George: nelle primissime ore del mercato infatti è stato annunciato anche il rinnovo di Jerami Grant, uno dei membri chiave della panchina dei Thunder, confermato con un triennale da 27 milioni di dollari complessivi. Una decisione per certi versi sorprendente perché aggiungendo anche l'importo del suo contratto e quello di George il monte salari di OKC decolla a quota 156 milioni di dollari per soli 11 giocatori. In questo modo i Thunder non sono solamente in luxury tax, ma incorrono anche nella cosiddetta "repeater tax penalty", un'ulteriore sanzione per chi rimane sopra la soglia della tassa di lusso per quattro degli ultimi cinque anni. Per questo, se tutto rimanesse così com'è la tassa da pagare per tenere assieme questa squadra sarà di 130 milioni di dollari, la più onerosa di sempre nella storia della lega. Probabile allora che il GM Sam Presti abbia in mente diversi modi per abbassare quell'importo, ad esempio tagliando il contratto da 27 milioni di Carmelo Anthony e "spalmandolo" su tre stagioni, in modo da alleggerire al suo proprietario il bonifico da inoltrare alla NBA. In ogni caso, i Thunder rimarranno comunque sopra la luxury tax: l'impegno per vincere da parte della proprietà c'è tutto, ora starà a Westbrook e George portare risultati in campo.