Dopo il mancato arrivo di James a Philadelphia non hanno avuto esitazioni, tornando a puntare sul n°17 che così bene ha fatto nell'ultima stagione. Un accordo da oltre 12 milioni di dollari per l'ex giocatore dei Clippers
J.J. Redick è un veterano della NBA non per caso. Uno di quelli che conoscono benissimo le dinamiche della Lega e ben consapevole già 12 mesi fa che il suo ricco contratto con i Sixers era in realtà un riempitivo in attesa di questa off-season. Lui ha incassato con enorme piacere gli oltre 20 milioni di dollari, aiutando i giovani talenti di cui era circondato a crescere, per poi fermarsi e aspettare che le cose facessero il suo corso. Il destino della sua permanenza in Pennsylvania infatti non dipendeva da lui. Philadelphia è stata a lungo una delle squadre sulle tracce di James, una di quelle pronte a fare follie e rinunciare a diversi innesti pur di liberare spazio salariale per il neo giocatore dei Lakers. Arrivato l’annuncio da Los Angeles, i piani dei Sixers sono stati stravolti e si è passati al piano B, decidendo dunque di mantenere intatto buona parte del roster che ha fatto bene nell’ultima stagione. Marco Belinelli ha bruciato tutti sul tempo, firmando un biennale da 12 milioni con gli Spurs (cifre che difficilmente avrebbe incassato a Philadelphia, a prescindere dal destino di James), mentre Redick è rimasto pazientemente in attesa, pronto poi a trattare il rinnovo che lui auspicava. E neanche 24 ore dopo lo sbarco di LeBron ai Lakers è arrivato l’accordo anche per lui: un altro anno di contratto con le cifre che oscillano tra i 12 e i 13 milioni di dollari. Un tiratore dalla lunga distanza necessario ai Sixers per decongestionare un’area spesso affollata da giocatori che non riescono ancora a essere efficaci da tre punti. Redick ha dimostrato di essere il profilo ideale per assolvere a questo compito, al termine di una stagione che lo ha visto come il quarto miglior realizzatore con i piedi oltre l’arco nella storia dei Sixers: le sue 193 triple sono seconde soltanto alle 226 di Kyle Korver nel 2004/05, alle 203 di Robert Convington sempre di questa regular season e alle 197 di Dana Barros del 1994/95. Una fonte di canestri necessaria a cui abbeverarsi anche nei prossimi 12 mesi.