Dopo l'arrivo di LeBron, è già il momento di pensare alle prossime mosse per i Lakers, che possono permettersi di aspettare che si sblocchi la situazione legata a Kawhi Leonard forti del sì di James. Ma conviene provarci subito o aspettare un anno?
Incassato il sì di LeBron James almeno per le prossime tre stagioni, i Los Angeles Lakers possono ora passare alla seconda parte del piano: circondare il Re del talento necessario per costruire una squadra da tiolo NBA. E sarà molto interessante capire come la decisione resa pubblica da James cambierà le trattative in corso con i San Antonio Spurs per convincerli a cedere Kawhi Leonard, la cui volontà di unirsi ai Lakers per firmare a lungo è ormai nota da tempo. Da un punto di vista strettamente teorico, i Lakers ora possono permettersi di attendere: dopo diversi giorni in cui sono sembrati affrettarsi a cercare di avere Leonard in modo da essere sicuri di firmare anche James, ora la dirigenza guidata da Magic Johnson e Rob Pelinka può aspettare il momento in cui gli Spurs abbasseranno le pretese o accetteranno il pacchetto proposto, che è probabilmente costituito da Brandon Ingram, Kyle Kuzma, Josh Hart e una o più scelte al Draft. Nel caso in cui gli Spurs dovessero tenere duro sperando di ricomporre la frattura con Leonard o decidessero di cederlo ad un’altra squadra, ai Lakers non resterebbe che attendere un anno, nella speranza che Kawhi non decida di cambiare idea (come fatto da Paul George a Oklahoma City) mantenendo fede alla sua volontà di firmare solo con i gialloviola nell’estate del 2019, quando potrà diventare free agent e – possibilmente – coronare il suo sogno di giocare per i Los Angeles Lakers.
I due assi nella manica: i contratti di Randle e Deng
Per riuscirci, però, sarà fondamentale mantenere il prezioso spazio salariale ottenuto dopo un anno e mezzo di programmazione certosina. Dopo la scelta di James e le firme annunciate di Kentavious Caldwell-Pope (12 milioni per un anno), Lance Stephenson (4.4) e JaVale McGee (2.4), lo spazio salariale effettivo per i Lakers è finito, lasciando loro solo le briciole sottoforma di circa 2 milioni. I gialloviola hanno però un paio di assi nella manica per poterlo ricreare immediatamente in caso di necessità: il primo asso è Julius Randle, la cui “trattenuta sul cap” conta per 12 milioni in attesa che firmi un nuovo contratto o accetti la qualyfing offer propostagli dai Lakers per detenerne i diritti da restricted; l’altro asso è Luol Deng, il cui contratto da quasi 37 milioni complessivi per i prossimi due anni può essere tagliato e “spalmato” in qualsiasi momento. Con queste due mosse i Lakers otterrebbero immediatamente circa 25 milioni di spazio, buoni per firmare uno o più free agent di buon/ottimo livello (anche se non al massimo salariale) per migliorare la squadra nell’immediato. Il fatto però che abbiano firmato tre contratti annuali suggerisce che il piano dei Lakers possa essere di aspettare un altro anno sul mercato dei free agent in modo da poterne aprire circa 37 milioni nell’estate del 2019, buoni per mettere sotto contratto Kawhi Leonard oppure un altro free agent di alto livello come Kyrie Irving, Jimmy Butler, Klay Thompson o Kemba Walker nel malaugurato caso in cui Leonard rifirmi con un’altra squadra come fatto da Paul George.
La destinazione definitiva per i free agent
Per questo potrebbe avere senso riportare sostanzialmente la stessa squadra che lo scorso anno ha vinto 35 partite – quindi offrendo un accordo annuale anche a Julius Randle – e provare a fare il salto di qualità nella prossima estate piuttosto che subito, per quanto la carta d’identità di James suggerisca il contrario. Non utilizzare subito il contratto di Deng, poi, permetterebbe di utilizzarlo come accordo in scadenza nel 2020 da inserire in qualche trade, in modo da renderlo maggiormente di valore per una squadra alla ricerca di sollievo dal punto di vista del salary cap. Tenere il talento giovane a disposizione, farlo crescere attorno a James e conservare lo spazio salariale per utilizzarlo al momento giusto e per il giocatore giusto dovrebbe essere il piano per la prossima stagione di Magic e Pelinka. In questo modo, i Lakers diventerebbero la destinazione dei free agent per eccellenza: forti della città più amata dai giocatori NBA, del giocatore più forte del mondo e del carisma di uno come Magic Johnson, c’è da scommettere che ci sarà la fila per andare a vestire il gialloviola. Ovvio, se ci fosse la possibilità di aggiungere subito Leonard ad un prezzo ritenuto ragionevole, lo farebbero – così da giocarsi subito le proprie chance con la squadra immaginata per dare l’assalto al titolo NBA. In ogni caso, la pazienza professata da Magic nella conferenza stampa di una settimana fa ha trovato la sua motivazoine: con James sotto controllo per tre anni, i Lakers possono permettersi il lusso di costruire passo dopo passo una contender per durare nel tempo.