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NBA, riforma playoff: senza divisione Est-Ovest si aggiungono 64mila km ai viaggi delle squadre

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La differenza di valori tra le due Conference pone il problema nella formazione del tabellone playoff, rendendo quindi meno equilibrato il livello degli scontri durante la post-season: mischiare le carte però vuol dire fa aumentare in maniera esponenziale i viaggi da fare

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LeBron James ai Los Angeles Lakers è soltanto l’ultimo dei tanti All-Star che hanno deciso negli ultimi anni di passare dalla Eastern alla Western Conference, in questa lenta e inesorabile migrazione di talento che sta rendendo sempre meno equilibrato il bilancio tra le due parti. Per questo sembra più che plausibile pensare a una modifica della griglia playoff da comporre a fine regular season (che di per sé già pone di fronte a difficoltà ben diverse le squadre in base alla loro collocazione territoriale), abbattendo il vincolo Est-Ovest e puntando a premiare soltanto le migliori 16 franchigie per record di vittorie raccolto durante la stagione. Questo però richiederebbe che tutte le squadre affrontino lo stesso tipo di impegni, ma le distanze e i tanti chilometri percorsi rendono complesso immaginare dei calendari speculari per tutte e 30 le squadre, a meno di rinunciare a parte delle gare e “accontentarsi” di una regular season da sole 58 partite: due sfide andata e ritorno, in cui tutte si affrontano lo stesso numero di volte. Se questo scenario al momento appare molto lontano dal diventare realtà, discorso ben diverso va fatto per quello che sarà il criterio seguito nella composizione del tabellone playoff: per quello infatti sembra esserci bisogno in qualche modo di una modifica. Il commissioner Adam Silver ha parlato del fatto che sia in fase di studio un sistema che permetta alle due migliori squadre della Lega di affrontarsi alle Finals, ma si è detto molto preoccupato dal dover aggiungere così tanti chilometri percorsi sul groppone di squadre che passano sette mesi (quasi) sempre in volo per gli States. “Penso e ho già detto in passato che l’ostacolo per questo formato restano i tanti viaggi da dover compiere”, aveva raccontato Silver già qualche tempo fa. “E il mio obiettivo non è quello di complicare le cose per le franchigie. Ci stiamo muovendo in direzione opposta, aggiungendo una settimana di regular season, riducendo i back-to-back. Avere un formato con le migliori 16 squadre aumenterebbe in maniera esponenziale i chilometri percorsi”. Al momento le miglia percorse mediamente alle squadre durante i playoff sono 90.000 (145.000 km all’incirca), che diventerebbero così 130.000 complessivi (oltre 210.000); un aumento che verrebbe maldigerito da giocatori e addetti ai lavori; sempre in giro come trottole da una costa all’altra. Se a questo poi si aggiungesse un adattamento del calendario della regular season, cercando di rendere più omogeneo il numero di scontri tra le squadre, l’aggiunta potrebbe essere addirittura di 150.000 miglia nella stagione regolare: 250.000 km in più da percorrere che complicherebbero ancora di più le cose: “La speranza è quella di riuscire a far sì che tutto funzioni”, chiosa Silver. Certo è che contro la geografia e le distanze c’è davvero poco da fare.