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Mercato NBA, Zach LaVine: i Kings offrono 78 milioni, i Bulls pareggiano l’offerta

NBA

Il giocatore dei Bulls, corteggiato dai Kings che hanno fatto invano la prima mossa, resterà a Chicago firmando un quadriennale che lo renderà uno delle chiavi da cui la squadra dell'Illinois vuole ripartire nel prossimo futuro 

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Le voci avevano già anticipato un interessamento dei Kings, ma nelle ultime ore sono arrivate le definitive conferme e un ricco rinnovo per il diretto interessato: Zach LaVine, restricted free agent dei Bulls, era finito negli ultimi giorni nel mirino di Sacramento che ha provato a prenderlo mettendo sul piatto un quadriennale da 78 milioni di dollari. Un bel gruzzolo, considerando il difficile recupero dall’infortunio al crociato che ha messo ko l’ex giocatore dei T’wolves nel febbraio 2017 e che ha richiesto un anno di recupero e riabilitazione. LaVine però è stata la pedina di scambio più pregiata ottenuta dai T’wolves in cambio di Jimmy Butler la scorsa estate, uno degli asset attorno a cui rifondare una squadra che ha un disperato bisogno di iniziare a creare nuove certezze. Anche per questo Chicago ha deciso di pareggiare l’offerta (avendone la possibilità, vista la posizione contrattuale dell’ex T’wolves), investendo su di lui 19.5 milioni di dollari per i prossimi quattro anni e iniziando a riempire il cap con il primo contratto importante (al momento ci sono i 14.4 milioni di Robin Lopez, oltre ai pessimi accordi da 11.3 di Omer Asik e 8.5 di Cristiano Felicio). Un giocatore su cui ci sono ancora molti punti interrogativi, che ha fatto intravedere sprazzi di talento cristallino anche negli ultimi mesi dopo essere rientrato, ma che secondo i critici non ha lo spessore e la forza per trascinare i Bulls da protagonista. LaVine ha fatto dell'atletismo smisurato la sua caratteristica, più famoso per le sue schiacciate all'All-Star Game che per l'efficacia sul parquet, aumentata con il migliorare della sua mira dalla lunga distanza. A sorprendere poi gli addetti ai lavori e gli appassionati è stato soprattutto l'interessamento dei Kings, che dovrebbero andare a caccia di giocatori solidi e invece speravano di poter inserire nel loro roster l'ennesima scommessa dall'esito tutt'altro che scontato.