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NBA, offese sul murales di LeBron James a L.A.: "Non ti vogliamo, non sei un Re"

NBA

Una delle opere di strada spuntate negli ultimi giorni a Los Angeles è stata rovinata dall'azione di alcuni teppisti di strada, che hanno ricordato il record e le sconfitte alle Finals di LeBron James e lanciando un messaggio chiaro: "Non ti vogliamo"

Lui deve ancora farsi vedere in città, volato a Positano per godersi le vacanze e allontanarsi il più possibile dal caos generato dalla sua scelta di giocare per i Los Angeles Lakers per i prossimi quattro anni, ma in California l’attesa è già frenetica e porta con sé qualche polemica. L’ultima è quella che riguarda uno dei tanti murales spuntati negli ultimi giorni sui muri di L.A., che lo ritrae in una delle pose rese famose da uno degli scatti più iconici degli ultimi anni: il suo sguardo tra la soddisfazione per sé e il totale disprezzo nei confronti dell’osservatore. Con un dettaglio nuovo però: la maglia dei Lakers in bella mostra, in attesa di indossarla per davvero, e la scritta “Il Re di Los Angeles”. L’incoronazione della strada, aspettando quella del parquet. Non tutti però sono dello stesso avviso, visto quanto successo nelle ultime ore, quando dei vandali non hanno perso tempo (e occasione per mettere in mostra la loro stupidità), rovinando il lavoro con delle scritte gialle inequivocabili: “Non ti vogliamo”, 3-6 (in riferimento al record raccolto in carriera alle Finals), “Non sei un Re”. Frasi prontamente rimosse per rimettere in sesto l’opera di Jonas Never e dell’artista di strada Fernando Valdez. Non è la prima volta in realtà che qualcuno scrive sui muri di Los Angeles delle offese nei confronti di James: lo scorso anno, a poche ore dalla prima palla a due delle Finals tra Golden State e Cleveland, a distrarre l’allora n°23 dei Cavaliers furono gli insulti razzisti che spuntarono sul cancello della sua villa in California, proprio nei pressi della città degli angeli: “La questione razziale è sempre di attualità in tutto il mondo e anche in America; il problema dell’odio razziale verso gli afro-americani è una cosa di ogni giorno”, dichiarò in quell’occasione, viste le parole di scherno e le offese di stampo ben lontano da quello sportivo. Chi ne contesta i meriti e i titoli conquistati sul campo compie un’operazione ben diversa, dando voce a una parte di tifosi che al momento resta scettica di fronte al suo arrivo in giallo-viola. A James dunque toccherà convincere anche loro.