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Mondiali 2018 Russia, Francia-Croazia: è sfida mondiale anche nel mondo NBA

NBA

I campioni croati sono cresciuti nel mito di Toni Kukoc e Drazen Petrovic, pronti a strappare alle leggende del basket il primato nazionale, mentre dall'altra parte sono tanti i giocatori NBA pronti a celebrare l'eventuale trionfo mondiale dei francesi 

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FRANCIA-CROAZIA, LE PROBABILI FORMAZIONI

Si parla sempre di quanto la NBA sia attrattiva non solo verso i milioni di fan in giro per il mondo, ma come rappresenti spesso un esempio per i professionisti di tanti altri sport che appena possono popolano gli spalti delle arene NBA per osservare da vicino degli atleti al di fuori della norma anche dal loro punto di vista. Questione di cultura, di etica, di continuità nello sforzo, oltre che di passione. In Croazia infatti il basket è da sempre uno degli sport più diffusi e praticati, con la nazionale che nel 1992 si piegò soltanto al Dream Team di Michael Jordan nella corsa all’oro olimpico. Il più grande traguardo raggiunto nello sport da una nazione con poco più di 4 milioni di abitanti, nata dalle ceneri dopo l’esplosione della Jugoslavia, superato nel mondo del calcio dai vari Ivan Rakitic, Luka Modric e Ivan Perisic che si apprestano a giocare la finale del mondiale di Russia contro la Francia. Un obiettivo quasi irraggiungibile alla vigilia, diventato realtà dopo aver superato sfide ai rigori, supplementari e qualsiasi tipo di insidia. I nomi dei campioni di questa squadra sono già pronti a essere scritti nell’Olimpo sportivo croato di fianco a quelli di Toni Kukoc, Dino Radja e Drazen Petrovic; i grandi protagonisti del glorioso passato sotto canestro. Gli attuali calciatori di Barcellona e Real Madrid, pluricampioni d’Europa con le loro squadre e vere e proprie star planetaria, non nascondo il senso di appartenenza e di ammirazione nei confronti delle vecchie glorie croate, diventate poi protagoniste anche in NBA. “Parlare di Toni Kukoc, vuol dire parlare di basket in Croazia”, racconta Rakitic, seguito poi da Modric, Kovacic e Perisic: “È una cosa speciale per noi, pensando anche a tutti i campioni con cui ha condiviso il parquet”. Rispetto e stima che vengono fuori anche quando si parla di Petrovic: “È stato il miglior europeo di sempre ad aver giocato in NBA”, commenta convinto il centrocampista del Real Madrid che strizza l’occhio al pallone d’oro. “Sono orgoglioso di essere croato come lui”, chiosa Rakitic, che con il suo rigore segnato alla Russia ha portato un importante tassello nella cavalcata della sua nazionale. Davanti a Petrovic e al suo mito però, tutti sembrano diventare piccolissimi e insignificanti.

I tanti croati in NBA che seguono il mondiale e la passione di Griezmann

Non solo passato però, visto che anche oggi alcuni dei migliori talenti del basket croato giocano con successo in NBA. Bojan Bogdanovic, Dragan Bender e soprattutto Dario Saric sono i più citati dai calciatori croati, ben consapevoli di quanto l’impatto dei giovani cestisti nella lega sia tutt’altro che trascurabile. Di solito sono loro sotto canestro a combattere contro i colleghi francesi per provare a conquistare qualche trofeo a livello continentale e non, ma questa volta sono stati i giganti del basket a essersi seduti comodi sul divano e a godersi lo spettacolo. Ivica Zubac scrive su Twitter: “Se devo morire potrebbe essere questa notte”, mentre i suoi connazionali combattono durante i supplementari con l’Inghilterra. Bender invece rilancia il post di Snoop Dogg con la maglia della Croazia, godendosi un traguardo mai raggiunto prima dalla nazionale di calcio. Anche Rakitic e soci dimostrano di conoscere bene i colleghi che combattono sul parquet: “Bogdanovic è un grande tiratore, i suoi miglioramenti con la nazionale e in NBA sono incredibili”. Nei mesi scorsi, quando c’è stato tempo durante la pausa dei campionati di fare una capatina dall’altra parte dell’oceano, la foto ricordo i croati l’hanno scattata con un altro campione balcanico: Goran Dragic, fresco vincitore del titolo di campione europeo con la sua Slovenia. Tutti appassionati dunque, ma mai quanto Antoine Griezmann, seguito da più di cinque milioni di persone su Twitter, ma che a sua volta vede nella sua home i post soltanto di tre contatti. Uno, il più scontato e dovuto, è quello dell’Atletico Madrid (il lavoro resta pur sempre quello). Gli altri due invece sono il profilo ufficiale della NBA e quello di Joel Embiid (che non ha nascosto il suo tifo per la nazionale francese). Al cuore infatti non si comanda e Antoine è un grande appassionato di palla a spicchi.

I campioni NBA francesi e il loro tifo per i colleghi calciatori

I cestisti croati ad aver fatto il grande salto negli States negli ultimi anni sono molti, ma la colonia francese se possibile è ancora più numerosa e appassionata di calcio. Durante la semifinale contro il Belgio, gli account Twitter dei vari Tony Parker, Rudy Gobert e tutti gli altri si sono uniti ai milioni di appassionati francesi, orgogliosi per la conquista della terza finale mondiale negli ultimi 20 anni. La storica point guard degli Spurs negli ultimi giorni è si è confrontato con la più difficile decisione della sua carriera, andato via da San Antonio dopo 17 anni di carriera trascorsi all’ombra dell’Alamo. Una scelta sofferta, che però non ha trovato spazio sui suoi social a differenza delle vittorie dei colleghi calciatori: “FINALE” è il cinguettio che campeggia sul suo profilo. Per dare spazio agli Charlotte Hornets ci sarà tempo, non come l’eccezionalità di portare a casa un trionfo mondiale. Stesso messaggio lanciato da Evan Fournier e Rudy Gobert, che sognano magari un giorno di disputare anche nella loro carriera NBA una finale. Nicolas Batum invece ha postato la foto degli Champs Elysee in festa, invasi di persone come se il mondiale avesse già trovato il suo legittimo proprietario. Manca ancora la partita più importante e complicata da conquistare, contro un avversario che sente di giocare la sfida più importante della propria vita. Scaramanticamente tutti resteranno in silenzio sui social nel pomeriggio di domani, pronti a esplodere di gioia e dar vita a una festa che in ogni caso andrà avanti a lungo. E avrà almeno in parte anche un sapore NBA.