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NBA, parla Mo Bamba: “Con me e Jonathan Isaac Magic da playoff”

NBA

Lorenzo Scatigna

La matricola da Texas ha chiuso la sua estate mettendo in mostra grandi doti fisiche e un tiro da tre in miglioramento, ma guarda a Draymond Green per ispirarsi: "Con anche solo la metà della sua intensità difensiva e del suo agonismo offensivo, diventerò un giocatore da ricordare in questa lega"

SUMMER LEAGUE DI LAS VEGAS: PORTLAND CAMPIONE, JOSH HART MVP

LAS VEGAS — Mentre la summer league di Las Vegas celebra la sua finale (Lakers vs. Blazers) senza la presenza dei suoi Orlando Magic, siamo andati a parlare con quello che nelle sue sole tre apparizioni estive (chiuse a una media di 8.7 punti e 5.7 rimbalzi, ma anche 2.3 stoppate — la vera specialità della casa — in 19.7 minuti di media a partita) si è confermato essere tra i giocatori più intriganti (assieme a Jaren Jackson) del talentuoso Draft 2018. Di Mo Bamba e del suo incredibile potenziale ormai si è scritto e detto tanto e i lampi messi in campo per la prima volta tra i pro hanno mostrato il suo incredibile upside oltre ad evidenziare già dei notevoli miglioramenti nella meta campo offensiva, grazie anche al super lavoro svolto negli ultimi tre mesi sotto la guida del nuovo guru dei fondamentali Drew Hanlen. Ma quello che ha colpito più di tutto — oltre alle dimensioni delle sue leve infinite e alla verticalità del suo corpo — è un carisma che, unito a notevoli doti communicative, lo porta a parlare di pallacanestro con estrema disinvoltura davanti ai media, mostrando grande personalità e una maturità insolita per la sua giovane età (maturità che l’infanzia ad Harlem ha sicuramente aiutato a sviluppare prima del dovuto). Se non c'erano dubbi riguardo il suo IQ decisamente sopra la media in campo, la sensazione è che la sua grande intelligenza riguardi anche tutti gli aspetti fuori dal campo.

C’è grande siccità di risultati a Orlando: pensi di poter aver un impatto tale da riportare finalmente i Magic ai playoff?

“Sicuramente sì, io vedo i Magic come una squadra da playoff”.

Molte speranze sono risposte nella coppia formata da te e Jonathan Isaac. Avete già immaginato quale potrebbe essere il tipo di intesa e di impatto che potreste avere?

“Assolutamente. Il potenziale tra me e Johnny [Isaac] è irreale e  in queste partite di summer league abbiamo iniziato ha sviluppare la nostra intesa e a trasformare questo potenziale in produzione sul campo, iniziando dalle piccole cose. Nella partita contro Memphis ad esempio abbiamo causato tre palle perse per violazione dei 24 secondi. Johnny ha rifilato un paio di stoppate su situazioni di aiuto dal lato debole. La nostra presenza è già tangibile”.

Lo testimoniano proprio le 5 stoppate e 3 palle rubate di Isaac contro Memphis…

A: Lui è il compagno con cui per me è fondamentale trovare la migliore intesa. Come posso definirlo? Lui è il trendsetter, quello che deve indicarci la strada: è lui a dettare l'intensità che la squadra deve seguire”.

Quali sono stati i tuoi obiettivi per questo debutto in summer league?

“Ero molto concentrato fin dalle prime partite, perché il turno preliminare mi metteva già di fronte a Jaren Jackson Jr., giocatore di grandissimo talento, quarta scelta assoluta, un lungo già bidimensionale e uno dei rookie che si è messo più in mostra quest’estate. Poi c'era da affrontare i Suns di Deandre Ayton, la prima scelta assoluta, offensivamente già un fattore. Il mio approccio mentale ciò nonostante non è cambiato: in campo volevo essere dominante”.

Trovi extra motivazioni nell’affrontare giocatori scelti prima di te al Draft?

“Credo fermamente che le motivazioni vengano da dentro ma anche un fattore esterno come l’ordine al Draft può servire: Draymond Green ricorda sempre tutti i 34 nomi chiamati prima di lui al Draft e questo  contribuisce ad aumentare la sua intensità e il suo agonismo [due dei punti deboli del Bamba attuale, nda]. Se io riuscirò a portare nel mio gioco anche solo la metà  della sua intensità difensiva e del suo agonismo offensivo, penso proprio che diventerò un giocatore da ricordare in questa lega”.

Che giudizio dai della tua estate?

“Penso per prima cosa di aver dimostrato al coaching staff di saper gestire e adattarmi a situazioni diverse, di saper imparare. Poi credo di aver guadagnato la loro fiducia e di aver sviluppato un senso di cameratismo coi miei compagni tale da fargli capire che là dietro io sono lì, pronto ad aiutarli. Da qui a diventare un punto di riferimento e a completare il mio processo di maturazione personale però c’è ovviamente  ancora tanta strada da percorrere”.

Quali miglioramenti credi di dover fare?

“Da tagliante devo saper fare tutto, perché questo aprirebbe un sacco di soluzioni alla squadra, senza che io debba necessariamente ricevere palla sul gioco a due”.

Sei alto 2.13 ma hai già messo in mostra anche il tiro da tre punti…

“Spero che in breve tempo sia un’arma in più del mio gioco, diretta conseguenza dell’enorme massa di lavoro fatto: ho voluto essere molto trasparente nel far sapere a tutti la quantità di tempo che ho speso in palestra per lavorare sul mio jumpshot — e credo stia già pagando i primi dividendi”.

Rispetto al giocatore che ha lasciato Texas dove senti di essere migliorato di più?

“Il mio motto e': ‘Devi migliorare ogni giorno in una percentuale compresa tra l'1 ed il 5%’. Ecco, io penso di aver già fatto un più che discreto lavoro per quel che riguarda la capacità di diversificare il mio gioco e il mio arsenale offensivo”.

Quali saranno gli obiettivi personali della tua prima stagione nella lega? Quali caratteristiche del tuo gioco pensi si adattino meglio al basket NBA?

“Mi sono posto obiettivi importanti, ma credo tutti alla portata. Voglio avere un impatto immediato, e chiudere vincendo il premio di difensore dell’anno ma anche quello di rookie dell’anno. Se devo guardare più a lungo termine il sogno è quello di poter un giorno salire su un palco indossando una giacca con il simbolo che dice ‘Hall of Fame’. So di avere tanto lavoro da fare nel frattempo ma se c’è una cosa che ho assolutamente imparato da coach Smart a Texas è che esiste mai veramente un traguardo. Nell'immediato le caratteristiche che sicuramente mi aiuteranno di più sono quelle di stoppatore, a protezione del ferro: lì posso avere già impatto anche tra i pro. Sto comunque imparando differenti letture e molte situazioni difensive: credo proprio di potermi adattare a qualsiasi cosa”.