NBA, intervista esclusiva a Messina: "Siamo usciti bene dallo scambio con Toronto, Belinelli ci aiuterà"
NBAIntervenuto a Sky Sport 24, l'assistente allenatore dei San Antonio Spurs ha parlato a lungo dell'estate della sua squadra in NBA ma anche della Nazionale, del rapporto tra Danilo Gallinari e gli azzurri e del paragone tra LeBron James e Cristiano Ronaldo
È un Ettore Messina abbronzato ma comunque in vena di parlare quello che è intervenuto oggi a Sky Sport 24. Direttamente dal Forte Village Resort di Santa Margherita di Pula, l’assistente allenatore dei San Antonio Spurs ha parlato a lungo dei temi più svariati, a partire ovviamente dalla situazione legata a Kawhi Leonard. "Certamente il suo addio è dispiaciuto a tutti, ma siamo usciti bene dallo scambio con Toronto perché abbiamo preso un eccellente giocatore come DeMar DeRozan, un promettentissimo giovane come Jakob Poeltl e una prima scelta per l’anno prossimo, perciò abbiamo immesso forze nuove e fresche" ha commentato Messina. "Siamo una squadra completamente rinnovata, ma abbiamo l’ambizione e le qualità per fare bene: l’obiettivo come sempre sono i playoff e poi vediamo". Una squadra di cui da quest’anno torna a far parte anche Marco Belinelli, tornato in Texas per riunirsi con la squadra più importante della sua carriera. "Marco ha lasciato un ricordo indelebile a San Antonio: non è comune che un giocatore che se ne è andato via tre anni dopo venga richiamato dalla franchigia che lo ha avuto in precedenza. Marco è uno che la sua carriera in NBA se l’è ampiamente sudata: è arrivato forse nello scetticismo generale ma è riuscito ad avere una lunga carriera e a vincere un titolo NBA, oltre che la gara del tiro da tre punti. Ovunque è andato ha fatto bene, anche nella sua ultima esperienza a Philadelphia. Il fatto che coach Popovich e gli Spurs lo abbiano rivoluto, per di più con un contratto di due anni, credo sia un’enorme soddisfazione per lui. I tifosi sono molto contenti, sono sicuro che ci darà una grossa mano".
Dall’Italia agli USA e ritorno: gli sbarchi di Sergio Scariolo a coach Larry Brown
Messina è stato vicino a diventare il primo allenatore europeo a diventare head coach in NBA, ma da quest’anno ci sarà un altro italiano nella NBA: Sergio Scariolo, infatti, farà parte dello staff di coach Nick Nurse a Toronto, la nuova squadra di Leonard. "Sergio non ha bisogno di consigli perché è un grande allenatore che ha guidato la nazionale spagnola a risultati importanti" ha commentato Messina. "Credo che sia voglioso di fare quest’esperienza per confrontarsi con un mondo che è un passo avanti rispetto all’Europa e al resto del mondo: il livello di competitività, le strutture, l’organizzazione, gli ampi staffi di sei/sette allenatori che si preoccupano di seguire la squadra sono tutti fattori che rendono l’esperienza estremamente interessante dal punto di vista tecnico e personale. Per lui e la sua famiglia sarà un’esperienza non solo di pallacanestro molto importante, come è successo per la mia". Da questa parte dell’oceano, invece, è sbarcato un allenatore leggendario del basket statunitense, vale a dire Larry Brown: "Il suo è un nome che stimola la fantasia, visto che ha allenato e vinto ovunque. È uno dei più grandi insegnanti di pallacanestro, un Liedholm o un Sacchi per fare un paragone con il calcio. A Torino lo accoglieranno come merita, sarà una scoperta di pallacanestro molto interessante per gli appassionati di basket italiani e torinesi".
Messina su Gallinari: “Lui e la Nazionale hanno bisogno gli uni degli altri”
Inevitabile un passaggio anche sulla Nazionale italiana, che il CT Meo Sacchetti ha ereditato proprio dalle sue mani dopo Eurobasket 2017: "Meo sta lavorando molto bene così come il gruppo di giocatori a sua disposizione, al netto delle famose finestre per le nazionali che impediscono agli NBA e all’Eurolega di partecipare" ha detto l’ex CT. "Il nostro quintetto base praticamente non ha mai giocato ma i ragazzi che li hanno sostituiti hanno giocato bene, pur arrivando stanchi e fuori condizioni dopo una lunga stagione contro Croazia e Olanda. Siamo riusciti a passare alla fase successiva e siamo ancora in corsa: sono convinto che andremo ai Mondiali con pieno merito". A tenere banco è però la questione aperta tra Danilo Gallinari e la maglia azzurra, rapporto che ormai sembra incrinato: "Anche quando allenavo gli azzurri tanti anni fa sono sempre stato scettico del fatto che la Nazionale potesse essere collegata a un solo giocatore. Di sicuro Danilo non è stato fortunato perché ha avuto un po’ di infortuni di troppo nella sua carriera, ma lui ha bisogno della Nazionale e la Nazionale ha bisogno di lui, e sono sicuro che lui, Meo e il presidente Petrucci troveranno un modo per intendersi e per trovare la miglior squadra possibile in vista delle prossime partite".
Il paragone LeBron-CR7 e la situazione del Milan
Ultime domande più leggere parlando anche di calcio, a partire dal paragone tra due atleti di fama mondiale che nel corso dell’estate hanno cambiato maglia: LeBron James e Cristiano Ronaldo. "Entrambi sono giocatori ultra-trentenni che per il loro modo di prepararsi, di allenarsi e di curare il proprio corpo sembrano aver appena superato i 20 anni. Sono atleti incredibili, capaci di fare qualsiasi cosa. Entrambi poi vanno in squadre che sono vicine ad arrivare al grande risultato: la Juventus vuole la Champions League, i Los Angeles Lakers magari non possono arrivare subito alla Finale NBA ma possono puntare a quella di conference per sfidare i Golden State Warriors o gli Houston Rockets, le due squadre più accreditate a Ovest. Dipenderà molto non solo da loro due ma anche dai giocatori che sono loro attorno, e in questo probabilmente Ronaldo è avanti perché la Juve ha uno zoccolo duro di campioni che è già arrivato alla finale di Champions e di cui CR7 rappresenta la ciliegina in più. Costruire la squadra attorno a LeBron sarà un processo più lungo". Infine, un’ultimissima battuta sulla situazione della sua squadra del cuore: "Sono tifoso fin da bambino del Milan, e siccome sto soffrendo mi avvalgo della facoltà di non rispondere…" ha scherzato inizialmente Messina, prima di commentare con lucidità la situazione in casa rossonera. "Io credo che tutto sempre cominci dai vertici: è importante che ci sia una forte struttura societaria. Da vecchio nostalgico sono stato contento quando ho letto che Paolo Maldini potrebbe rientrare in società [ipotesi che sembra sfumata, ndr]. Mi auguro che venga fatta una struttura forte che sappia cosa vuol dire giocare in un club di altissimo livello come è stato il Milan negli anni passati: poi se arriveranno giocatori forti tanto meglio, ma tutto comincia sempre con una compagine societaria che abbia la forza e il carisma per portare avanti determinati principi".