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NBA, Minnesota Timberwolves, niente Jimmy Butler: "Non dobbiamo scambiarlo a tutti i costi"

NBA

Jimmy Butler è il grande assente al Media Day in Minnesota, ma è la costante in tutti i discorsi e argomento ricorrente nelle domande: "Dobbiamo pensare al bene della squadra: se una trade non ci convince, non faremo nulla che vada contro l'interesse dei Timberwolves"

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Jimmy Butler non è più interessato ad allenarsi e giocare ancora con i T’wolves. Questo il messaggio lanciato ormai una settimana fa dall’ex giocatore dei Bulls che ha implorato il proprietario Glen Taylor e lo stesso coach Thibodeau (la principale ragione del suo arrivo in Minnesota 12 mesi fa) di scambiarlo il prima possibile, altrimenti il rischio è quello di perderlo senza ottenere nulla in cambio durante la prossima free agency. Butler dunque è stato esentato dal presentarsi al Media Day dei T’wolves, ma è rimasto al centro della discussione per la maggior parte del tempo. “Al momento il nostro lavoro è quello di trovare la migliore opportunità sul mercato: se c’è qualcosa che pensiamo possa essere positivo per noi, soltanto a quel punto metteremo in piedi una trattativa. Se invece non troviamo nulla, siamo pronti ad andare avanti”, sottolineando che Butler ha bisogno di un altro po’ di tempo per fare riabilitazione e rimettersi in sesto del tutto. Sì, una stoccata per ricordare al n°23 che la sua condizione fisica potrebbe impedirgli di puntare a prendere i tanti soldi offerti dai T'wolves da un'altra parte. Thibodeau inoltre ha fatto presente che l’obiettivo di Minnesota è quello di fare il proprio interesse e non di assecondare i desideri di quello che ormai è diventato una patata bollente da gestire. L’allenatore di Minnesota però non si schiera contro di lui: “Spesso ci sono persone che dicono a parole tutte le cose giuste, senza però fare nulla di buono per la squadra. Altri invece magari non usano il giusto tono, ma colgono in pieno il messaggio. Quando guardo all’impatto che Butler ha avuto sul gruppo, mi rendo conto che è stato enorme. Abbiamo vinto 47 partite, nonostante lui ne abbia saltate 25 per infortunio. I tifosi hanno sempre riempito il Target Center, dimostrando un interesse crescente nei confronti della squadra: questa è la sua impronta”.

Per mettere in piedi una trade necessario "l’aiuto" dei Kings

Nel frattempo però le trattative vanno avanti, nonostante fonti vicine a Wojnarowski di ESPN raccontino che Thibodeau è convinto di poterlo ancora trattenere (e sotto questa prospettiva vanno inquadrate le sue parole in conferenza). Sia l’allenatore che il GM Scott Layden sono impegnati in continui incontri con proprietari e manager di altre franchigie, senza avere ben chiaro in mente a quali asset puntare. Dubbi che diventano ancora più grandi perché le direzioni prese dalle due figure cardine dei T’wolves sembrano essere opposte: Layden ha iniziato a chiedere stelle, titolari, scelte al Draft o spazio salariale in cambio di Butler, ma il potere contrattuale in mano a Minnesota al momento è minimo. Coach Thibodeau ha ben chiaro in mente che i T’wolves non riusciranno mai a mettere le mani su un talento paragonabile a Butler e sa che il rischio di non centrare l’obiettivo playoff è concreto (con conseguente licenziamento). La confusione quindi è totale e viene percepita anche da chi si siede al tavolo a trattare con loro. In tutto questo Butler resta a distanza, con la scusa di una riabilitazione che spera di terminare quando avrà già la possibilità di indossare un’altra maglia. Per facilitare un’eventuale trade Minnesota dovrà in ogni modo provare a tirare dentro le trattativa anche Sacramento, soprattutto se l’intenzione è liberarsi del contrattone da 48 milioni in tre anni di Gorgiu Dieng. I Kings infatti sono gli unici ad avere abbastanza spazio salariale (11 milioni di dollari), uniti a un bel po’ di contratti in scadenza come quelli di Randolph, Shumpert e Koufos. Con qualche scelta e un po’ di verdoni in California potrebbero essere felici di prendersi qualche contratto scomodo.