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Boban Marjanovic arriva al ferro senza saltare, ma questo in NBA non basta

NBA

Il gigante dei Clippers è stato il protagonista dei sette minuti trascorsi sul parquet: 11 punti, sei rimbalzi e un dominio dovuto al suo strapotere fisico. Per arrivare al canestro in alcuni casi non serve neanche staccare i piedi da terra

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Della sua incapacità di restare in campo a lungo in NBA si è già discusso in passato, ma l’impatto di Boban Marjanovic in attacco - grazie soprattutto alle sue dimensioni fisiche - continua a essere davanti gli occhi di tutti. Il centro serbo, spesso un problema quando si tratta di piegarsi sulle gambe e  proteggere il proprio canestro, diventa un’arma letale nella metà campo avversaria. Un totem difficile da spostare e limitare, vista la facilità con cui Marjanovic riesce ad arrivare al ferro a prescindere dal numero e dalla dimensione degli avversari (tanti lillipuziani in contro a lui). A scatenare l'ironia su Twitter è stato uno dei canestri messi a referto nella gara vinta dai Clippers nella notte contro i Lakers, in cui il compagno di squadra di Gallinari (rimasto a riposo) è arrivato con enorme facilità ad appoggiare indisturbato i due punti. A riguardare le immagini sembra chiaro che mentre la sua mano sfiora il canestro, i piedi restano ancora a contatto con il parquet. Un’estensione di 305 centimetri che non necessita di un ulteriore salto o sforzo come i comuni mortali. Un dettaglio sottolineato dal sempre attento Rob Perez via Twitter. "Nulla da vedere, se non il fatto che Boban arriva a canestro mantenendo le punte dei piedi a terra" è il suo commento.

Il profilo ufficiale dei Clippers non ha perso tempo e ha subito replicato, postando come risposta una foto in cui si vede chiaramente tutta l'estensione di Marjanovic. Lo scatto simbolo di una prestazione dal grande impatto (arrivata nel finale di una partita amichevole, sia chiaro): sette minuti e 23 secondi sul parquet, chiusi con 11 punti (4/5 al ferro, uno lo ha sbagliato anche lui), sei rimbalzi e una stoppata. Quando resta sul parquet in sostanza, conviene aggrapparsi alle sue possenti spalle. "Una prestazione da registrare e spedire subito a Springfield", commenta ironico il giornalista di ESPN Dave McMenamin, che però in maniera ironica coglie il punto: possibile che non si riesca a ritagliare uno spazio credibile in campo? Una domanda a cui Doc Rivers ha risposto: “Deve continuare a essere gigante”, lasciando intendere che per pochi minuti si potrebbe chiedere aiuto anche a lui durante la stagione. E che magari imparare a far valere la sua stazza anche in difesa potrebbe aiutare. Marjanovic dal canto suo è il beniamino dello spogliatoio, non tanto e non solo per una questione di carattere, ma anche per l’atteggiamento dimostrato in questi anni. “Se la squadra vince e io non gioco neanche un minuto, sono felice lo stesso”, a conferma della sua indole, mentre i suoi compagni in panchina non hanno dubbi. L’esultanza dei vari Tobias Harris, Marcin Gortat e tutti gli altri è sintomatica di come tutto il roster sia dalla sua parte. “Concentrati su noi stessi: un gruppo unica, una sola anima”, commenta Patrick Beverley riprendendo il video della festa in panchina dopo l’ennesimo canestro di Marjanovic. Se trovasse il modo di restare più a lungo in campo, farebbe davvero felici tutti.