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George: "Se non fossi stato scambiato dai Pacers, ora sarei ai Lakers"

NBA

Il n°13 dei Thunder ha raccontato come fino a qualche mese fa non avesse dubbi sul fatto che sarebbe diventato un nuovo giocatore dei Lakers, prima però che nella sua vita arrivasse Oklahoma City, Russell Westbrook e tutto il resto

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Paul George è felice di aver rinnovato per altri quattro anni questa estate con i Thunder, anche perché avrebbe potuto scegliere in autonomia di fare le valigie e andare a firmare da un’altra parte. Un anno fa ad esempio non avrebbe avuto dubbi, Los Angeles era per lui la città del destino (oltre che quella dove tornare dopo le stagioni trascorse a Indianapolis). Un’idea a lungo balenata nella testa del n°13, prima di cambiare rotta una volta indossata la maglia dei Thunder, come raccontato dal diretto interessato a The Undefeated: “È stata una decisione al limite, 50-50 tra il voler tornare a casa e il restare nella situazione in cui mi trovo adesso. Ma il mio pensiero non era stato sopravvalutato: volevo davvero andare a giocare a L.A., quella era la mia destinazione preferita. Se non si fosse trovato il modo di scambiarmi con i Thunder, giocando così un altro anno a Indianapolis, alla fine adesso indosserei la divisa dei Lakers”. Già, la suggestione è passata davvero nella testa di molti. LeBron James, Paul George e poi chissà. I giallo-viola sul piatto la scorsa estate però non hanno voluto forzare la mano e soprattutto rinunciare a Brandon Ingram e/o Lonzo Ball, i giovani arrivati in dote soltanto al termine di una lunghissima sequenza di sconfitte. Un bene “prezioso” per i Lakers, da non sacrificare in alcun modo; una decisione che aveva indisposto un bel po’ Paul George al tempo e magari iniziato a logorare le sue convinzioni nel voler scegliere di partire in direzione Los Angeles. Al resto poi hanno pensato le parole di compagni, colleghi e dirigenza: “Guardando a quello che mi è successo in estate e durante la free agency, mi sono schiarito molto le idee parlando con la squadra, con Westbrook e con il front-office. Mi sono iniziato a sentire bene qui ai Thunder. Lo scorso anno non avevo dato a questa squadra la possibilità di partire con la mente libera e sgombra da pensieri, convinto com’ero di finire da un’altra parte. Quest’anno voglio fare le cose nel modo giusto e iniziare da subito a creare la giusta chimica”. Insomma, Sam Presti è riuscito ancora una volta a chiudere un vero e proprio affare: “È stata una scommessa favolosa, ci vogliono gli attributi per sfidare una piazza come Los Angeles. I Thunder ci hanno provato, mettendo alla prova la loro fortuna e scoprendo così di averla”.