Please select your default edition
Your default site has been set

NBA Sundays, Cleveland-Atlanta: sfida a Est per il primo appuntamento domenicale

NBA

I "nuovi" Cavs nelle mani di Kevin Love, lo scontro tra matricole Collin Sexton vs. Trae Young, giocatori alla ricerca del salto di qualità come Cedi Osman e Taurean Prince. L'appuntamento è per DOMENICA A MEZZANOTTE SU SKY SPORT NBA (con telecronaca di Alessandro Mamoli e Marco Crespi)

Due squadre in ricostruzione (anche se diversa nei modi). Due rookie sotto i riflettori. Due realtà che magari non capiterà spessissimo di veder passare sugli schermi tv italiani e, che per questa ragione, rende ancora più interessante il primo appuntamento domenicale in prima serata della stagione 2018-19. Una prima serata, a dire il vero, un po’ tarda, perché la palla a due tra Cleveland e Atlanta si alza alla mezzanotte precisa. In casa Cavs il tema della stagione è fin troppo ovvio: bisogna imparare a stare al mondo senza più LeBron James. Il ruolo di leader – lo dice il palmarès e lo conferma il contratto firmato in estate (4 anni per 120 milioni di dollari) – ricade ovviamente sulle spalle di Kevin Love, un Love che ha inaugurato la sua prima stagione da giocatore franchigia dai tempi dei Timberwolves con una gara da 21 punti e 7 rimbalzi (contro Toronto) ma anche con parole pesanti nel dopo partita: “Abbiamo fatto schifo”, in sintesi. Prova, anche a voce, a darsi un tono da leader, in una squadra che conta altri veterani del gruppo che è arrivato a 4 finali NBA consecutive (J.R. Smith, Tristan Thompson) ma che per il resto è composta da giocatori arrivati in corsa la passata stagione (i vari Clarkson, Hood, Hill, Nance Jr.)  e giovani su cui coach Lue vuole/deve puntare, da Cedi Osman alla prima scelta Collin Sexton. Proprio Sexton è uno dei giocatori che nello scontro domenicale contro Atlanta finisce di diritto sotto i riflettori tanto per le aspettative che il prodotto di Alabama porta con sé, nel suo sbarco NBA, sia perché gli Hawks gli permettono un duello – neppure troppo a distanza – con Trae Young, anche lui un prodotto dell’ultimo Draft. Scelto alla n°8 la point guard di Cleveland (che per il momento però parte ancora dalla panchina), selezionato tre posizioni prima (alla quinta) il playmaker dal raggio di tiro illimitato di Atlanta (scelto da Dallas ma spedito subito in Georgia per ottenere Luka Doncic), che invece è già in quintetto al fianco di Kent Bazemore, Vince Carter, Taurean Prince e Alex Len sulla scia di una prestagione in cui è stato miglior marcatore e miglior passatore della sua squadra. 

Due squadre che guardano al futuro

La sfida tra matricole è uno dei motivi di interesse del primo NBA Sundays stagionale, ma non certo l’unico. Per Cedi Osman potrebbe essere la prima vera occasione di dimostrare tutto il suo talento anche nella NBA. Il turco è ancora giovanissimo (ha solo 23 anni), è riuscito a instaurare un bel rapporto con LeBron James nei due anni in cui sono stati compagni – imparando così dal migliore dei maestri – e ora appare pronto a dire la sua, come confermato dalla doppia doppia (la prima della sua carriera) fatta registrare all’esordio. Anche in casa Hawks i giocatori su cui concentrare l’attenzione non mancano: in attesa che il promettentissimo John Collins torni in campo, smaltiti i problemi alla caviglia sinistra che lo stanno tenendo ai box in questo inizio di stagione (verrà rivalutato il 22 ottobre), Taurean Prince si presenta al via della sua terza annata NBA con rinnovate ambizioni, anche personali. Prince è cresciuto moltissimo tra il suo primo e secondo anno, ma il suo sviluppo non sembra doversi arrestare: sempre più a suo agio in attacco, è però in difesa dove si è guadagnato da subito rispetto nella lega e un giocatore two-way di 24 anni è un asset su cui il debuttante coach Lloyd Pierce vuole contare tantissimo. A Pierce la dirigenza Hawks chiede di sviluppare talenti per il futuro e installare una mentalità e una cultura vincente, diversa da quella che si è respirata in Georgia negli ultimissimi anni; diverso invece il compito di coach Lue, che nella Eastern Conference (di cui i Cavs rimangono campioni in carica, finché non verranno detronizzati) non abbandona speranze di playoff e vuol far sì che la seconda volta dopo l’addio di LeBron sia meno brutale della prima. Una buona notizia: non dovrebbe essere troppo difficile, visto il crollo (-42 vittorie) subìto da Cleveland nel 2010-11…