Guidati da Jayson Tatum e Marcus Morris i Celtics infliggono ai Thunder la quarta sconfitta su quattro gare. Ancora imbattuta invece Detroit, con 26 punti a testa di Blake Griffin e Andre Drummond; Portland passa a Orlando con 41 di un super Damian Lillard
Oklahoma City Thunder-Boston Celtics 95-101
Dopo il primo tempo della sfida tra Thunder e Celtics, i tifosi di OKC vedevano all’orizzonte la prima vittoria stagionale. Lo diceva il vantaggio sul tabellone (+16, 50-34 all’intervallo) e lo confermava quella che sembrava proprio essere una serata storta per gli uomini di coach Stevens, incapaci di trovare la mira dall’arco (0/11) e titolari di pessime percentuali al tiro generali (solo il 32%). Al ritorno in campo dopo il break, però, i Celtics sono un’altra squadra: segnano 7 delle prime 10 triple tentate nel secondo tempo (Al Horford ne infila tre nell’arco di soli 41 secondi, 9/14 il dato di squadra complessivo nel terzo quarto) e così iniziano una rimonta che viene già coronata col sorpasso già sull’ultimo possesso del periodo, un canestro di Marcus Morris (21 punti con 10 rimbalzi alla fine per lui, il migliore di squadra anche per plus/minus) che suggella un quarto da 40-23 per Boston e porta gli ospiti davanti 74-73. Operato il sorpasso, i Celtics devono però vedersela con l’ennesimo allungo dei Thunder, che riprendono un vantaggio di 9 punti a metà dell’ultimo quarto, sul 94-85. Ed è qui che però si ferma la macchina offensiva dei padroni di casa (0/7 l’allarmante dato al tiro di Russell Westbrook negli ultimi dodici minuti di gara), che subiscono un parziale finale di 16-1 che completa la sedicesima rimonta da uno svantaggio in doppia cifra di Boston dall’inizio della scorsa stagione, un dato pareggiato soltanto dai Golden State Warriors. I “Comeback Cs” si affidano ai 24 punti di un sempre impeccabile Jayson Tatum, ai 19 con 9 rimbalzi di Al Horford e ai 15 di Kyrie Irving, che ci aggiunge anche 5 assist e 5 rimbalzi. Boston conquista così il terzo successo stagionale nelle prime cinque gare infliggendo invece a Oklahoma City la quarta sconfitta in fila, e lasciando così i Thunder a dividersi con Cleveland il poco incoraggiante titolo di uniche due squadre ancora senza vittorie in questo campionato NBA. Non bastano infatti a OKC i 22 punti di Paul George, che tira però in maniera poco efficiente (7/22) e un Russell Westbrook vicino alla tripla doppia – 13 punti, 15 rimbalzi e 8 assist – ma titolare anche lui di pessime percentuali al tiro (5/20). Mani fredde che si riflettono anche nel dato complessivo di squadra, che vede i Thunder tirare solo 7/28 da tre punti e 14/25 ai tiri liberi.
Orlando Magic-Portland Trail Blazers 114-128
Damian Lillard ha la mano fredda in avvio di gara contro Orlando: all’intervallo i suoi Blazers sono comunque davanti nel punteggio (58-48 in una gara sempre condotta, dall’inizio alla fine) ma il n°0 ha a referto solo 7 punti con 2/8 al tiro. Cambia tutto nei secondi 24 minuti: Lillard infila 19 punti nel solo terzo quarto e altri 15 in quello finale, quando rientra in campo con otto minuti da giocare dopo aver visto il vantaggio dei suoi assottigliarsi fino a 3 punti (102-99). Quando rimette piede in campo, l’intesa con il compagno di sempre C.J. McCollum fa la differenza: i due segnano 22 degli ultimi 26 punti di squadra, guidando così al successo i Blazers. Alla sirena sono 41 – con 7 rimbalzi e 6 assist – i punti di Lillard (il massimo di sempre per un giocatore di Portland contro Orlando) e 22 quelli di McCollum, mentre Jusuf Nurkic assicura la consueta doppia doppia da 18 punti e 10 rimbalzi, con anche tre stoppate. Coach Stotts sorride anche nel vedere la prestazione perfetta di Zach Collins dalla panchina: per il lungo ex Gonzaga una notte magica da 7/7 al tiro (con 2/2 dalla lunga distanza) per 17 punti in soli 18 minuti. Non bastano a Orlando la doppia doppia di Nikola Vucevic (24 con 11 rimbalzi), i 21 dalla panchina di Terrence Ross e i 17 di Aaron Gordon e Evan Fournier. Il motivo è semplice, e lo spiega senza giri di parole coach Steve Clifford: “Pessima difesa, soprattutto nei primi cinque minuti” (Orlando concede il 62.5% al tiro nel primo quarto).
Detroit Pistons-Cleveland Cavaliers 110-103
Alla prima uscita dopo i 50 punti rifilati a Philadelphia martedì, Blake Griffin si conferma leader dei nuovi Pistons di coach Dwane Casey, ancora imbattuti, e trova nel suo compagno di frontcourt Andre Drummond il partner perfetto per affossare le speranze di Cleveland, che all’opposto di Detroit deve ancora trovare il primo successo stagionale (0-5 il record dei Cavs, non accadeva dall’annata da rookie di LeBron James nel 2003-04). Griffin e Drummond contribuiscono con 26 punti a testa al quarto successo su quattro gare dei Pistons, e se il primo centra la doppia doppia grazie a 10 rimbalzi, il secondo fa ancora meglio, visto che i suoi rimbalzi sono ben 22, di cui 6 offensivi (48-30 il bilancio sotto i tabelloni a favore dei padroni di casa). Detroit tira oltre il 52% dal campo e sfiora il 40% da tre punti (11/28): unica nota negativa per coach Casey l’elevatissimo numero di palle perse dei suoi, 20, che però i Cavs convertono in soli 17 punti (per la prima dopo 72 partite, i Pistons non riescono a forzare 10 palle perse agli avversari, che ne fanno registrare solo 9). Alla squadra di coach Lue – cui manca Kevin Love, fuori per un dolore al piede sinistro – non bastano 21 punti di Kyle Korver dalla panchina e altre tre riserve in doppia cifra (Jordan Clarkson 18, Collin Sexton 14, Larry Nance Jr. 11 con 6 rimbalzi, 5 assist e 3 recuperi). È il quintetto che invece non produce a sufficienza, solo 39 punti e la miseria di 1 assist proveniente dalle mani dalla coppia di guardie titolari, Rodney Hood e George Hill.