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NBA, Larry Bird, Magic Johnson e le World Series MLB tra Boston e Los Angeles

NBA

La sfida tra Red Sox e Dodgers (risoltasi con la vittoria di Boston per 4-1 nella serie) ha riproposto un'antica rivalità sviluppatasi invece sui parquet NBA, quella tra i Celtics di "Larry Legend" e i Lakers di "Magic". Ma tutta la lega - da Steph Curry a LeBron James - ha seguito con interesse le finali del baseball

Si sono concluse nella notte, con la quarta vittoria di Boston sul diamante dei Los Angeles Dodgers, le World Series 2018 che hanno incoronato i Red Sox ancora una volta campioni MLB. Dopo un digiuno lungo 86 anni (dal titolo del 1918), dal 2004 a oggi si tratta infatti del quarto successo della franchigia del Massachusetts, trionfatrice anche nel 2007 e poi ancora nel 2013. Un successo e una sfida che hanno ovviamente catalizzato l’attenzione anche di molti protagonisti NBA: da uno Steve Kerr che ha ricordato la sua passione per i Dodgers a un Magic Johnson che fa parte del board dei proprietari della franchigia losangelina (proprio assieme a quel Peter Gruber che con Joe Lacob di Kerr è sostanzialmente il capo, avendo la proprietà degli Warriors) le connessioni tra il mondo NBA e le due squadre finaliste di certo non mancano. La più affascinante, però, quella che ha riportato in prima serata due volti leggendari della rivalità tra Boston e Los Angeles sui parquet del basket NBA. Per lanciare la quinta e decisiva gara delle World Series, infatti, è stato realizzato un meraviglioso promo che ha visto come protagonisti niente meno che Larry Bird e Magic Johnson. Celtics vs. Lakers vuol dire Boston vs. Los Angeles e quindi, di riflesso, anche Red Sox vs. Dodgers. “Ehi, ci incontriamo di nuovo – le parole con cui Magic accoglie Bird – ancora una volta avversari”. “Come nel 1979 – replica Bird alludendo alla finale NCAA tra i suoi Indiana State Sycamores e i Michigan State Spartans di Magic – anche se io preferisco ricordare quella NBA del 1984 [quando i Celtics sconfissero i Magic ndr]”. Una carriera che i due hanno vissuto come in parallelo, un parallelo che Bird cerca di trovare anche tra i due sport, baseball e basket (“La palla, una più piccola, una più grande; il legno, quello della mazza e il parquet dei campi di gioco: bisogna far punti e difendere forte”, dice). “Ti auguro buona fortuna per la partita di stasera”, le parole del padrone di casa Magic: “Anche a te, ne hai sicuramente bisogno, visto che i tuoi Dodgers sono sotto 1-3”, l’immediata risposta di Bird, che pur non avendo oggi nessun legame attivo con il mondo del baseball, sul diamante ci ha giocato da ragazzo, per un’annata con la maglia di Sycamores di Indiana State trascinati alla finale NCAA con 33 vittorie in fila, prima del ko in finale contro Magic. Il Bird giocatore di baseball chiuse la sua stagione sul diamante con il 50% in battuta, ma le battute che riserva a Magic sono quelle classiche del suo repertorio: “Avrò bisogno di questo capellino (dei Red Sox) – dice – perché il trofeo di campioni che solleveremo stasera è davvero abbagliante”. Parole profetiche, visto il 5-1 di gara-5 che ha sancito la vittoria dei Red Sox nelle World Series 2018: una vittoria (anche) di Bird contro Magic, accettata però con sportività dall’ex playmaker dello Showtime gialloviola, oggi proprietario dei Dodgers. “Congratulazioni ai Boston Red Sox, al manager Alex Cora, ai proprietari e a tutti i tifosi”, ha twittato Earvin Johnson. Non l’unico nome del mondo NBA ad aver seguito la finalissima MLB.

Da LeBron James a Kobe Bryant fino a Steph Curry: le World Series viste dalla NBA

Chi dal vivo (al Dodgers Stadium tra gara-3 e gara-5), chi sui social, non sono mancati i giocatori NBA che hanno seguito da vicino la sfida tra L.A. e Boston. In gara-4 a leggere le formazioni ufficiali delle due squadre niente meno che Kobe Bryant, in una serata che sugli spalti ha visto anche l’ala dei Clipprs Tobias Harris e il centro Boban Marjanovich. Nella partita precedente, la terza della serie, ecco invece tra il pubblico il compagno ai Lakers di Magic Kurt Rambis e l’attuale proprietaria della franchigia, Jeannie Buss, oltre alla solita lista infinita di attori e personaggi del mondo dello spettacolo, da Judd Apatow a Jimmy Kimmel, da Ben Affleck (con Jennifer Garner) a Casey e Ben Affleck, da Matt Damon a Lil Wayne, da Don Johnson a Charlize Theron. La vicinanza di Hollywood ovviamente aiuta, ma l’appeal della sfida Boston-L.A. con in palio il titolo MLB ha richiamato grandi presenze anche a Fenway Park, dove si sono visti Jennifer Lopez e il suo fidanzato Alex Rodriguez (che conosce bene quel ballpark e gli stessi Red Sox), il musicista Jack White e la lottatrice MMA Ronda Rousey. I Red Sox li conosce bene anche LeBron James, uno che può chiamare Tom Werner (nella proprietà della squadra, così come anche del Liverpool FC) “mio business partner”, ma tifosi della storica squadra dei “calzetti rossi” sono anche Steph Curry (che twitta dall’areo che lo riporta a casa dopo il lungo weekend newyorchese con i suoi Warriors per fare i complimenti), un ex Celtics come Isaiah Thomas e un Celtics del presente come Al Horford. Che trova la formula magica nel trionfo dei Red Sox: “All about the team”, conta solo la squadra, il gruppo. Un suggerimento forse valido anche per i suoi Celtics.