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NBA, risultati della notte: LeBron stavolta non sbaglia i liberi, show di Curry contro New Orleans

NBA

Un libero di James a 2.1 secondi dalla fine permette ai Lakers di superare i Mavericks, arrivati fino al pareggio grazie a Doncic. Sesto successo in fila per gli Warriors, guidati dai 37 punti di Curry. Vittorie al supplementare per Brooklyn e Denver, Indiana sbanca New York

DERRICK ROSE, UN TUFFO NEL PASSATO: 50 PUNTI E VITTORIA

LE REAZIONI DELLA LEGA AL CAREER-HIGH DI ROSE

TUTTI GLI HIGHLIGHTS DELLA NOTTE

Los Angeles Lakers-Dallas Mavericks 114-113

Con un vantaggio di 13 lunghezze a 3:42 dalla fine della partita, sembrava che ormai il successo fosse ormai cosa fatta per i Los Angeles Lakers. In questa stagione dei gialloviola però sembra che non ci possa essere nulla di normale, perciò non stupisce nemmeno troppo che i Mavericks siano riusciti a mettere assieme un parziale di 15-2 per pareggiare la sfida, riuscendoci con un canestro in controtempo di un Luka Doncic fin lì neanche così entusiasmante (a fine gara però sul tabellino ci sono 14 punti, 5 rimbalzi e 7 assist). Con una manciata di secondi sul cronometro, LeBron James ha preso il pallone e ha cominciato a risalire il campo per andare a vincerla in solitaria, e Wes Matthews (il migliore dei suoi con 21 punti insieme ai 19 di Harrison Barnes) ha avuto la cattiva idea di provare a rubargli il pallone da dietro commettendo fallo e mandandolo in lunetta a 2.1 secondi dalla fine. James è tornato così a fare i conti con i suoi demoni dalla lunetta dopo gli errori che erano costati la sconfitta interna contro San Antonio: dopo aver sbagliato il primo libero, il Re è riuscito a segnare il secondo e a dare il vantaggio ai suoi, con la preghiera finale di J.J. Barea che non arriva neanche al ferro. Il tabellino di James recita 29 punti, 5 rimbalzi e 6 assist con 11/19 al tiro, leader di un quintetto tutto in doppia cifra con i 18 di Kuzma, i 17 di Ingram, i 16+15 di McGee e i 12 di Lonzo Ball. Per Dallas si tratta della quinta sconfitta consecutiva.

Golden State Warriors-New Orleans Pelicans 131-121

Sono invece sei i successi in fila dei Golden State Warriors, guidati ancora una volta da uno Steph Curry scatenato con 16 punti nel solo terzo quarto. A fine gara sono 37 i punti del due volte MVP, autore di 7 triple nella sua sesta partita stagionale con almeno 30 punti, a cui ha aggiunto anche 9 assist. Otto passaggi vincenti anche per un Kevin Durant da 24 punti, mentre Draymond Green ha sfiorato la prima tripla doppia stagionale con 16+14+8, contribuendo al massimo stagionale da 39 assist dei campioni in carica che hanno avuto un Klay Thompson da “soli” 18 punti con 1/4 dall’arco dopo l’esplosione contro Chicago. Ai Pelicans non è servito il rientro di Anthony Davis (17 punti, 12 rimbalzi e 7 assist) e tre uomini sopra quota 20 (Holiday 28, Mirotic 26 e Moore 21) per tenere il passo dei Dubs, arrivando alla terza sconfitta consecutiva.

Brooklyn Nets-Detroit Pistons 120-119 OT

Nella ricerca di un complicato ritorno alla rispettabilità, i Brooklyn Nets lo scorso anno hanno trovato un insospettabile giocatore di rotazione in Spencer Dinwiddie. All’inizio di questa stagione la guardia si è ritrovata in panchina per il ritorno in campo di D’Angelo Russell, ma spesso e volentieri coach Atkinson lo mette in campo nei finali di gara — e contro i Detroit Pistons è stato ripagato della fiducia mostrata. Dinwiddie ha prima segnato la tripla del pareggio per mandare la sfida al supplementare e poi ha realizzato quella che ha deciso la partita a 7.1 secondi dalla fine dell’overtime, stabilendo il suo massimo stagionale a quota 25 punti. Una prestazione che ha portato il veterano Jared Dudley a dichiarate: “Grazie a Dio c’è Spencer Dinwiddie”. Insieme a lui i 23 punti di Joe Harris e i 19 a testa di Caris LeVert e Jarrett Allen, utili per interrompere una striscia di tre sconfitte in fila e salendo a un record di 3-5. Tre sono invece le sconfitte consecutive dei Pistons, che dopo l’inizio 4-0 si trovano ora appena sopra il 50% di vittorie: i 25 punti di Blake Griffin (che ha sbagliato il tiro della vittoria), la doppia doppia da 24+23 e i 21 di Reggie Jackson non sono serviti a una squadra che non ha portato nessun altro giocatore in doppia cifra.

Chicago Bulls-Denver Nuggets 107-108 OT

Altro successo al supplementare per i Nuggets, che ringraziano non solo la tripla doppia sfiorata da Nikola Jokic (22 punti, 12 rimbalzi e 9 assist), ma soprattutto il canestro a rimbalzo d’attacco di Paul Millsap a un decimo dalla fine che ha dato loro il vantaggio definitivo sul 108-107. A fare la differenza è stato proprio il dominio degli ospiti sotto i tabelloni: il conto dei rimbalzi è stato di 56 a 43, i punti in area 62 contro 40 e i punti da seconda opportunità 23-8. Questo nonostante i 28 punti di Zach LaVine e il career-high del rookie Wendell Carter Jr. a quota 25, che migliora i 18 segnati nella partita precedente contro Golden State. I Nuggets salgono così a un record di 6-1 che li vede alle spalle solamente degli Warriors nella Western Conference, mentre per Chicago si tratta della sesta sconfitta su otto partite disputate: se non altro, al ritorno di Lauri Markkanen dovrebbero mancare tra le due e le quattro settimane, come annunciato da coach Hoiberg.

New York Knicks-Indiana Pacers 107-101

Al Madison Square Garden di New York Victor Oladipo e Domantas Sabonis hanno tirato davvero un brutto scherzo ai padroni di casa. Il primo ha segnato 11 dei suoi 24 punti nel decisivo ultimo quarto, tra cui la tripla della staffa a 1:23 dalla fine che ha ribaltato lo svantaggio di tre lunghezze a poco più di tre minuti dalla termine della gara; il secondo ha pareggiato il suo massimo in carriera mettendone 30 in uscita dalla panchina. Ai Knicks non sono serviti i 37 punti di Tim Hardaway Jr. e la doppia doppia da 14+10 di Noah Vonleh per evitare la sesta sconfitta nelle prime sette partite stagionali.