Partita molto combattuta tra Charlotte e Philadelphia, vinta soltanto all'overtime dai Sixers grazie a una super doppia giocata del n°23 e nonostante un Kemba Walker scatenato per oltre 50 minuti, stoppato proprio da Jimmy Butler sul più bello
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Charlotte Hornets-Philadelphia 76ers 119-122 OT
Se il giudizio complessivo della sfida fosse legato agli ultimi 20 secondi scarsi di overtime, quella di Kemba Walker sarebbe stata certamente etichettata come un disastro: stoppata di Jimmy Butler senza appello sul possesso decisivo (con salvataggio in extremis dell’ex T’wolves) per poi vedere il neo n°23 dei Sixers segnare in faccia a tutto la difesa degli Hornets la tripla della vittoria a tre decimi dalla sirena. Walker però, prima di quei maledetti (almeno per lui) 20 secondi, sul colorato parquet di Charlotte ha messo a referto 60 punti, trovando in ogni modo il fondo della retina, fissando il nuovo massimo stagionale NBA e soprattutto il suo personale in carriera: 21/34 dal campo, 45 minuti sul parquet, sette rimbalzi, quattro assist, sei triple e, col senno di poi, nove pesanti palle perse. Walker è il primo giocatore nella storia degli Hornets a segnare 60 punti, il secondo nella storia NBA tra i giocatori al di sotto del metro e 85 (Allen Iverson è stato l’altro), l’unico dopo Wilt Chamberlain a realizzarli in faccia ai Sixers. La giocata di Butler però è quella che ha fatto la differenza, la prima vera zampata da giocatore di Philadelphia e soprattutto la prima risposta a un quesito molto importante: quando c’è da vincere i Sixers sono già pronti a mettergli la palla in mano – nonostante prima di questa notte il suo score personale dicesse 0/11 dal campo dall’inizio della scorsa stagione in situazioni con un possesso o meno di distanza e conclusioni arrivate a meno di dieci secondi dalla sirena. Fiducia manifestata anche a margine di una partita da 3/10 dal campo (fino a quel momento), 15 punti e qualche sbavatura in più dopo il semi-perfetto esordio casalingo di meno di 24 ore fa. I Sixers infatti, reduci da un back-to-back con Utah, mostrano tutta la freschezza legata alla giovane età, trascinati da un Ben Simmons che sfiora la tripla doppia (23 punti, 11 rimbalzi e nove assist) e da un Joel Embiid da 33 punti e 11 rimbalzi – terza grande partita consecutiva del camerunense che contro Charlotte dopo i 42 e 18 rimbalzi e i 27 e 15 delle ultime due sfide. Tutto questo però non basta a Embiid per permettergli di avere la palla in mano quando più conta, rimasto a guardare come tutto il resto del Spectrum Center la meraviglia e il sangue freddo del proprio compagno di squadra. "Kemba stasera ne ha segnati 60 in faccia a me, non posso non dirlo", chiosa Butler a bordocampo, rispettoso dell'avversario, ma felice di avergli strappato il microfono (e l'immagine di copertina) nella serata più importante della sua carriera.