San Antonio dura un tempo contro New Orleans, trascinata dai 29 punti di Davis e la tripla doppia di Julius Randle. Undici i punti realizzati da Marco Belinelli. L'influenza mette fuori uso Danilo Gallinari, che si gode da bordocampo il successo dei Clippers ad Atlanta
New Orleans Pelicans-San Antonio Spurs 140-126
Lotta a rimbalzo d’attacco, assist, intensità, visione di gioco e canestri. C’è tutto nei 25 minuti trascorsi in campo da Julius Randle contro i San Antonio Spurs, determinante con il suo contributo in uscita dalla panchina nel regalare ai Pelicans il sesto successo nelle ultime sette partite (New Orleans quest’anno fa così: le vince tutte, poi straperde, poi ricomincia). L’ex giocatore dei Lakers chiude con 21 punti, 14 rimbalzi e 10 assist, la prima tripla doppia della sua stagione (la sesta in carriera) a coronare quella che in un certo senso è una gara da record: mai nessun giocatore nella storia della Lega (in realtà dal 1977-78, ciò da quando raccogliamo le statistiche complete) aveva messo a referto una tripla doppia con almeno 20 punti e nessuna palla persa uscendo dalla panchina. Giocate fondamentali all’interno del parziale da 17-5 firmato New Orleans prima dell’intervallo lungo, quello che ha cambiato il volto al match dopo l’ottima partenza in attacco degli Spurs. San Antonio manda a segno 10 delle prime 14 triple tentate, vola in doppia cifra di vantaggio per poi crollare sotto l’aspetto fisico e mentale: “Il loro atletismo è cresciuto con l’andare avanti della gara e ci ha sovrastato – racconta Popovich – hanno giocato alla grande e sono stati aggressivi. Non abbiamo avuto abbastanza benzina per stargli dietro per 48 minuti”. Alla sirena finale sono 29 punti e nove rimbalzi per Anthony Davis, mentre dall’altra parte gli Spurs pagano la pessima prestazione di LaMarcus Aldridge: 2/11 al tiro, sette punti e -16 di plus/minus. Ci pensano gli altri a muovere la retina, ma non basta: tra i sei giocatori in doppia cifra tra le fila dei texani c’è anche Marco Belinelli, autore di 11 punti in uscita dalla panchina tirando 3/8 dal campo, con due triple e quattro assist. Gli Spurs incassano così la sesta sconfitta su otto trasferte stagionali: una tendenza che bisogna provare a invertire.
Atlanta Hawks-L.A. Clippers 119-127
Niente Danilo Gallinari sul parquet contro gli Hawks, impegnato nel tour di trasferte a Est con i Clippers e costretto a restare fuori causa influenza: come ha raccontato coach Doc Rivers, il n°8 azzurro si è svegliato ammalato dopo una notte complicata, non in grado di scendere sul parquet contro un avversario di cui i suoi compagni sono riusciti lo stesso a sbarazzarsi. I losangelini infatti si affidano alla coppia Harrell-Williams, la nota più lieta (assieme a Gallinari) in questo avvio di stagione: l’ex lungo dei Rockets chiude con 25 punti e 11 rimbalzi (con 15/18 ai liberi), a cui si aggiungono i 24 di Tobias Harris e i 16 con 11 assist (massimo stagionale, non c’è refuso) di Lou Williams, sempre più sesto uomo dell’anno. Dall’altra parte Trae Young segna 19 dei suoi 25 punti totali nel primo tempo, innocuo nel quarto periodo quando gli ospiti piazzano la zampata e il parziale da 38-23 che decide la sfida: “So bene che tutto il pubblico qui ad Atlanta spera di vincere subito ed è dura da accettare che siamo sprofondati così in basso”, commenta il rookie a fine gara. Per Atlanta infatti questa è l’ottava sconfitta consecutiva, diventata così la seconda peggior squadra della NBA (davanti a Cleveland che resta saldamente ultima).