Il n°23 dei Pelicans si fa male nel primo quarto a causa di uno scontro di gioco, non riuscendo poi a incidere nella ripresa. Ci pensano Jrue Holiday (37 punti) e Julius Randle (28) a trascinare New Orleans al successo, sempre avanti nonostante un Blake Griffin da 35 punti e la super doppia doppia di Andre Drummond (23+19)
MILWAUKEE SBANCA TORONTO E ORA PUNTA IL PRIMO POSTO A EST
SAN ANTONIO SI PRENDE LA RIVINCITA SU UTAH, CHARLOTTE SUPERA NEW YORK
Detroit Pistons-New Orleans Pelicans 108-116
Tutti aspettavano Anthony Davis e invece ci ha pensato il tanto criticato supporting cast a regalare un successo pesante in trasferta ai Pelicans, costretti a lasciare fuori per un quarto e mezzo il n°23 dopo il colpo subito all’anca in uno scontro di gioco con Blake Griffin. Davis va negli spogliatoi a metà primo quarto, per tornare sul parquet quando il terzo periodo è già iniziato. L’All-Star fatica molto a ritrovare il ritmo in attacco, mettendo solo sei punti totali a referto; un impatto limitato rispetto a quello di Jrue Holiday, il miglior giocatore sul parquet e protagonista dalla palla a due fino alla fine del match. Il n°11 segna 13 punti nel primo quarto e anche canestri dal peso specifico enorme negli ultimi cinque minuti, in una gara chiusa in crescendo con 14/22 al tiro, sei triple, cinque assist, cinque rimbalzi e soprattutto 37 punti totali. Un leader, felice di trovare sul parquet la complicità di Julius Randle, ancora una volta positivo in questo suo momento di grazia: 28 punti, sei rimbalzi e tantissimi movimenti in area che hanno messo in crisi la difesa dei Pistons. Ecco, a Detroit a mancare è soprattutto la protezione del ferro, in una gara in cui i padroni di casa prendono ben 19 conclusioni dal campo in più di squadra grazie al mix di palle perse degli ospiti (ben 18) e dei rimbalzi d’attacco catturati (17 totali per i Pistons). Undici portano la firma di Andre Drummond, che mette a referto numeri di tutto rispetto (23 punti e 19 rimbalzi), ma pesa sulla sconfitta dei suoi perché non in grado di chiudere con convinzione nei pressi del canestro. Il suo 10/23 al tiro racconta bene le difficoltà di convertire in due punti i tanti palloni ricevuti a pochi passi dal ferro. Molto più efficace invece Blake Griffin, che tiene in linea di galleggiamento Detroit nel terzo quarto (16 dei suoi 35 punti totali arrivano in quella frazione) e assieme a Langston Galloway (24 punti e parziale personale da 10-0 per riportare a contatto i Pistons a un quarto d’ora dalla sirena) è l’unico ad accendere la luce in attacco. Non abbastanza però da evitare la quarta sconfitta consecutiva ai padroni di casa: dopo l’ottima partenza dei ragazzi di coach Casey, un primo importante segnale su cui riflettere.
Il racconto del primo tempo
Julius Randle ancora in quintetto per New Orleans, ma è il testa a testa Drummond-Davis a tenere banco nei primi possessi di partita. 1/2 ai liberi per entrambi, prima di iniziare a combattere a rimbalzo d’attacco. Jrue Holiday segna otto punti in un amen, mentre Randle dimostra di non aver perso fiducia. A mancare all’appello è soprattutto la difesa dei Pistons e New Orleans allora riesce così a segnare 15 punti in quattro minuti, costringendo coach Casey a chiamare timeout. Alla ripresa tocca trattenere il fiato: su una virata di Griffin in attacco, Davis gli ruba il pallone ma incassa un doloroso colpo all’anca che mette ko entrambi gli All-Star. Una ginocchiata sul n°23 di New Orleans che abbandona il parquet. Gli ospiti non sembrano risentirne, con gli ospiti che toccano anche la doppia cifra di vantaggio già nel primo quarto. La partita non vive il suo momento migliore, con imperfezioni e azioni in parte improvvisate e a quel ad approfittarne è Holiday che tiene saldamente avanti i suoi. A fine primo quarto è 28-20 per New Orleans, 13 dei quali firmati proprio dal n°11 dei Pelicans. A inizio secondo quarto gli ospiti devono restare a galla senza Davis e Holiday e Detroit riesce a tornare a un solo possesso di distanza, approfittando delle difficoltà offensive dei Pelicans che non riescono a generare attacco. Quattro minuti e mezzo di riposo a quel punto bastano e avanzano per Holiday, che serve come l’ossigeno a una squadra che deve recuperare un Mirotic che invece fatica ad avere impatto. New Orleans, nonostante le chiare difficoltà e il clima da partita mattutina dal ritmo compassato, mantiene la testa del match. Sul finire di primo tempo arrivano anche un paio di canestri dalla lunga distanza per Detroit, che resta a galla soprattutto grazie ai dieci rimbalzi d’attacco: il punteggio al giro di boa è 56-50 per gli ospiti.
Il racconto del secondo tempo
Pronti, via e si rivede Anthony Davis, quantomeno a bordo campo, nonostante non faccia parte del quintetto che riprende il match. Alla prima pausa, il n°23 torna sul parquet, regalando un motivo agli spettatori per godersi con maggiore interesse la sfida. New Orleans gioca meglio e tira con percentuali migliori dal campo, Griffin però fa sul serio ed è l’unico che riesce a tenere testa agli ospiti: Holiday veleggia oltre i 20 punti realizzati già prima della metà di terzo quarto, seguito a ruota dall’ex Clippers molto efficace dall’arco. L’altra arma dei Pelicans è Randle, che zitto zitto porta a casa punti e canestri, spingendo New Orleans sul +13: prove di fuga a meno di 20 minuti dalla sirena. Griffin non ha alcuna intenzione di mollare la gara, unico a scuotere i Pistons in attacco mentre gli ospiti continuano a trovare sempre il fondo della retina ogni volta che alzano la mano, ma il vantaggio dei Pelicans non è in discussione quando manca un quarto d’ora alla fine. Langston Galloway invece ha dei piani diversi: realizza da solo un parziale da 10-0 che riporta Detroit sul -4 quando sembrava poter affondare. A fine terzo quarto è 91-84 New Orleans. I Pistons però sono finalmente in partita e così basta l'ennesima giocata di Galloway per riportare a un solo possesso di distanza le due squadre. Il tanto atteso aggancio però non arriva mai, con Detroit che non riesce mai a fare l'ultimo passo per mettere il naso avanti in una gara passata tutta a inseguire. Randle segna con enorme frequenza e, nonostante Davis non riesca a rimettersi in partita, New Orleans resta al comando al giro di boa della quarta frazione. Servono punti pesanti ai Pelicans e ci pensa Holiday a metterli a referto, miglior realizzatore del match superando i 30 punti, ma non chiudendo del tutto la sfida. Davis trova un canestro che ha il sapore del gol, ma Detroit non molla nel finale: Drummond segna il -5, ma poi si fa stoppare da Mirotic che poi trova i due punti che mettono tre possessi di distanza sul tabellone. I Pistons non ne hanno più e alla fine il mattatore Holiday scrive i titoli di coda alla partita.