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NBA, l'infrazione di passi di James Harden che ha fatto arrabbiare Ricky Rubio

NBA

Nell'ultimo minuto di gioco della sfida tra Houston e Utah gli arbitri hanno concesso una palese infrazione di passi a James Harden, che ha guadagnato tre tiri liberi su Ricky Rubio. "Avete visto quell'azione? Il 100% delle persone sa che cosa è successo" ha dichiarato il playmaker spagnolo

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James Harden è uno degli attaccanti più inarrestabili del pianeta. Lo sappiamo ormai da diversi anni e le ultime quattro partite, nelle quali viaggia a 39.5 punti di media, ne sono solo l’ultima conferma. Per questo fa ancora più rabbia ai suoi avversari quando gli arbitri non gli fischiano delle infrazioni di passi che, al di là di qualsiasi interpretazioni del passo zero, non sono regolamentari. È il caso di quanto successo questa notte nel minuto finale della sfida contro gli Utah Jazz, decisa dai suoi 47 punti: dopo che Harden aveva spezzato la parità sul 94-94 a meno di due minuti dalla fine, il Barba in isolamento si è affidato al suo classico tiro in step back andando verso destra, attirando su di sé Ricky Rubio. Nel tentativo di creare la maggiore separazione possibile e di mettere i piedi dietro la linea da tre punti, però, Harden si è preso quantomeno un paio di passi in più di quanto permesso, infrazione che però gli arbitri non hanno ravvisato — fischiando fallo contro Rubio e concedendo al numero 13 tre tiri liberi, di cui due mandati a segno per il +5. Harden ha poi chiuso la pratica a 13 secondi dalla fine con un altro step back da tre punti, questa volta perfettamente regolare, ma l’errore precedente della terna arbitrale è apparso chiaro a tutti, anche ai diretti interessati.

Le parole dei protagonisti

"Avete visto l’azione? Cosa ne pensate?" ha detto Rubio quando nel post-gara gli è stato chiesto se pensava che Harden avesse commesso passi. "Io non rispondo, ma penso che il 100% delle persone sappiano la risposta". Parole calibrate il più possibile per evitare una multa da parte della NBA, sempre attenta alle critiche arbitrali a mezzo stampa, ma anche per far capire forte e chiaro il suo messaggio. Dal canto suo, neanche James Harden ha tentato di difendersi dalle accuse di essersela cavata con un’infrazione di passi, rispondendo solamente "Cosa volete che vi dica? Volete che mi faccia la spia da solo?" davanti ai giornalisti incalzanti. Su Twitter, Isaiah Thomas - ancora in attesa di debuttare in questa stagione con i Denver Nuggets - ha commentato così: "Andiamo dai… Adesso permettono una cosa del genere? Lol, sarò davvero immarcabile".

Una stagione da MVP, di nuovo

Al netto di quanto successo in quella specifica azione - sicuramente importante ma non unicamente decisiva ai fini del risultato -, bisogna anche sottolineare lo straordinario momento di forma di Harden, che ha riportato sopra il 50% di vittorie i Rockets a suon di prestazioni eccezionali: 29 punti contro Portland, tripla doppia ai 50 contro i Lakers, 32 e tripla doppia con Memphis e ora i 47 di stanotte. Harden è ancora una volta capocannoniere della NBA con 31.5 punti di media (il secondo, Kevin Durant, non arriva a 29) tirando con il 45.4% dal campo, il 37% da tre su 11 tentativi a partita e l’84.5% ai liberi su 10.2 tiri a gara, aggiungendo al suo bottino 5.8 rimbalzi, 8.2 assist e 2.2 recuperi oltre che 5.6 palle perse. Sono cifre del tutto in linea — e in alcuni casi anche superiori — rispetto a quelle che l’anno scorso gli sono valse il premio di MVP, solo che quest’anno con l’andamento lento dei Rockets non è neanche lontanamente nella conversazione per tenersi il suo premio. Chissà che un prolungamento di questo periodo magico e un ritorno ai piani alti della Western Conference non aiutino la sua candidatura: al di là delle polemiche arbitrali, lui sta giocando da MVP e il primo posto dei Golden State Warriors è distante solo cinque partite.