Il n°23 dei Lakers raccoglie la terza tripla doppia in stagione e guida al successo un quintetto tutto in doppia cifra. Dall'altra parte sono 30 punti e 20 rimbalzi per Anthony Davis, corteggiato in campo e fuori dai losangelini che sognano un suo futuro in giallo-viola
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Los Angeles Lakers-New Orleans Pelicans 112-104
Lo ha corteggiato a parole (anche troppo secondo alcuni GM che hanno “denunciato” il fatto alla NBA), ma non c’è modo migliore per convincere un All-Star se non mettendo il turbo sul parquet e mostrandogli il proprio talento. È quello che ha fatto LeBron James con Anthony Davis, ospite allo Staples Center e testimone come le migliaia di tifosi Lakers dell’ennesima super prestazione del n°23 giallo-viola. Una prova di forza chiusa con la terza tripla doppia stagionale per LeBron: alla sirena sono 22 punti, 12 rimbalzi e 14 assist; numeri che gli permettono di polverizzare l’ennesimo record di longevità. James infatti diventa così il giocatore nella storia NBA ad aver raccolto il maggior numero di triple doppie in una singola stagione, avendo alle spalle almeno 15 anni di carriera in NBA. Un vecchietto insomma, che continua a giocare come un ragazzino e in grado di togliere lentamente dalle mani dei grandi del passato ogni tipo di primato. La sua missione però è un’altra: dare linfa a un gruppo che sta crescendo attorno a lui, come dimostra il rendimento di un quintetto privo di veterani o giocatori compassati. Ingram, Ball e Kuzma seguono con attenzione le sue indicazioni, tutti e tre in doppia cifra e utili alla causa. La sorpresa del giorno però è un’altra: Ivica Zubac, chiamato a prendersi il posto in quintetto di JaVale McGee, ancora alle prese con la febbre. La 32^scelta al Draft dell’anno passato gioca la sua miglior gara in carriera in NBA, autore di 16 punti e 11 rimbalzi, tirando 8/10 dal campo e soprattutto piazzando due fondamentali stoppate nel finale di gara. La prima su Anthony Davis invitato a schiacciare da un lob di Jrue Holiday, rispedito al mittente con forza. La seconda invece su Julius Randle, che tante volte lo avrà sfidato in palestra lo scorso anno. Giocate che valgono il quarto posto in solitaria a Ovest e interrompono la striscia di due sconfitte consecutive.
Il solito super Anthony Davis non basta
Dall’altra parte invece la sostanza in casa New Orleans non cambia ormai da anni: Anthony Davis fa il bello e il cattivo tempo, ma a vincere sono sempre gli altri. Il n°23 dei Pelicans chiude una super prestazione da 30 punti, 20 rimbalzi e cinque assist, seguito a ruota dall’ex di giornata Randle che chiude con 21 punti e 9/15 al tiro. Gli ospiti però non riescono mai a mettere il naso avanti in tutto il secondo tempo, rientrati dopo essere stati sotto di 11 lunghezze nel primo tempo. Un inseguimento reso vano anche dall’imprecisione dalla lunetta: per una volta infatti sono i Lakers a beneficiare dell’imprecisione a cronometro fermo, con New Orleans che tira di squadra 8/16, sprecando punti preziosi che sarebbero serviti nel finale di gara. No, nulla da fare per Davis e compagni, in altalena in un momento della stagione in cui incassano la terza sconfitta in fila, quarta nelle ultime cinque, quinta nelle ultime sette ecc, in una spirale che sta allontanando i Pelicans dalla zona playoff. Per risalire la china in una Western Conference così agguerrita ci sarà bisogno di ben altro.