Gli Hawks mandano sei giocatori in doppia cifra, ma nessuno fa meglio del 41enne da North Carolina, che chiude a 18 punti con 7/14 al tiro e ci aggiunge anche 7 rimbalzi. Atlanta infligge a Detroit la nona sconfitta nelle ultime undici gare disputate
Detroit Pistons-Atlanta Hawks 98-95
Partenza lenta per Pistons e Hawks, tra qualche errore di troppo — palle perse e tiri sbagliati — ma comunque equilibrio nei primi minuti del quarto iniziale. A farsi notare per primo è il grande vecchio della gara, Vince Carter: 41 anni, schiaccia al primo possesso, confeziona un gioco da 4 punti con tripla dall’angolo e libero aggiuntivo per poi infilare un altro canestro dall’arco che trascina i suoi Hawks sul 21-12. Andre Drummond è l’unico a darsi da fare per mantenere i Pistons a contatto, ma Atlanta chiude il primo quarto con oltre il 61% al tiro e davanti di 7 punti, 28-21, con Carter miglior marcatore a quota 9, totale eguagliato da Drummond tra i padroni di casa. Nel secondo quarto Detroit trova punti e sostanza dalla panchina con Zaza Pachulia ma gli ospiti hanno un Dewayne Dedmon ispirato e continuando a tirare con percentuali alte riescono a sopportare l’alto numero di palle perse (già 12 nel solo primo tempo, sono comunque 11 anche quelle dei padroni di casa), approfittando anche di una versione dei Pistons piatta e senza anima. Gli uomini di coach Lloyd Pierce infatti piazzano un 9-0 di parziale che li porta sul +14 (sul 50-36), ispirati da un vintage Carter scatenato, ancora a segno da tre punti, e da un paio di invenzioni di Trae Young. Negli ultimi quattro minuti del primo tempo si fa finalmente vedere un Blake Griffin fino a quel momento invisibile: mette 7 punti (sono 9 al termine del primo tempo) ma la sostanza non cambia, Atlanta chiude in testa e in controllo andando negli spogliatoi sul 57-43, tirando più del 51% dal campo e oltre il 41% da tre.
Secondo tempo
Un break di 7-0 targato Drummond e Bruce Brown costringe coach Pierce a chiamare time-out in apertura di secondo tempo, quando Detroit accorcia lo svantaggio fino alla singola cifra (52-61). Si rivela solo una fiammata isolata, perché Atlanta risponde con un immediato 6-0 e ritorna facilmente davanti. Bella la battaglia in centro alle due aree tra Andre Drummond e Alex Len: il primo chiude il terzo quarto già con 5 stoppate, oltre a 15 rimbalzi, ma sono 15 anche quelli del centro degli Hawks, 6 dei quali conquistati sotto i tabelloni d’attacco. Atlanta chiude il terzo parziale mantenendo ancora il vantaggio in doppia cifra (79-66, +13), con Vince Carter ancora miglior marcatore a quota 16, mentre tra gli uomini di catch Casey il top scorer è il solito Drummond con 13. La scossa attesa tutta serata in casa Pistons arriva da un panchinaro, Langston Galloway, capace di mettere a tabellone 11 punti in fila che servono ad accorciare il gap fino a 2 punti (85-83) all’interno di un parziale di 14-2. La gara si decide negli ultimi tre minuti con le squadre finalmente a contatto. Reggie Jackson ha prima il pallone per portare avanti Detroit (per la prima volta da metà del primo quarto), sbagliandola, e poi commette fallo in attacco sul possesso successivo, prima di guadagnarsi due liberi che riportano i Pistons a -1. Dopo una buona difesa di Pachulia, Griffin va in lunetta per due liberi con la chance del sorpasso, ma il suo 0/2 sono lo specchio di una gara davvero sotto tono (chiusa con 4/14 al tiro e soli 13 punti). A sbattere la porta in faccia al tentativo di rimonta dei padroni di casa però è Jeremy Lin, che va due volte in lunetta e fa 4/4 condannando alla sconfitta i Pistons, ko in 9 delle ultime 11 partite disputate. La crisi di Detroit coincide invece con la striscia di vittorie più lunga per Atlanta dall’inizio del campionato: sono solo 3 partite, ma è già qualcosa: gli Hawks festeggiano sei uomini in doppia cifra (dai 18 di Vince Carter ai 10 di Jeremy Lin) e vincono dominando a rimbalzo (54-41, 17 quelli di Len, accompagnati da 15 punti) ma anche collezionando 24 assist su 36 canestri segnati.