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NBA, Landry Shamet è "caldo", Embiid gli misura la febbre e poi se lo gode tra i tifosi

NBA

La matricola dei Sixers è protagonista di una serata magica: manda a segno 8 triple e chiude con 29 punti, scatenando la goliardia del proprio centro, che prima vuole misurare la temperatura del suo rookie e poi si siede ad ammirarlo in tribuna tenendo sulle gambe un giovane tifoso

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Ci sono nomi eccellenti (Jason Kidd, Brandon Jennings, D’Angelo Russell), altri meno (Chris Duhon, Yogi Ferrell, Alec Peters) e pure tre europei (Rodrigue Beaubois, Lauri Markkanen e Juan Carlos Navarro): si contano però sulle dita di due mani le matricole capaci di segnare 8 triple in una singola partita. Dieci in tutto, infatti, nella storia della NBA – e il decimo è stato proprio Landry Shamet, il rookie dei Philadelphia 76ers che contro Washington ha approfittato al meglio dell’assenza di J.J. Redick per prendersi minuti e tiri. Il risultato? Il suo massimo in carriera, 29 punti, frutto di 8/15 dal campo, con tutti i canestri arrivati da oltre l’arco, oltre al 100% dalla lunetta (5/5). Una prestazione balistica eccezionale, che non è passata inosservata al suo centro titolare, Joel Embiid: “Ha fatto molto di più che rimpiazzare J.J. (Redick)”, ha detto nel dopo partita Embiid, che però durante la sfida si è reso protagonista di un paio di siparietti davvero divertenti. Ha iniziato sul finire del terzo quarto, dopo che proprio due suoi passaggi consegnati, seguiti ad altrettanti blocchi monumentali, hanno liberato l’ex giocatore di Wichita State per due triple quasi identiche tra loro, entrambe e bersaglio. Dopo la seconda, a pochi secondi dalla fine del quarto, Embiid – rientrando in panchina – si è avvicinato a Shamet e gli ha messo il dorso della mano sulla fronte, come a misurargli la febbre: “Era caldo, caldissimo”, la sua divertita spiegazione. Poi, non contento, mentre Shamet era ancora in campo all’inizio dell’ultimo periodo e lui invece già richiamato in panchina da coach Brett Brown, il centro camerunense dei Sixers ha scelto di gustarsi la super prestazione del suo compagno come tutti i tifosi del Wells Fargo Center, dagli spalti: Embiid ha trovato un posto in seconda fila dietro il tabellone di proprietà di un ragazzino, più che felice però di cederglielo e restare comodamente seduto sulle gambe del suo campione preferito, tra gli sguardi divertiti del pubblico di Philadelphia. “Come vedevo la partita da lì? Meravigliosamente”, il suo commento. Un posto d’eccezione per godersi una delle migliori prestazioni al tiro della stagione dei Sixers: “Era iniziata come tutte le altre partite: ho cominciato a tirare, segnare e i miei compagni mi hanno detto di continuare a farlo”, le parole di Shamet, il cui precedente massimo nella NBA era di 16 punti. “Magari non è la risposta che cercate, ma non ho risposte sul perché stasera sia andata così: è arrivato tutto nel flusso della gara, non ho forzato nulla, è semplicemente accaduto”. E per festeggiare la serata magica, in spogliatoio coach Brett Brown ha voluto che fosse proprio Shamet a suonare la campana della vittoria, quella Liberty Bell simbolo della città e delle ambizioni di Philadelphia.