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NBA, gli Washington Wizards sono meglio o peggio senza John Wall?

NBA

L’All-Star di Washington, fuori per tutto il resto della stagione, è il grande assente tra i capitolini nel match di Londra contro New York (domani in diretta streaming aperta a tutti dalle 20:45 sul sito skysport.it). Visto il rendimento degli Wizards alcuni si domandano: ma davvero sono meglio senza di lui?

La gara di Londra tra Washington e New York di questa sera sarà disponibile in streaming aperto a tutti su skysport.it, su Sky Sport NBA e su Sky Sport Uno a partire dalle 20.45

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LA TENSIONE TRA KRISTAPS PORZINGIS E I NEW YORK KNICKS

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No, la risposta più breve e diretta alla domanda del titolo è questa. E nonostante nella capitale degli USA negli ultimi giorni quando si parla di muro si fa riferimento a ben altro, John Wall resta il tema caldo nello spogliatoio degli Wizards, nonostante non sia previsto un suo imminente invio al confine con il Messico. Fuori di metafora, il n°2 di Washington ha scelto di operarsi al tallone e porre fine al tormento che lo ha accompagnato in una stagione iniziata male e finita peggio. Per questo l’interrogativo dovrebbe essere modificato in: gli Wizards sono meglio o peggio senza questa versione di John Wall? Posta così, la questione cambia il proprio senso. Non si può non tenere conto del fatto che Wall ha giocato praticamente da infortunato tutto il tempo: alcune serata era evidente, il dolore prendeva il sopravvento e ne limitava movimenti e rendimento. Se contro i Lakers il fastidio restava da parte per qualche ora, poteva venir fuori una gara da 40 punti a referto. La volta successiva invece, o la settimana precedente, il risultato era un solo punto segnato contro i Cavaliers. Un rendimento in altalena, frutto anche della diversa preparazione seguita durante la off-season rispetto al solito e di un gruppo che si è sbriciolato in uno spogliatoio trasformato in polveriera. La selezione al tiro e nelle scelte dell’All-Star degli Wizards è stata sempre discutibile, scatenando domande insistente sul numero di conclusioni tentate da Otto Porter (uno di quelli finiti sulla lista nera) o sul rapporto con i nuovi arrivati (Austin Rivers non ha fatto in tempo a terminare il trasloco, prima di essere scaricato). Insomma, una bella grana con cui dover fare i conti sul parquet e con la questione contratto che continua ad aleggiare all’orizzonte: il saldo annuale da versare a Wall dal prossimo anno potrebbe più che raddoppiare e superare i 40 milioni di dollari all’anno. Per questo, anche se parziali, conviene dare un occhio alle cifre del rendimento della squadra senza di lui.

Niente Wall? Ci pensa un super Bradley Beal

Partiamo da un presupposto: lo scorso anno Washington con Wall sul parquet ha chiuso con + 5.7 di plus/minus rispetto ai momenti di partita in cui restava a guardare; la stessa differenza in sostanza che passa tra una squadra mediocre che fatica ad accedere ai playoff e gli Warriors campioni NBA. Wall è fuori dal 26 dicembre, non ha giocato le ultime nove partite, in cui gli Wizards hanno raccolto un record di 5-4, con tanto di sconfitta contro i Raptors soltanto dopo due overtime e una battuta d’arresto arrivata all’ultimo minuto in trasferta a Miami. Rendimento insomma più vicino alla linea di galleggiamento del 50% rispetto a quello tenuto dagli Wizards nei primi due mesi abbondanti di regular season. La differenza più importante (stando ai numeri, e non solo a quelli) si riscontra a protezione del ferro per i capitolini, che sono passati da 112.7 punti subiti con lui in quintetto su 100 possessi ai 108.1 quando in campo ci pensano gli altri. “La sua assenza ci ha dato una carica emotiva in più, è inevitabile. Sentiamo di non poterci rilassare in difesa – racconta Bradley Beal, che con Wall convive ormai da anni sul parquet - nessuno vuole vestire i panni del giocatore che deve farsi battere in palleggio o qualsiasi altra cosa. È una condizione mentale che ci favorisce, che ci aiuta a migliorare”. Il n°3 degli Wizards infatti è l’osservato speciale della sfida contro New York – in diretta streaming sul sito skysport.it aperto a tutti – investito del ruolo di prima punta, ancora di più nelle ultime nove gare. Le medie di Beal sono impressionanti: più di 30 punti di media, con il 47% dal campo, oltre il 41% dall’arco su nove tentativi di media, 6.4 assist e una gestione del gruppo che lo ha portato a maturare ancora di più. Non è un caso se nelle ultime tre settimane sono arrivate le prime due triple doppie della sua carriera, entrambe con 40 punti e 15 assist a referto – unico assieme a Oscar Robertson ad esserci riuscito nella stessa regular season. Insomma, l’uomo da tenere d’occhio alla O2 Arena è lui: a Washington sperano basti per proseguire la corsa ai playoff.