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NBA, i risultati della notte: Indiana, vittoria d'orgoglio su Toronto! Utah batte Denver

NBA

I Pacers perdono Victor Oladipo a causa di un brutto infortunio al ginocchio, ma battono comunque i Raptors. 35 punti di Donovan Mitchell nel successo ai danni dei Nuggets, tutto facile per Boston contro Cleveland. I Clippers ancora senza Gallinari vincono a Miami, Blake Griffin trascina Detroit, Memphis perde nonostante super Gasol e Conley. Brooklyn supera Orlando, Atlanta regola Chicago

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Indiana Pacers-Toronto Raptors 110-106

Impossibile non iniziare da quello che è accaduto dopo 20 minuti di gioco: Victor Oladipo che scappa in difesa all’inseguimento di Pascal Siakam, crolla sul parquet per poi restare impietrito una volta osservato il ginocchio destro totalmente andato. Un infortunio grave, che potrebbe tenerlo fuori per parecchi mesi (tanto da scatenare l’unanime reazione di tutta la Lega, unite nell’augurargli una pronta guarigione), ma la molla che ha fatto scattare l’orgoglio dei suoi compagni, usciti vincenti dal parquet nella complicata sfida contro i Raptors. Thaddeus Young chiude con 23 punti e 15 rimbalzi, a cui si aggiungono i 16 realizzati da Darren Collison. Dall’altra parte 23 di Serge Ibaka e 20 di Kyle Lowry, con Toronto che perde la terza gara delle 14 giocate senza Kawhi Leonard in questa regular season (tornerà in campo la prossima sfida contro Houston), mentre Anunoby è rimasto lontano dalla squadra per la quinta gara in fila a causa di “problemi personali”. I Raptors, sempre dietro nel punteggio senza sprofondare mai troppo lontano dai padroni di casa, si riportano sul -1 a quattro minuti dal termine. Uno sforzo inutile, prima di essere spazzati via da Indiana, che si conferma terza forza a Est e che dovrà dimostrare di poter fare a meno del suo All-Star per un bel po’ di tempo.

Utah Jazz-Denver Nuggets 114-108

Donovan Mitchell è tornato ai livelli che lo hanno portato a essere il rookie che lo scorso anno ha sorpreso tutti. No, questa volta la riconferma è arrivata con un paio di mesi di ritardo, ma il n°45 dei Jazz nelle ultime settimane sta disegnando pallacanestro sul parquet come pochi altri, alla guida di una squadra che ha ritrovato successi ed entusiasmo. Per Mitchell sono 35 punti – con sei triple a segno, massimo in stagione – nella pesante vittoria contro Denver, arrivata grazie al solito contributo di tutti e al tiro da tre punti: 19 bersagli dalla lunga distanza, in nove casi su 11 sinonimo di successo per i Jazz, che salgono così al settimo posto a Ovest – scavalcando i Clippers e agganciando gli Spurs, nel calderone che ogni giorno continua a ribollire e a far cambiare le posizioni di almeno tre-quattro franchigie alla volta. A Denver non basta il solito contributo di Nikola Jokic, autore di 28 punti, 21 rimbalzi e sei assist – sempre più all-around nel suo gioco, motore di un attacco che tira con il 48% dal campo di squadra, ma perde. Da segnalare poi la rissa con conseguente espulsione tra Derrick Favors e Mason Plumlee, arrivati alle mani sul finire di primo quarto sotto il canestro dei Nuggets. Una scena che ha spinto anche il già citato Jokic a uscire dalla panchina per intervenire (in quel momento stava riposando), prontamente richiamato dagli assistenti nella speranza che quando arriveranno le sanzioni non ci sia qualche spiacevole sorpresa per Denver.

Boston Celtics-Cleveland Cavaliers 123-102

Per una volta ci ha pensato Terry Rozier, realizzando 22 dei suoi 26 punti nel primo tempo e alla guida dei Celtics nel quinto successo in fila per i ragazzi di coach Brad Stevens. Uno stimolo in più dettato dalla partenza in quintetto al posto di Kyrie Irving, tenuto a riposo e il primo tifoso del n°12 di Boston. Rozier ha raccontato di aver ricevuto un messaggio da parte del compagno di squadra, in cui gli chiedeva di farsi trovare “mentalmente preparato” per la sfida da giocare da protagonista. Un consiglio preso alla lettera, in una gara iniziata con un convincente 6/6 dal campo e chiusa in meno di 24 minuti. Certo, l’avversario era di quelli modesti, nonostante fino allo scorso maggio quella con Cleveland fosse una sfida che valeva l’accesso alle finali NBA. E per restare in tema “titolo”, la comoda gara contro la squadra dell’Ohio (sei giocatori in doppia cifra, ce ne sono anche 23 per Jaylen Brown, 18 per Gordon Hayward e 15 per Jayson Tatum) è il trampolino di lancio perfetto in vista della gara di sabato contro Golden State, in quella che in molti continuano a indicare come il testa a testa più probabile per assegnare l’anello tra cinque mesi. “Non siamo dove volevamo essere in classifica, ma il match contro gli Warriors ci dirà realmente di che pasta siamo fatti”, sottolinea coach Stevens. Non vediamo l’ora anche noi.

Brooklyn Nets-Orlando Magic 114-110

Con l’infortunio di Victor Oladipo, le possibilità che D’Angelo Russell venga chiamato per l’All-Star Game sono improvvisamente aumentate. Anche perché le sue prestazioni continuano a essere di alto livello. Contro i Magic sono arrivati 25 punti e 10 rimbalzi a cui ha aggiunto anche 7 assist, decisivo insieme ai 29 punti di Spencer Dinwiddie per la quinta vittoria consecutiva dei lanciatissimi Nets. Un successo arrivato in volata contro i Magic, che hanno avuto l’opportunità di pareggiare a 3 secondi dalla fine quando il canestro di Nikola Vucevic (che poco prima si era reso protagonista di un auto-canestro) è stato annullato per interferenza. “Questione di qualche centesimo, pensavo che fosse fuori dal cilindro” le parole del centro montenegrino, autore di 21 punti e 14 rimbalzi ma senza riuscire a impedire l’ottava sconfitta nelle ultime undici gare. Sono invece sette quelle consecutive di Brooklyn tra le mura amiche, sempre più stabilmente al sesto posto nella Eastern Conference.

Miami Heat-L.A. Clippers 99-111

Non c’è Danilo Gallinari per la terza partita consecutiva, ma i Clippers escono vincenti da una partita difficile, non solo per la qualità degli avversari ma per il back-to-back da affrontare arrivando da Dallas. Merito di Tobias Harris, autore di 31 punti, e del solito contributo dalla panchina di Montrezl Harrell, autore di 14 dei suoi 16 punti nell’ultimo quarto. I Clippers sono riusciti a cambiare marcia dopo l’intervallo, superando gli avversari per 44-26 nei primi venti minuti della ripresa, grazie anche ai 13 di Lou Williams e i 12 di Avery Bradley. “Sentiamo quello che si dice, ma noi siamo forti. Abbiamo tanti buoni giocatori. Nessuna superstar, anche se Tobias sta cercando di cambiare quella narrativa. Ma abbiamo tanti che sanno giocare, e siamo una squadra dura” è stato l’elogio ai suoi di coach Doc Rivers, che si tiene stretto l’ottavo posto a Ovest. Per gli Heat ci sono 22 punti e 16 rimbalzi di Hassan Whiteside e i 17 di Josh Richardson, ma a preoccupare coach Spoelstra è la scarsa tenuta difensiva: “Abbiamo avuto un crollo dietro l’altro in difesa, ma bisogna dar loro credito: hanno fatto quello che serviva e noi abbiamo finito per pagare il conto”.

New Orleans Pelicans-Detroit Pistons 87-95

Neanche la vittoria di questi tempi riesce a rendere felice Blake Griffin, sempre più predicatore nel deserto in quel di Detroit. “Il modo in cui abbiamo finito questa partita è il motivo per cui abbiamo perso così tante gare nel finale” ha detto il numero 23 dopo la vittoria a New Orleans in cui ha realizzato 37 punti con 9 rimbalzi e 7 assist. “Stavolta ce l’abbiamo fatta con un po’ di fortuna, e ovviamente l’accettiamo, ma non dobbiamo esserne contenti”. A rendere ancora più paradossale il momento dei Pistons, mentre diceva queste frasi fortemente critiche Griffin è stato “innaffiato” dal suo compagno di squadra Reggie Jackson nell’intervista post-gara. Ai padroni di casa non sono bastati i 29 di Jrue Holiday e i 17 di Jahlil Okafor per sopperire all’assenza di Anthony Davis, che però potrebbe rientrare in campo già la prossima settimana dopo che l’infortunio al dito è stato definito meno serio rispetto a quanto annunciato precedentemente.

Chicago Bulls-Atlanta Hawks 101-121

Se il buongiorno si vede dal mattino, la trasferta da sette partite consecutive promette bene per gli Atlanta Hawks. Certo, davanti si trovavano i Chicago Bulls e non esattamente i Golden State Warriors, ma erano comunque due anni che la franchigia della Georgia non vinceva in Illinois. Merito soprattutto di un John Collins in stato di grazia: il lungo degli Hawks ha firmato il suo massimo in carriera da 35 punti con 14/16 dal campo e 4/4 da tre punti, a cui ha aggiunto anche 8 rimbalzi per un clamoroso +33 di plus-minus. Insieme a lui altri quattro giocatori in doppia cifra, con Taurean Prince e Jeremy Lin a quota 15 e i 14 a testa di Dewayne Dedmon e Alex Len, mentre Trae Young si è reso utile con 7 rimbalzi e 12 assist pur tirando male (1/12 dal campo). Per i Bulls invece continua il momento terribile, con l’undicesima sconfitta nelle ultime dodici gare: i 23 punti di Zach LaVine e i 22 di Lauri Markkanen continueranno a essere mere annotazioni statistiche se la squadra di coach Boylen continuerà a (non) difendere come sta facendo.

Memphis Grizzlies-Charlotte Hornets 107-118

Gli Charlotte Hornets quest’anno i playoff possono e vogliono giocarli e per riuscire a conquistare un posto al sole bisogna cercare di massimizzare il risultato contro avversarie alla portata. 22 punti e sette assist di Kemba Walker servono proprio a quello nella trasferta di Memphis, a cui si aggiungono i 18 punti di Nicolas Batum per regalare agli ospiti la quarta vittoria nelle ultime cinque gare. Jeremy Lamb e Tony Parker aggiungono 17 punti a testa, portano gli Hornets al settimo posto a Est – scavalcata Miami – e rendendo inutile lo sforzo in combinata dei due leader dei Grizzlies; messi alla porta dalla dirigenza che vuole ripartire da zero (senza di loro). Marc Gasol gioca la classica partita del riscatto, chiusa in tripla doppia con 22 punti, 17 rimbalzi e dieci assist, a cui si aggiungono i 31 con 10/17 al tiro di un chirurgico Mike Conley: quando hanno voglia questi due possono ancora dettar legge, ma in una stagione in cui conviene perdere forse è meglio puntare ad averne a tenerli da parte. Con buona pace del risultato finale.