Il n°23 dei Lakers è tornato ad allenarsi con i compagni per la prima volta nell'ultimo mese, mostrando progressi, ma confermando la sua assenza nella sfida contro Phoenix: sarà la 16^ partita dei Lakers senza James, lo stop più lungo della sua carriera
La situazione e il recupero prosegue per il meglio, ma di rivedere LeBron James in campo ancora non se ne parla. Luke Walton ha commentato felice l’ultima sessione d’allenamento a cui il n°23 ha preso parte per la prima volta in maniera completa, anche per quel che riguarda la fase “con contatto”, in cui si gioca con gli altri e il corpo viene testato anche dallo scontro con i compagni. Non ci sono video a comprovarlo, ma è facile immaginare che tutti siano stati molto attenti a non rischiare di aggravare la situazione dell’inguine di LeBron. “Ha fatto tutta la seduta, è stata una gioia per gli occhi rivederlo in campo con noi – racconta coach Walton – sì, sa ancora giocare discretamente bene a pallacanestro, nel caso ve lo stesse domandando”. Il 5-10 di record raccolto senza di lui però fa sorridere molto meno e potrebbe essere migliorato nella sfida contro Phoenix in casa, a cui James non prenderà parte. Un match da non sottovalutare, visto che i gialloviola in queste ultime settimane complicate sono riusciti nell’impresa al contrario di perdere allo Staples Center sia contro i Cleveland Cavaliers che contro i derelitti New York Knicks. E considerando anche la lunga assenza di Lonzo Ball (oltre a quella di Josh Hart, rimasto a guardare l’allenamento dei compagni a causa di un problema al ginocchio), la situazione non si è certo fatta più semplice. Anzi. “È un anno in salita a causa di tutte queste assenze, ma l’obiettivo è quello di ricompattarci, tenere botta e ripartire forte dopo l’All-Star Weekend”, racconta Ball, senza fare i conti nel dettaglio. La corsa playoff dei Lakers, al momento noni e fuori dalla post-season, passa anche dalle otto gare che i gialloviola dovranno affrontare nei prossimi 20 giorni, sei dei quali in trasferta (uno è il derby con i Clippers). Sfide complicate come quella contro Golden State, con Boston e due volte con Philadelphia. Un bel problema insomma, visto che continuare a perdere potrebbe rendere semi-impossibile la risalita negli ultimi due mesi. Calcoli che avrà fatto nel dettaglio anche LeBron, pronto a togliere un po’ di polvere dal vestito da Superman e a lanciarsi di nuovo nella mischia. Los Angeles e soprattutto i Lakers hanno bisogno di lui, il prima possibile.