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NBA, peggior ko di sempre (-42) per LeBron James: Lakers umiliati a Indianapolis

NBA

Nella prima di quattro trasferte a Est Los Angeles incassa un pesante cappotto contro i Pacers, che tirano il 55% da tre punti e mandano a referto la terza vittoria in fila. Nella serata in cui arriva a 32.000 punti in carriera LeBron James subisce la peggior sconfitta da quando è nella NBA

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Indiana Pacers-Los Angeles Lakers 136-94

Nel mezzo di una rincorsa ai playoff sempre più difficile, tra mille voci di mercato che riguardano praticamente tutto il roster, i Los Angeles Lakers aggiungono una umiliante sconfitta sul campo di Indiana a un periodo tutt’altro che semplice: il -42 incassato dai gialloviola va a referto infatti come la peggior sconfitta in 16 anni di carriera del loro giocatore più rappresentativo, LeBron James. “Hanno segnato 33 punti sfruttando le nostre 19 palle perse: quando ti scavi una fossa del genere non puoi pensare di uscirne”. E difatti così non è stato, con i Lakers mai davanti in tutta la partita e la gara ben presto fuori portata, tanto da consigliare coach Luke Walton di togliere il suo n°23 dalla contesa già con 2 minuti da giocare nel terzo quarto e non rimetterlo più in campo. “La prima gara a Est, dopo aver viaggiato attraverso tutti gli Stati Uniti, è sempre difficile, e credo che un po’ di jet lag ci abbia condizionato”, ha provato ad abbozzare lo stesso James, che in carriera aveva subito due volte un divario di 36 punti (nei playoff contro Washington nell’aprile 2008 e in finale NBA nel 2013 contro San Antonio, mentre in gare di regular season aveva incassato due -35 nelle sfide perse contro gli Warriors nel gennaio 2017 e contro i Pistons dieci mesi dopo, a novembre. “Zero mentalità difensiva, ce l’hanno fatta pagare”, la triste conclusione di “King” James, in una serata che gli ha rovinato anche il traguardo personale di aver raggiunto i 32.000 punti segnati in carriera, il quinto giocatore di sempre a riuscirci (a 34 anni e 37 giorni) e il più giovane rispetto agli altri quattro (Kareem Abdul-Jabbar, Karl Malone, Kobe Bryant e Michael Jordan). Il leader dei Lakers ha chiuso una serata da dimenticare con 18 punti, 9 assist, 7 rimbalzi ma anche 6 palle perse, 5 delle quali arrivate nel primo tempo, con i Lakers già sotto di 23 punti (69-46) all’intervallo e fuori partita. “Possiamo accampare un milione di scuse – ha dichiarato coach Walton – il viaggio, le voci di mercato, qualsiasi cosa: il punto è che dobbiamo far meglio di così, e sono sicuro ci riusciremo”.

Indiana reagisce

Non è facile fare peggio, verrebbe da dire, visto che i Lakers – giunti al sesto ko nelle ultime 8 gare giocate – hanno aperto la gara contro i Pacers subendo un parziale di 10-2 (tutti i punti dei padroni di casa firmati da Bogdan Bogdanovic, che chiude a quota 24) e permettendo a Indiana di stabilire tre record stagionali nella stessa serata, per punti segnati a metà gara (69), a fine partita (136) e per scarto inflitto agli avversari (il già citato +42). Record addirittura di franchigia invece le 19 triple a segno (su 34 tentativi), in una prestazione offensiva che ha visto brillare anche Myles Turner a quota 22 punti e un Thaddeus Young non lontano dalla tripla doppia (12 con 11 rimbalzi e 8 assist). Dopo aver subìto 4 sconfitte in fila senza il proprio leader Victor Oladipo, Indiana ha reagito con la terza vittoria consecutiva, la sesta in fila contro i Lakers sul parquet di casa. I Pacers hanno avuto anche 17 punti a testa dal trio Domantas Sabonis, Aaron Holiday ed Edmond Sumner, alla sua 15^ gara NBA dopo essere stato scelto alla n°52 al Draft 2017.